Commedia d'ambiente avvocatesco che trova nell'interpretazione di Fabio Volo la sua vera ragion d'essere. Poi certo, anche Ennio Fantastichini si conferma maschera perfetta adatta ad ogni occasione, ma è l'approccio malinconico, spontaneo e sottilmente ironico di Volo a caratterizzare le fasi migliori. Nella sua assoluta "normalità" sta una volta di più la forza antispettacolare del personaggio, che dà il meglio quando può lasciarsi andare ai suoi atteggiamenti mai facilmente incasellabili, a metà tra strafottenza, sincero stupore e disillusione, incarnazione esemplare dei comportamenti d'una intera fetta di mondo giovanile. Proprio per questo come avvocato Volo funziona, e la storia dell'accordo...Leggi tutto per l'acquisto di una casa farmaceutica aggiunge quel sapore d'intrigo da consumarsi in salsa esotica (Dubai) che saprà mantenere ciò che promette, inquinando di fatto la potenzialmente canonica storia d'amore tra lui e l'avvocato della controparte (la francese Zoé Félix): Volo e Fantastichini hanno il compito di acquistare da parte degli arabi, lei e il padrone della casa farmaceutica di vendere trovando il miglior accordo possibile. Intorno a questo il divertente rapporto col collega grassoccio e appena assunto in studio (Nicola Nocella), quello col collega ossessionato dalle donne (Adriano Braidotti) e naturalmente quello con Fantastichini, che gli fa da maestro insegnandogli i trucchi del mestiere (e suggerendogli pure di portarsi a letto l'avvocato della controparte per appianare ogni eventuale dissidia). Il soggetto è ricco di buoni spunti, ma sono sceneggiatura e regia che impediscono al film di decollare, affossandolo e appiattendolo, faticando nell'imprimere il ritmo giusto, cedendo terribilmente nelle scene sentimentali anche per colpa di una Zoé Félix piuttosto insignificante nonostante l'innegabile charme francese. Analizzate singolarmente, molte delle scene risultano godibili, ma malamente appiccicate come sono finiscono col comporre un quadro generale deludente. Azzeccato invece il clima d'ambiguità che domina il finale, con Volo che guarda a sorpresa in macchina prima dei titoli di coda regalandoci attraverso la sua espressione indecifrabile una delle cose migliori del film. Fotografia spenta ma di qualità, che riflette il malcelato grigiore d'animo del protagonista, capace di muovere al sorriso con la semplicità di risposte misurate e spiazzanti.
Trasposizione del romanzo omonimo di Baccomo, Studio illegale presenta un felice quanto drammatico incastro di vicende avvocatesche dipinte con cinismo, soldi e freddi affetti, con un sotto-testo moralistico (per certi versi documentaristico). Strabordante la presenza di Fabio Volo che incarna alla perfezione il personaggio a lui affibbiato (per altro tipico di un certo mondo lavorativo, soprattutto milanese), ma anche limite perché tutto ruota attorno al suo carisma e la vicenda in definitiva non risalta. Bella l'ambientazione.
Commedia che cerca di essere sofisticata con un significato di critica alle professioni che si nutrono della sfiducia della gente, che poi ne rimane vittima. Prima parte che si basa sul ritmo, ma ricade nel banale (vedesi le caratterizzazioni in ufficio o la vita privata). Poi vira sul sentimentale e si va di male in peggio, con una conclusione pietosa. Volo si arrangia finché fa il cinico, a Fantastichini gli cuciono dei panni ridicoli, la Blanc ha l’unica particina onesta.
MEMORABILE: In negativo, il balletto alla firma del contratto.
Fabio Volo è un personaggio simpatico ed eclettico, ma come attore sembra interpreti sempre lo stesso ruolo. In questo film, che vorrebbe essere una commedia caustica che mette alla berlina il cinico mondo degli studi legali, la sceneggiatura non lo aiuta granché e la pellicola assume un andamento macchiettistico che fa pesante ricorso al "mestiere" degli attori per tirarsi fuori dalle secche di una scrittura ampiamente carente (che ricorre peraltro all'escamotage della trasferta estera, a Dubai) una regia senza personalità.
