Secondo me l'ha raffigurata bene dal suo punto di vista, cioè dal punto di vista di un liberal anglosassone. Il film è tutto incentrato su due grandi fulcri, che per un liberal come lui sono giustamente centrali per comprendere l'Italia oggi: da una parte il dilagare del populismo berlusconiano che si innesta sull'ignavia storica degli italiani, e che quindi porta al declino; dall'altra, lo spirito imprenditoriale e creativo, che può salvare il paese. È chiaro che rimangono fuori molte questioni (per esempio, non si affrontano mai i temi della qualità del lavoro o degli anziani), perché Emmott punta tutto sulla gravità della situazione. Da questo punto di vista, il titolo è fondamentale: Emmott è come uno che si affaccia sul letto di una ragazza in coma e si chiede cosa l'ha ridotta così e come potrebbe ritornare alla vita.
A quel punto, poco conta l'equilibrio con cui si raffigura: ciò che conta è capire il male e trovare le cure immediate, che per Emmott non è altro che una sana economia d'impresa. E, conseguentemente, è quasi ovvio che il grande salvatore sembrino essere Marchionne e Monti... D'altra parte, questo film non è un'inchiesta, non ci sono approfondimenti: c'è solo un ritratto dell'Italia attuale, a volo d'uccello.
In termini più generali, il film è molto bello, anche da un punto di vista cinematografico: molto ben curato, con una bella scansione narrativa, con l'idea (straordinaria, secondo me) di trovare in Dante la chiave per la comprensione dell'oggi. E poi ho trovato molto positivo che tra le chiavi di salvezza dell'Italia ci siano le donne e ci sia la cultura.
Per tornare alla tua domanda, è anzi meglio che
non ci sia equilibrio: Dante Alighieri lo leggiamo e ammiriamo non perché ci ha presentato con correttezza i punti di vista dei politici del suo tempo, ma perché si è incazzato di brutto e con il suo sguardo partigianissimo ci consente ancor oggi di capire meglio il suo tempo, e perfino il nostro.