Raya e l'ultimo drago - Film d'animazione (2021)

Seppur impeccabile dal punto di vista grafico, si tratta del tipico prodotto americano che mira soprattutto alla spettacolarizzazione grazie a frequenti combattimenti e inseguimenti ad alto tasso adrenalinico. Ciononostante, l'intreccio appare poco coinvolgente e neanche troppo originale: una giovane coraggiosa (negli action odierni le figure di maggior spicco sono infatti  le donne) ha un compito importante da portare a termine, e ovviamente il suo passaggio lascia una scia di gioia e amore. A tratti caotico, ma nel complesso vedibile.

Disney costruisce il suo lungometraggio sulla mitologia orientale della quale il drago è uno dei simboli maggiori ma non dimentica di mettere al centro della narrazione, come sempre più spesso le capita, un personaggio femminile forte. Ne deriva un lungometraggio che, pur non all'altezza dei capolavori della casa, è divertente, pieno di azione e può contare su un'animazione impeccabile ma soprattutto su scenografie e sfondi da applausi. Buono il doppiaggio italiano. 

Vero e proprio fantasy di ispirazione asiatica, pieno di positività e con il bel messaggio finale dell'unione e della fiducia tra popoli. Scorre via velocemente, tra gag felici e tanta azione ben fatta, con una sceneggiatura che sa come rendere al meglio i personaggi, sia principali che secondari. Ottima l'animazione, con scenografie e ambientazioni ricchissime di dettagli e una bella caratterizzazione del drago (sia in forma umana che animale). Notevole.

Ottimo prodotto d'animazione che può contare su una storia densa di fascino e buone scene d'avventura. I messaggi principali del film (la fiducia e la fratellanza tra popoli) vengono veicolati con forza e coerenza, risultando tra l'altro molto attuali ed incisivi. La cornice orientaleggiante è un altro punto a favore. Nel complesso un lavoro davvero riuscito.

Il "taglio" asiatico, oltre a caratterizzare il ritmo ora pensoso ora accellerato del film, gli dona un atout di eleganza naturale che corregge il patinato canone Disney. Colpisce il lavoro di costruzione "scenografico" che, come accaduto per altri lungometraggi (vien in mente anzitutto Zootropolis), definisce spettacolarmente, come universo autonomo, le cinque terre di Kumandra. Più abbozzata invece gran parte delle caratterizzazioni e dei personaggi secondari, sacrificati tuttavia al bel trio femminile di Raya, Sisu e Naamari e a uno spirito scopertamente epico, adulto e inclusivo.