Una coppia cerca di superare la morale comune e dà il via ad
una girandola di "tradimenti" finché qualcosa si romperà. L'analisi di una certa borghesia francese, funziona bene come (quasi) sempre nei film di Chabrol. Stavolta però c'è una verbosità eccessiva ed un pò troppo compiaciuta e fine a
se stessa. Mancano inoltre un vero coinvolgimento e qualche
guizzo in fase di regia e di sceneggiatura. Non brutto ma nemmeno particolarmente bello: un "non male, dopotutto" va
più che bene.
Ritratto di una coppia nella quale il modello "aperto" condurrà al logoramento del rapporto e alla chiara deviazione patologica dell'uomo. Ancora una volta Chabrol alle prese con un modello borghese "malato", affrontato con acuto spirito osservazionale ma con modalità eccessivamente fredda e impersonale. Buona la prova degli attori, con il protagonista maschile Paul Gégauff anche sceneggiatore del film.
Ritratto di coppia: benestanti, con una figlia piccola adorabile, molti amici, svariati interessi. Ma non si bastano l'uno all'altra e il proposito di rafforzare l'unione aprendosi ad altre esperienze si rivela fallimentare... Il problema è che sin dalle prime battute non ci sono dubbi in proposito: lui è un vanesio insopportabile, lei una musona antipatica, impossibile empatizzare con personaggi simili, oltretutto affidati ad attori poco convincenti. Se a questo si aggiungono dialoghi pesantemente letterari e una certa sciatteria nella messa in scena, si ottiene un film modesto-molesto.
MEMORABILE: "Non mi obbligare a constatare che sei un'idiota!": a questo punto una padellata forte in testa ci stava proprio bene
È la storia resa in modo un po' scarno di un matrimonio che va in crisi per la decisione presa unilateralmente dal marito (Paul Gégauff) di estendere alla moglie il permesso di concedersi una certa dose di promiscuità sessuale al fine di non far implodere il rapporto nella routine. Con l'unico risultato di vederlo catastroficamente deflagrare in un crescendo di gelosie e ripicche. Particolarmente odioso il personaggio di lui che, spacciando per presunta libertà intellettuale il suo bisogno di coartare la donna, vieppiù la mortifica e cancella. Disturbante ma ahinoi ancora attuale.
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