Sorcellerie culinaire - Corto (1904)

La ripetitività è l’unico limite di questo vivace cortometraggio in cui dispettosi diavoletti creati da un mendicante-mago cui era stata negata un po’ di elemosina tormentano un cuoco nella sua cucina. La scenografia riprende la cucina già vista in uno dei quadri di Barbe-bleue e l’ultima immagine della scenetta richiama il pentolone di Le chaudron infernal. Buona come di consueto l’orchestrazione dei trucchi.

Poteva forse mancare il diavolo, pardon vari diavoli, in questo cortometraggio di Mèliès ? Assolutamente no, e difatti le suddette creature danno del filo da torcere al poveretto di turno in una cucina. Non è grandissima cosa, ma si fa vedere senza alcun dubbio.

Il mago, allontanato in malo modo dalla cucina, si vendica mandando diavoli guastafeste. Dopo un attacco bozzettistico, il corto procede con incessante fluidità di corpi che si rincorrono entrando e uscendo da ogni dove: una vera coreografia atletica che disegna gimcane su e giù per le scale e le pentole in un'iterazione ipnotica. Se la storia non è gran che, a sedurre è proprio il continuo movimento dei personaggi (in particolare dei diavoli, ora neri ora bianchi), che ricorda quello del demonietto dell'Auberge du bon repos.

Surreale irruzione del fantastico nel quotidiano: una schiera di diavoletti mette a soqquadro una cucina! Burlesca vendetta contro uno chef sgarbato: alcuni oggetti scompaiono e ricompaiono, ingrandiscono e rimpiccioliscono, i piccoli diavoli cambiano colore, passando dal nero al bianco e viceversa... E' un corto straordinariamente dinamico, personaggi e oggetti sembrano carte da gioco tra le mani di un abile prestigiatore, tasselli di un caleidoscopio impazzito. Frenetico, con un buon effetto comico: lo chef perde veramente la testa!

Mentre un cuoco sta preparando da mangiare all'aperto, un mendicante chiede la carità. Verrà scacciato dal cuoco stesso che se ne pentirà amaramente.... Tema molto caro a Méliès (classico tema fiabesco), quello classico del mendicante che si finge tale, ma in realtà è un mago che lancia maledizioni. Ovviamente non possono mancare i diavoletti e le scorribande all'interno della scenografia. Alla lunga un po' ripetitivo.

Curioso corto di Méliès (quasi quattro minuti e mezzo), diviso in due parti. Ad una troppo lunga fase di attesa, col mago cacciato dalla cucina (parte non particolarmente brillante), ne segue una indiavolata (è il caso di usare proprio questo aggettivo!) che finisce con l'essere troppo movimentata per essere pienamente apprezzabile. La cosa più notevole è che Méliès, più che sull'illusionismo, si basa stavolta sui salti acrobatici.

L'eterna storia del povero vecchio respinto che ritorna per trovare vendetta in forme diverse, viene raccontata da Georges Méliès ambientandola in una cucina nella quale il cuoco poco cortese verrà perseguitato dai diavoletti evocati dal mago-mendicante. Non irresistibile con la seconda parte, con i dispettosi demoni in scena, sicuramente più riuscita, anche perché valorizzata dalle numerose perfomances atletiche dei personaggi.