Una giovane donna appena licenziata dal museo di Chicago dove lavorava come restauratrice, torna a Baltimora per la festa del ringraziamento e per incontrare la sua famiglia.
Seconda regia di Jodie Foster dopo Il mio piccolo genio, A casa per le vacanze è la classica commedia sui complicati rapporti familiari, sorretta da una sceneggiatura gradevole che ha nei dialoghi i suoi punti di forza. Altro elemento positivo è l'ottima prova del cast, formato da attori di grande talento al servizio della storia.
Alla sua seconda regia cinematografica - l'esordio dietro la mdp era infatti avvenuto nell'88 con un episodio TV -, la Foster consolida la padronanza del mezzo soprattutto nel controllo delle dinamiche di un "gruppo di famiglia in un interno", di cui coglie coloriture e tensioni senza scadere in facili semplicismi. Un grande aiuto le è offerto dal collettivo di interpreti, in cui l'esperienza dei veterani (la frizzante coppia Bancroft-Durning e la svanita Chaplin) si salda con il talento dei giovani: da menzionare la controllata Hunter, l'indiavolato Downey jr e la sostenuta Stevenson.
MEMORABILE: Il tacchino arrosto che cade sul vestito della Stevenson, mandandola in escandescenze.
Aspira a presentare la solita serie di rapporti familiari in modo dolceamaro, facendo leva sulla empatia dei personaggi e brillantezza dei dialoghi. Ci riesce solo nella prima parte; nel prosieguo diventa troppo verboso; o meglio, il mix di parole e interazioni diventa prevedibile e non coglie più nel segno. Cast sicuramente affiatato ed efficace.
Ritratto di famiglia ben sceneggiato, con dialoghi sovrapposti fra loro che danno molto realismo e un'ottima direzione degli attori da parte della Foster. Il gruppo di protagonisti è infatti spontaneo e affiatato, elevando una sceneggiatura che propone comunque una serie di ritratti e dinamiche già vista altre volte. Si sorride, qualche momento raggela, proprio come avviene quando le famiglie si ritrovano.
Una famiglia si riunisce per il Giorno del ringraziamento e, com'è spesso tipico, fra parenti non tutto va liscio. I primi minuti farebbero pensare a qualcosa di umoristico o grottesco, ma strada facendo ci si rende invece conto che si vuole puntare al realismo evitando forzature o esagerazioni (da questo punto di vista i dialoghi ben preparati e il buon affiatamento del cast danno una mano). Peccato però che, come d'abitudine per diverse commedie ambientate sotto le festività, le contaminazioni romantiche siano sempre dietro l'angolo a scapito di mordente e presa sullo spettatore.
MEMORABILE: Il capofamiglia seda il litigio fra cognati annaffiando entrambi.
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Robert Downey,jr. ha pubblicamente dichiarato di aver usato eroina durante la lavorazione di questo film,la Foster gli scrisse una lettera facendogli i complimenti per il suo lavoro,ma avvertendolo che non sarebbe riuscito a fare altri film,se non si fosse curato dalla sua dipendenza.