Il termine italiano (e da una vicenda realmente svoltasi in Italia il film è preso) è "bamboccione": a 28 anni Tanguy (Berger) vive ancora coi genitori. Che lo amano, certo, sono fieri dei suoi successi nello studio (è un grande specialista della storia cinese, al punto che la nonna lo chiama "il pechinese"), ma a un certo punto si accorgono che desidererebbero una vita loro: un figlio costantemente tra i piedi può essere un intralcio, uno stress. Lui li vezzeggia, usa ogni cortesia, si mostra comprensivo anche quando comincia a capire di non essere più benvoluto come prima. La nonna (Duc) ha da tempo capito l'antifona: il ragazzo non ha alcuna...Leggi tutto intenzione di andarsene e, quando pare debba finalmente trasferirsi a Pechino dopo la tesi, rimanda di un anno. Toccherà affittare un appartamento solo per lui, forse, ma non è detto basti nemmeno quello.
Piace la progressione comica che porta mamma (Azéma) e papà (Dussollier) sull'orlo di una crisi di nervi ed è evidente quanto il clima da commedia a tratti sofisticata venga col passare dei minuti contaminato da un approccio più tendente alla farsa e al grottesco. Un bene, certo, perché grazie soprattutto a un Dussollier in ottima forma si raggiungono livelli di sarcasmo notevoli nonché uno sbracamento (talora non spiacevole) nella battuta anche volgare. La ferocia crescente con cui il padre apostrofa il figlio con spietatezza produce scene in più occasioni frizzanti, innegabilmente divertenti. Manca piuttosto un'organizzazione che sappia dettare i tempi giusti e mantenere una linea di galleggiamento alta. Perché la Azéma non sembra all'altezza di Dussollier e fatica a indulgere nella stessa cattiveria con altrettanta sincerità. Certo, lei è la madre, non può non mostrare un attaccamento naturale e inscalfibile al figlio, ma l'animo combattuto genera in più occasioni reazioni poco credibili che l'atteggiamento volutamente spiritato contribuisce a rendere fasulli, in apparenza.
Eppure le idee non mancano, perché sentire un padre che, in risposta al figlio che telefona da casa confessando di faticare a respirare, grida irritatissimo "Apri la finestra!" troncando la comunicazione non può che far sorridere. Se ne ricorderà Paolo Genovese quando, dieci anni dopo, girerà il suo IMMATURI piazzando Ricky Memphis nel ruolo del bamboccione e Mattioli in quello del padre. Qui di tanto in tanto si esagera, si scade nella facile farsa e si sconta la scarsa vena comica del giovane Eric Berger, punto debole del film. Pomposo, noioso e servizievole oltre il limiti del plausibile, Tanguy è comunque antipatico al punto giusto senza essere necessariamente caricaturale. Perché in verità non lo si può accusare di niente: guadagna, studia, dà una mano in casa dove si porta le ragazze con cui la notte fa sesso... Il divertimento sta nel vedere i tanti modi diversi in cui i genitori s'impegnano a rendere la vita impossibile al figlio senza minacciarlo apertamente di andarsene. Complici in scherzi e sabotaggi d'ogni tipo, i due si trasformano - loro sì - in caricature quasi cartoonistiche. Peccato per la regia un po' troppo fiacca che spegne in parte le qualità della sceneggiatura.
Un bamboccione francese non ne vuole sapere di andare via di casa, esasperando i genitori fino a che... Commedia nera di costume che ironizza in tempi non sospetti su un tema tornato in Italia di prepotente attualità. Malgrado il tema sia il rapporto tra genitori e figli, il tocco è molto leggero, quasi surreale (si veda la madre con l'uovo) e il tono scanzonato, per nulla predicatorio. Il più divertente è l'esasperato padre, che ha una metamorfosi degna di Jekill/ Hide.
MEMORABILE: "Ti voglio bene papà, ti voglio bene mamma".
