Giallo d'impostazione hitchcockiana, dosa suspense e romanticherie con una Lee Remick che - anche nel look - richiama le eroine bionde care a sir Alfred. Pure nell'uso della tensione e nelle sequenze spettacolari ci si rifà - per quanto possibile - al maestro inglese, che il regista Carol Reed richiama già nei titoli di testa "a sagome in movimento". La base è un romanzo di Shelley Smith, che lo sceneggiatore John Mortimer tratta senza particolare estro ma con buona mano, partendo dal funerale di Rex Black (Harvey), pilota di aerei civile scomparso in mare in seguito a un incidente con un aliante.
La vedova Stella (Remick) è in lacrime e ritrova tutti...Leggi tutto al rinfresco post cerimonia, ma non appena gli invitati se ne escono, il volto malinconico le si apre in un sorriso solare: entra in scena Rex, vivo e vegeto. E' tutta una truffa per frodare l'assicurazione! Attenzione però, perché in quello stesso momento suona il campanello: è Stephen (Bates), l'uomo dell'assicurazione venuto a sincerarsi di come siano andate le cose. Bisogna fingere ancora per un po', poi il piano prevede che Stella parta per Malaga, in Spagna, dove dovrà trovare Rex ad attenderla. Tutto procede come previsto, anche se a Malaga, ad accoglierla, non c'è Rex ma uno strano tipo locale; questi la accompagna a una festa dove finalmente la donna incontra Rex, nascosto però dietro una falsa identità: quella di Jim, biondo commerciante di pecore australiano. Sarà sufficiente ritirare i soldi dell'assicurazione in banca e i due potranno godersi una nuova ricca vita lontani da casa.
L'unico intoppo è rappresentato da Stephen il quale, non si sa bene se per caso o perché ha seguito Stella, ritrova in Spagna la coppia. Non riconosce Rex in Jim (d'altra parte nemmeno l'aveva mai visto) e con i due stabilisce un rapporto di amicizia che lo porta a scorrazzare lungo i bei paesaggi iberici sfondo della vicenda. E' nell'ambiguo rapporto tra i tre che si sviluppa la parte più importante del film, nella quale non sono affatto chiare le intenzioni soprattutto di Stephen. Ha intuito cosa sia successo o no? E perché Jim si diverte a invitare l'uomo a seguirli dappertutto? E Stella? Stella ha due occhi azzurri ultraterreni, meravigliosi, incastonati in un volto angelico di sopraffina bellezza; una Lee Remick al top della forma che concentra su di sé ogni attenzione: quella dei due uomini ma anche la nostra, che la osserviamo fremere e non sapere bene come comportarsi di fronte alla presenza ingombrante dell'assicuratore in trasferta. Lei e Rex devono fare molta attenzione a come si comportano...
Va dato atto anche a Harvey (gli amanti di Colombo non potranno non ricordarlo nel ruolo del campione di scacchi sordo, che finge qui un incidente aereo come farà invece Johnny Cash in un altro celeberrimo episodio del tenente) di saper reggere bene il gioco, mescolando protervia e contagiosa voglia di vivere. Reed invece, nel suo ricalco hitchcockiano, ne replica la ricetta base con inseguimenti, fondali fasulli, splendide location esotiche, scene di tensione improvvise (la corsa in auto sul ciglio del burrone)... Il risultato è buono, per quanto derivativo e registicamente un po' debole, stilisticamente impostato sulla magnetica presenza della Remick e sul gioco a tre, protratto a lungo con sorprese.
Dopo aver simulato la propria morte, un pilota viene raggiunto in Spagna dalla moglie che ha intascato la polizza. Sulle tracce della copia c'è però un agente assicurativo... Nella filmografia di Carol Reed sicuramente un prodotto minore, ma abbastanza godibile: il ritmo è vivace, le schermaglie sentimentali mai stucchevoli e nella parte conclusiva i toni diventano giustamente più cupi. Le psicologie dei tre protagonisti sono rese con efficacia, anche per merito della bravura degli interpreti, su tutti una Lee Remick incantevole come sempre.
Per frodare l'assicurazione, si finge morto in un incidente aereo e poi ripara a Malaga sotto falso nome, in attesa che la moglie lo raggiunga col malloppo. Il piano fila liscio, ma i rapporti tra i due coniugi si incrinano per l'avidità di lui, gli scrupoli di lei, la presenza inaspettata di un agente assicurativo anche troppo cortese...Triangolo giallo reso piacevole dalla spigliatezza del racconto, l'ambientazione spagnola e il glamour degli interpreti: nel contendersi l'incantevole Remick, il bel Harvey sembra avere vita facile, ma il più sommesso Bates cresce alla distanza.
Un uomo si finge morto per intascare il malloppo di un'assicurazione, ma la strada per godere di quei soldi sarà piuttosto scivolosa e piena di insidie. Sullo sfondo di paesini assolati e rustici della Spagna meridionale assistiamo a una storia in cui il sapore dell'oro e i marchingegni per aumentarne il gusto sembrano più appetibili dei sentimenti umani e così una deliziosa Lee Remick dovrà vedersela con un funambolico Harvey (a cui fa da contraltare un romantico Bates). Chi la spunterà? Con queste premesse non sarà difficile indovinare.
il film di Reed è all avanguardi,a per l'epoca (a cominciare dai titoli di testa). Ci sono un buon ritmo e una discreta alchimia tra i protagonisti, anche se il personaggio di Harvey è veramente troppo impulsivo. Qualche passaggio della sceneggiatura andrebbe forse rivisto (poco credibile la Remick, che non ricorda il personaggio di Bates). Belle le location e discreta la costruzione del climax in qualche scena. Lee Remick è assolutamente stupenda con quegli occhi che fanno intimidire Bates, chiusura del film un po' troppo precipitosa...
Carol Reed HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàDaniela • 30/06/20 09:27 Gran Burattinaio - 5946 interventi
Per lanciare il film, la produzione decise di ricorrere tra l'altro ad una forma particolare di pubblicità, facendo pubblicate sul Dallas Morning News annunci personali in cui si chiedeva al "Running Man" di chiamare "Lee".
Si trattava di un richiamo ad un passaggio presente nella trama, dato che questo è il sistema adottato dall'"uomo in fuga" per contattare la moglie, ufficialmente vedova.
La Commissione Warren che indagava sull'assassinio del presidente John F. Kennedy pose però attenzione a questi messaggi, ignorandone inizialmente l'origine: gli investigatori pensarono infatti che potessero essere messaggi in codice inseriti dall'assassino Lee Harvey Oswald.
Per coincidenza, nel film l'attore che impersonava l'uomo in fuga era Laurence Harvey, l'attrice nel ruolo di sua moglie Lee Remick.