Chiunque può esser senza scrupoli, simulare e dissimulare peggio di Catilina, utilizzare ogni mezzo per provocare lotte intestine e arrivare così alla scalata di una società finanziaria che lui stesso ha fatto vacillare... L'inciucio, però, non esiste solo in politica ma anche, e a maggior ragione, nel suddetto ambito, e colpisce altrettanto rovinosamente. Fotografia, ambienti e costumi dell'alta aristocrazia londinese impeccabili ed espressi con minuzia, ritmo volutamente lento come in molti altri film di quel decennio, preziose la scelte dell'influenza shakespeariana sulla trama.
MEMORABILE: I quadri di Bosch; La danza degli attori tatuati; La votazione; Il tiro al piattello.
Tosini dirige un film particolare nel periodo degli spy e dell'inizio del giallo all'italiana, un ibrido a metà via tra il drammatico e il thriller che racconta l'escalation del protagonista verso il potere. Buona la messa in scena con tanti esterni esteri che danno l'idea di un film più ricco di quello che modestamente è (c'è però un ingenuo interno italico con tanto di nome di un'italianissima orchestra fatto passare come estero). Molto belle le donne del cast, discretamente valorizzate dal punto di vista sexy (di li a poco la censura avrebbe pernmesso di più).
Richard (nome non casuale) tenta la scalata alla finanziaria dello zio senza porsi scrupoli di sorta. Il suo modo di comportarsi e il destino rimandano a quelli del Riccardo III shakespeariano, citato in apertura e chiusura di film. Pellicola dalla difficile classificazione univoca: c'è azione e, blandamente, suspense ed erotismo. Buona la cura dell'immagine, la vicenda regge e il cast femminile è esteticamente pregevole e a suo agio. Una certa impassibilità del protagonista è parzialmente giustificata dal ruolo. Se non si hanno aspettative eccessive si può vedere tranquillamente.
MEMORABILE: Il brano musicale con i cori di Teo Usuelli, che ricorda quello per il coevo Dillinger è morto; Il balletto sui versi del Riccardo III.
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La Hahn l'avevo riconosciuta subito, in quanto la prima scene de Gli occhi freddi della paura è indimenticabile, ma la migliore è la Assmann, che fra l'altro è sul tipo della Pignatelli, mentre la Moratti, spesso e volentieri sbronza, è un po' sotto tono. La Paul mi domando perché sia stata posta così in evidenza, visto che il suo ruolo è marginale ed è quella che emerge di meno.
Aggiungo che il film è prevedibile per molti versi, e certi passaggi non entusiasmano granchè, ma l'intro e l'exitus coi concetti che ho citato nel commento son davvero notevoli, quindi un "buono" gliel'ho dato volentieri.
CuriositàApoffaldin • 19/02/25 10:15 Pulizia ai piani - 279 interventi
LA BOSCHERO FUGGE DAL SET
Il 23 luglio 1968, dopo una settimana di riprese a Milano e una breve pausa, la troupe avrebbe dovuto ritrovarsi per continuare la lavorazione del film. L'attrice Dominique Boschero però non si presentòsul set. Fu attesa a lungo, poi il regista Pino Tosini iniziò a cercarla per tutta Milano. Alla fine notò la Jeep verde dell'attrice parcheggiata davanti a un motel dell'AGIP sull'autostrada, nella zona di San Donato Milanese. L'attrice si rifiutò di riprendere il lavoro e il produttore del film si rivolse a un legale per chiederle dieci milioni di danni. Dal canto suo la Boscherodichiarò alla stampa che aveva abbandonato il set perché non l'avevanopagata. Inoltre disse di aver notato al suo arrivo a Milano che i produttori non erano più gli stessi con i quali aveva firmato il contratto.
Il giornalista de La Stampa aggiunse che il film era ispirato al "giallo di Acapulco".
FONTI: G.M., Caccia alla Boschero che fugge dal"set", in La Stampa, 25 luglio 1968, pag.7.
La reazione dell'attrice: "Non mi pagavano" Ibidem.
Le fonti sono consultabili qui. Si preme sull'icona del quarto pulsante in alto da sinistra (quindi l'ultimo a destra) per isolare la pagina e poi si può fare zoom sulla parte centrale.
La rottura fu evidentemente definitiva visto che la Boschero non interpreta nessuna parte nel film.
DiscussioneDusso • 19/02/25 16:46 Archivista in seconda - 1931 interventi