Alla soglia dei trent'anni, Tanguy non ha la minima voglia di andarsene a vivere per conto proprio, preferendo restare con gli agiati genitori. Questi d'altra parte, non potendone più della sua ingombrante presenza, cominciano a mettere in atto una strategia volta a spingere il pargolo fuori dall'uscio. Vicenda d'attualità, raccontata in maniera brillante. Il merito va suddiviso fra la sceneggiatura originale ed il cast in palla. Peccato per il finale "turistico" raffazzonato, che costituisce una caduta di ritmo, ma resta commedia spassosa.
MEMORABILE: Quando il padre esplode all'ennesima "perla di saggezza orientale" del figliolo
Divertente e caustica commedia francese che parte da spunti di cronaca quantomai attuali: la convivenza forzata tra genitori e figli decisamente troppo cresciuti per vivere in casa con mamma e papà. Il tema è svolto in modo decisamente divertente con gusto intelligente per il paradosso appena rovinato da un finale forse troppo buonista e conciliante. Ottimo il cast.
Tanguy, figlio-ospite che dopo ventotto anni inizia a puzzare, è antipatico nel suo opportunismo strafottente mal celato da un'apparente mansuetudine. E antipatico deve essere, perché la forza del film sta tutta nella simpatia che ispirano, invece, i suoi genitori, Paul ed Edith, che mettono a tacere la voce del sangue ed escogitano colpi bassi per liberarsi di Tanguy... Nel crescendo del conflitto genitori-figlio, la commedia si fa sempre più bizzarra e grottesca, e il finale è solo apparentemente conciliante. Divertente.
Divertente ed intelligente commedia d'attualità, uno di quei film nati dalle notizie inesplose che si trovano in mezzo ai giornali, quelle diatribe sul mantenimento dei figli che, finite in tribunale, premiano i figli che non vogliono darsi una mossa; e Tanguy una mossa proprio non se la vuole dare, complici anche genitori con metodi educativi troppo hippie che, per esasperazione, finiranno col fare la guerra al figlio. Sceneggiatura ben oliata e cast in formissima completano il quadretto; film da rendere obbligatorio ai corsi pre-maman.
MEMORABILE: Gli attacchi di panico, la babysitter, le sfuriate del padre, i proverbi, la madre isterica.
Commedia al vetriolo caratterizzata da un escalation di situazioni che si fanno sempre
più estreme e grottesche, fino però alla mortificante caduta verticale rappresentata dal finale. Per il resto, pur restando nella media, la commedia diverte ed intrattiene
piacevolmente grazie anche ad un bel cast in cui sono da segnalare i grandi Dussolier e Azéma, rispettivamente papà e mamma di Tanguy.
Bella commedia francese che gira intorno a un tema mai passato di moda con il giusto mix di favola surreale e caustico realismo. Sceneggiatura azzeccata (a parte un paio di sfondoni legati alla madre nel secondo tempo) al servizio di un ottimo terzetto di attori dove il derby padre-figlio sembra partire in sordina ma offre un secondo tempo pirotecnico.
MEMORABILE: Il ritorno a casa del figlio e la metamorfosi del padre.
Divertente commedia transalpina su un tema divenuto di prepotente attualità. Originale l'idea, il film ha dalla sua una recitazione di sicuro livello (Dussollier e Azéma su tutti) e una sceneggiatura molto ben realizzata. Non mancano le risate e l'estenuante esasperazione del rapporto con l'ingombrante Tanguy è molto ben riuscita. La prima parte del film è certamente la meglio riuscita, con un Dussolier sugli scudi. Nella seconda metà però si scade in trovate eccessivamente surreali e forzate, che sviliscono il pur simpatico finale. Gradevole.
Un film come questo non poteva che essere figlio dei nostri tempi. Tanguy è il prototipo del ragazzo che non vuole crescere staccandosi dai genitori, facendosi mantenere e procrastinando all'infinito il momento dell'indipendenza. Tanguy coglie nel segno perché riesce a tratteggiare una condizione di vita, spesso citata fuori luogo (vedi i bamboccioni), in maniera divertente e grottesca. Un film che sarà apprezzato anche da molti genitori, che si divertiranno a trovare similitudini.
MEMORABILE: Gli attacchi di panico di Tanguy e le reazioni opposte dei genitori.
