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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Scordato come i pianoforti che Orlando accorda per mestiere, ma scordato anche come il passato che riaffiora impetuoso alla richiesta di una fisioterapista dipinta in funzione maieutica, quasi da psicologa. Rocco Papaleo, alla sua quarta prova registica, torna nella sua Basilicata per raccontare i drammi e le angosce di un uomo che sembra aver perso ogni interesse nella vita.

Emblematicamente avviata nel giorno del sessantesimo compleanno del protagonista Orlando Bevilacqua (Papaleo stesso), la storia gli affianca fin da subito la sua controparte giovanile (Corbisiero), presenza costante che da anomalo fantasma lo porta a ragionare su ogni azione criticandone il comportamento disfattista, cinico,...Leggi tutto apparentemente privo di cuore. Ci vuole l'incontro con la sopracitata fisioterapista (Giorgia) per riportarne alla luce il lato umano, non costantemente immalinconito dal gelido tran tran che lo ha trasfigurato in un automa privo di una direzione verso cui puntare. Riattivato non solo fisicamente dalle mani "sante" di Olga, Orlando - che mai concede un sorriso - accetta su consiglio di lei di tornare a Lauria, il proprio paese natale, per recuperare una foto di lui da giovane necessaria a capire quale fosse la sua postura originale in modo da poterla "ricostruire".

E' l'occasione per rituffarsi nel passato che rivive in forma di flashback a colori vivi, che contrastano con quelli desaturati del presente a marcare il solco enorme che divide le due età. Un ritorno agli anni Ottanta (la solita vittoria al mondiale in Spagna contestualizza immediatamente il momento) che ci svela lentamente cosa ha portato Orlando a soffire di un'eterna disillusione, a cominciare dal rapporto con la sorella (Curri) con cui da bambino scriveva poesie e che poi ha sposato la lotta comunista armata annientando ogni rapporto con la famiglia; e con la figura del professor Deodato (Petrocelli) a fare da cesura tra le due epoche, uomo a cui guardare per comprendere parte dei dubbi anche in riferimento alla madre (Rotunno). Un incrocio di emozioni e sentimenti che costituiscono l'ossatura sulla quale vivere l'esplorazione di Orlando in se stesso, contrappuntata dalle fondamentali musiche di base jazzistica che come sempre in Papaleo sono parte integrante del messaggio, insieme ai paesaggi di una Basilicata ripresa mai banalmente in scorci che si insinuano tra le vie dei piccoli paesi o le pittoresche strade costiere restituendoci l'essenza stessa del film.

Giorgia (al suo esordio su grande schermo naturalmente non si fa mancare una breve parentesi canora) si rivela sorprendentemente spontanea, per quanto non troppo presente dal momento che il film vive soprattutto sul rapporto tra Orlando e il suo "fantasma del passato", sul battibecco continuo con un "io" troppo diverso per poterci convivere placidamente. E nonostante Corbisiero non si riveli forse la scelta più adeguata nel ruolo di antagonista (spesso forzato nella sua pimpante allegria da contrapporre alla mestizia di Orlando), il film sa però offrire bei momenti cupamente divertenti (tutte le prime scene con la moglie prima dell'atto sessuale rimandato causa mal di schiena) e almeno un personaggio autenticamente da commedia con il quale concedersi spassosi incontri: il ricco imprenditore di Potenza (Ragone) ossessionato dal sesso che darà un passaggio in auto a Orlando prima di farlo smontare dopo aver scoperto quanto distante sia dalla sua visione della vita.

Si sorride comunque in più di un'occasione, la predisposizione al genere di Papaleo è indiscutibile e poco gli basta per azzeccare la faccia giusta, l'espressione da comico di razza... Peccato per i ritmi decisamente blandi, per l'incedere compassato più incline al dramma riflessivo che alla commedia: segnalano l'ambizione di offrire un taglio maturo all'opera, certo, che però non sempre al meglio si concilia con l'inconsistenza di molti passaggi.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/04/23 DAL DAVINOTTI
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Markus 15/04/23 10:16 - 3688 commenti

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Il ritorno di Papaleo alla regia porta con sé molti degli stilemi del cinema italiano contemporaneo: i fantasmi del passato - un po' nostalgico - che ritorna, gli Anni '80 quant'erano belli (al solito, l'82 come punta massima...) e quel misto tra commedia e tragedia che aleggia. Segno, forse, che anche quelli che i non più giovani considerano "nuove leve" stanno invecchiando. Un'opera più divertita nella costruzione che divertente per lo spettatore, nonostante qualche buono spunto qua e là ci sia (in primis la formidabile caratterizzazione di Ragone). C'è Giorgia e funziona bene.
MEMORABILE: Le "inchiavardate" millantate da Giuseppe Ragone.

