Rapimento in diretta - Film (2020)

Dopo La reginetta del male, Gagnon torna alle femmine ambiziose e senza scrupoli, questa volta concentrandosi sul mondo del giornalismo che ben si presta a sotterfugi e machiavelliche macchinazioni. La storia è risaputa e i colpi di scena ampiamente prevedibili, la confezione fredda, ma l'insieme si lascia seguire con scioltezza. Stranamente riusciti i subplot e i personaggi secondari (il padre malato della protagonista che è in grado di riconoscerla solo se la vede in TV, la brava Kristin Booth nei panni della moglie tradita), che danno sostanza a una vicenda trita e inverosimile.

Philippe Gagnon ha l'incredibile "capacità" di sfornare film senza soluzione di continuità, che hanno tutti più o meno le stesse caratteristiche. Qui una reporter senza scrupoli inscena un finto rapimento in diretta per emergere nel mondo del giornalismo. Al regista le donne devono aver fatto qualcosa di male per forza perché anche in questo caso ne esce un quadro di genere da brividi, fatto di arrivismo, perversione e follia. Non c'è un solo personaggio femminile positivo e sembra di essere in un mondo unicamente falso e senza speranza. Film per la tv a basso budget.