Nel 2001, anno del film, lo spregiativo termine "bamboccione" non era stato ancora coniato, ma certamente il fenomeno - se così si può definire, quello degli ultra-trentenni ancora in casa con papà e mamma - era ed è una realtà sulla quale costruire una dilettevole commedia. A farla sono i francesi, che con il loro mestiere riescono ad affrontare l'argomento con garbo e i volti giusti. Il trio André Dussollier (fenomenale), Sabine Azéma e la faccia di bronzo Eric Berger sono perfetti. Nel complesso, un film con qualche parte di troppo ma scorrevole.
MEMORABILE: "Un pelo di culo tra i denti"; "I tuoi detti cinesi hanno rotto i coglioni".
Ventottenne non si schioda dal nido familiare. Commedia con spunto di costume che esplora le varie fasi della difficile convivenza tra genitori e figli cresciuti. I protagonisti sono proprio il padre e la madre, che man mano perdono il controllo della situazione. Suscitano simpatia i loro brevi momenti di libertà (gli insulti quando non ce la fanno più). Anche il ruolo della nonna ha il suo perché, lungo la storia. Non molto efficaci le varie fidanzate che girano in mutandine per casa, gli attacchi di panico e il finale piuttosto telefonato.
MEMORABILE: Gli insulti a tavola; L'aereo cancellato; Il reddito alto; La madre a lezione.
Le premesse erano buone, in quanto il tema dei "bamboccioni" è molto attuale e poteva fornire spunto per una commedia spiritosa. Purtroppo il risultato finale non soddisfa le aspettative, perché la trama s'incarta su se stessa e i disperati tentativi di mandare fuori casa il protagonista risultano meno divertenti dello sperato. Buona l'interpretazione di Dussollier nel ruolo del papà, mentre meno efficaci si dimostrano la Azéma (la mamma) e Berger (Tanguy). Dalla Francia abbiamo avuto molte buone commedie, categoria nella quale non riesce a rientrare questa pellicola.
Commedia francese in cui un ragazzo non vuole andarsene da casa, anche se i genitori non lo sopportano più. Dussollier sempre bravo. Vi sono spunti davvero divertenti, quando i genitori fanno i primi tentativi di rendere al figlio la vita domestica un inferno. Quando i tentativi si estremizzano, il film perde la misura e diventa più banale. Un altro esempio in cui i francesi dimostrano di saper fare un tipo di commedia elegante che in Italia non si sa fare.
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Si ok ci sono stati (e ci saranno) bamboccioni che ricorrono in tribunale ma che il film si ispiri a un caso del genere accaduto in Italia non credo.. i francesi che fanno propria una esperienza italiana mmmh strano..
Comunque quando Dussolier comincia a incavolarsi sul serio è eccezionale!
DiscussioneGugly • 29/12/13 19:24 Archivista in seconda - 4712 interventi
Dussolier incavolato è il migliore!!
DiscussioneDaniela • 29/12/13 23:46 Gran Burattinaio - 5941 interventi
Il fatto che Tanguy sia ispirato a un fatto di cronaca italiana è riportato in molte recensioni del film - in particolare, questa la nota riportata su uno dei più importanti siti francesi di cinema, ossia http://www.allocine.fr/film/fichefilm-29078/secrets-tournage/ "Inspiré du quotidien
Secret de tournage sur Tanguy
L'idée du film, suggérée à Etienne Chatiliez par Yolande Zauberman, trouve en fait sa source dans un fait divers paru dans l'hebdomadaire Courrier International : en Italie, une femme ayant essayé de chasser son fils de 31 ans hors de son toit se vit condamnée par la justice... Au demeurant, cette situation est loin d'être exceptionnelle : environ 900 procès par an seraient intentés à ce sujet!"
Ah ok, IMDB e Wiki francia non ne parlavano (Wiki francese parlava di fenomeno Tanguy e parallelamente di uno studio giapponese sui "figli parassiti" ahah)
Giusto per rimarcare che il tema è universale e non solo italiano, come testimonia anche la cifra di 900 processi sul tema.