Un’intensissima analisi psicologica, anzi psicoanalitica tra traumi infantili, transfert e sdoppiamenti, in un'unica location, un cottage isolato tra le montagne. Thriller al femminile a più livelli interpretativi, con venature morbose, che fa riflettere sulla complessità della mente e sul fragile rapporto tra realtà e mistificazione. Si rimane rapiti dal clima sospeso e dall’andamento apparentemente pacato, ma che fa trasparire la compressione che attanaglia i personaggi, ben interpretati da Segura e Ramirez. Finale intenso, che sorprende e giustifica.
MEMORABILE: La notevole col. sonora; Il passaggio dal b/n al colore nel finale.
Una psicanalista ritiratasi dalla professione per vivere in solitudine accetta di prendere in cura presso la sua casa in mezzo al bosco una giovane paziente di cui non sa nulla... Thriller messicano dall'impianto teatrale che molto punta sul twist finale per spiazzare lo spettatore ma pecca di ingenuità nella costruzione dei rapporti fra i due soli personaggi in scena, spadellando inoltre temi e termini psicanalitici con la stessa approssimazione con cui vengono solitamente affrontati nel cinema USA, per cui il risultato, pur dignitoso, non è all'altezza delle palesi ambizioni autoriali.
Un’opera a cui va concessa la possibilità di crescere per sovvertire le sensazioni iniziali non proprio esaltanti. Al contempo bisogna prestare attenzione ai singoli dettagli perché si riveleranno importanti nel momento in cui la storia entrerà nel vivo. È un thriller psicologico e non potrebbe essere altrimenti, trattando tematiche che affliggono la mente al punto da alterare la percezione di sé e dell’intorno. La bravura dei registi risiede nel condurre adeguatamente lo spettatore alla soluzione finale.
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