Noioso, sfilacciato e poco coinvolgente film in cui prevale lo sbadiglio. Dispiace vedere sprecati attori come Fantastichini, la Blanc e la Barzizza, ma la trama offre ben poco e anche Fabio Volo non convince. Alcuni momenti trash non fanno che rendere il tutto molto banale. Bella la fotografia... e basta.
Alcuni film vengono cuciti sull'appeal commerciale di un attore lasciando un po' in secondo piano la sceneggiatura cannibalizzata dalla performance del protagonista; è il caso di questa storia d'amore ambientata in un mondo avvocatizio cinico e grottesco (con look alla Mad Men), in cui Fabio Volo avvocato senza scrupoli metterà in discussione se stesso per amore. Buona confezione, prove attoriali convincenti e alcuni momenti riusciti, nel complesso un film senza infamia e senza lode; si lascia vedere ma si dimentica in fretta.
Commedia ambientata nel mondo giurisprudenziale in cui si evidenzia il cinismo di certe figure professionali davanti al raggiungimento dello scopo. Le vicende lavorative s'intrecciano con lo scontato coinvolgimento sentimentale. Ritmo blando e sviluppo narrativo abbastanza scontato, nonostante il dubbio finale. Volo e Fantastichini di discreto mestiere mentre la Félix, bellezza a parte, incide poco.
A fine visione rimane in bocca un sapore agrodolce, in linea con le fragranze offerte per un'oretta e mezza da questa commedia. I passaggi dal blog al romanzo (di Federico Baccomo) si avvertono forti anche su grande schermo. Si (sor)ride ma soprattutto si riflette. E non poco. Il tempo passa troppo in fretta per poterlo spendere tutto quanto in un ufficio, ferie e fine settimana compresi. La Félix, deliziosa, ha il compito di farlo capire a Fabio Volo, avvocato tutto apparenza e omologazione. Ottimo Nocella nella parte del neoassunto.
MEMORABILE: Lo sguardo di Fabio Volo nel frame finale.
Commedia piacevole con punti di forza nella recitazione degli attori (tutti non scontati e all'altezza) e in una fotografia onirica, che immortala ambienti irreali in cui persino Milano diventa un asettico non luogo. Grandi interni perlopiù deserti e ampi spazi esterni in cui prende forma una storia ambigua, divertente e intrigante, ben sceneggiata. Ottima conferma di Riccioni dopo il suo film di esordio.
Insipido e non particolarmente interessante, si trascina stancamente anche a causa di una scialba regia. Volo cerca di limitare i danni ma il tutto è piuttosto noioso e prevedibile. Fantastichini appare quasi esagerato nel cinismo e nell'antipatia risultando anche poco credibile per l'inadeguatezza di uno studio legale di tale livello. Interessante e documentaristica la locationa araba a Dubai.
Versione molto annacquata del rampantismo meneghino applicata ai grandi studi legali. Il ritmo è troppo blando (forse non era l'intento principale della regia?) e restano un protagonista con una simpatica faccia da schiaffi, Nocella "protagonista morale" simpatico imbranato (fino a un certo punto) e una fotografia dai colori sgranati: la Milano da bere si è annacquata, hai voglia a sorridere e raccontare barzellette.
Umberto Riccioni Carteni HA DIRETTO ANCHE...
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La partita che Andrea (Volo) guarda insieme a un gruppo di cinesi all'interno di un ristorante, venendo completamente ignorato dagli altri tifosi al momento dei festeggiamenti (sottolineando quindi la tristezza e la solitudine della sua vita anche in un momento di felicità ed aggregazione), è Palermo - Inter 1-1 del 20 marzo 2010, valevole per la 29° giornata Serie A '09/'10. Nelle immagini il gol dell'Inter su rigore di Milito.