Caesars 18/05/23 09:26 - 3791 commenti

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Buona l'interpretazione di Papaleo, qui anche regista, che riesce a donare al suo personaggio le giuste sfumature di perdente arresosi alle difficoltà della vita. Il suo contraltare "giovane" non risulta così efficace, ma tutto sommato anche la sua prova è discreta. Giorgia, al suo debutto su grande schermo, risulta disinvolta, ma il suo personaggio non convince appieno. La storia è raccontata bene, anche se il ritmo latita un po' (ma questo non è un difetto particolarmente grave); forse era evitabile la scena del concerto della cantante, che pare lì solo come omaggio "dovuto".

Paulaster 22/09/23 18:00 - 4421 commenti

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Accordatore torna al paese natio per cercare vecchie foto e fa un viaggio nella memoria per scrollarsi di dosso vecchi fardelli. Alcuni momenti funzionano, soprattutto nel rapporto con la sorella, anche se le "chiacchierate" con l'alter ego mostrano la corda, alla lunga. Qualche battuta denota cura in fase di sceneggiatura, anche se manca qualcosa nell'epilogo. Papaleo a volte risulta isolato e Giorgia (discreta come spontaneità) ha un ruolo fin troppo pieno di sfaccettature tra fisioterapista/coro/canto. Anche il suo numero, e conseguente visita in camera, non è una gran scelta.
MEMORABILE: Il passaggio in macchina; L'Aids; La poesia in classe.

Daniela 25/09/23 20:12 - 12662 commenti

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Giunto ai 60 anni, Orlando si sente "scordato" come i pianoforti che deve accordare per lavoro. La presenza, molesta ma stimolante, del suo alter ego giovanile e l'incontro con una estroversa fisioterapista forse riusciranno a farlo uscire da quell'empasse in cui si trova intrappolato da tanti anni... Papaleo ha dichiarato di aver posto al centro del suo quarto film da regista la necessità di perdonare e perdonarsi: missione compiuta con una commedia malinconica, ben ambientata e ben interpretata, con risvolti non banali sulla storia del nostro paese e un finale rasserenante.

Galbo 28/11/23 10:49 - 12395 commenti

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Quarta regia di Papaleo, la migliore dall'esordio, è un film leggero e profondo nello stesso tempo, tenero nella figura del disilluso accordatore di pianoforte, dal sofferto passato. Il regista riesce a dosare bene gli elementi drammatici e quelli brillanti e sentimentali della storia, con un'ambientazione che diventa, come avveniva nel suo primo film, parte integrante della vicenda. Felice l'intuizione di portare sullo schermo la cantante Giorgia, che sorprende per naturalezza. Una menzione per la splendida colonna sonora. Un buon film.

Achab50 30/11/23 09:29 - 78 commenti

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Davvero una gradevolissima scoperta; con questo film Rocco Papaleo dimostra una notevole capacità registica, oltre a quella conosciuta di interprete. E' un mix fra un'opera on the road (sia fisica che mentale) e una "Recherche" che però arriva a una pacifica conclusione. A sessant'anni è quasi l'ora dei bilanci, dei rimorsi e del desiderio di tamponare per quanto possibile errori e carenze del passato. Sorprendente la genuinità di Giorgia, che scopriamo ottima attrice. Stuzzicante la presenza dell'alter-ego. Film con accenti addirittura morettiani. Ottimo e sorprendente.

Jandileida 2/02/24 15:26 - 1565 commenti

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Un Papaleo malinconico, che si tuffa nel passato per provare a raddrizzare una vita venuta su storta. Piace questa impostazione che, se non ci fosse la splendida Basilicata a fare da cornice, verrebbe quasi da pensare di trovarsi in Mitteleuropa, tra introspezione e dolori. Film che si fa quasi fatica a classificare come commedia: a volte si ride, ma è quasi sempre un sorriso amaro; il ritmo è blando ma funzionale. Il contraltare del se stesso giovane funziona ma alla lunga diventa ripetitivo, così come sa un po' di posticcio la svolta politica. Brava (e bella) Giorgia all'esordio.

Gabrius79 4/03/24 12:06 - 1427 commenti

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Il film sembra partire bene con momenti indovinati, poi prosegue con un ritmo talvolta lento che non aiuta di certo a una resa ottimale del lavoro svolto da Papaleo (bravo invece a interpretare il suo personaggio). Si inserisce bene Giorgia al suo esordio come attrice, mentre Corbisiero non infonde al suo personaggio il giusto carisma. Buoni i paesaggi della Basilicata che fanno da sfondo

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