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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La colta dissertazione su Proust e la "Recherche du temps perdu" che Alexander (Favino), venditore di libri part-time, ascolta da un suo possibile acquirente nelle prime scene, contiene il senso ultimo del film, costruito - non che sia una novità, soprattutto di questi tempi - su una concezione del tempo che non segue una linea retta ma si avvolge in una spirale. Mentre torna coi ricordi all'infanzia, all'adolescenza, alla maturità, le diverse età si confondono e la vita di Alexander si sviluppa per frammenti che si mescolano senza soluzione di continuità né marcamento che non sia quello apportato dal trucco sulle facce degli attori e da qualche partita...Leggi tutto di calcio in tv che almeno una collocazione temporale la fornisce (a chi ne sa, naturalmente). C'è il rapporto con l'altro sesso prima di ogni cosa: sposato, scapolo, fidanzato, sul punto di diventare prete, innamorato di una donna (Reilly) a sua volta sposata con un altro con cui consumare un rapporto in buona parte platonico, Alexander sceglie una vita improntata a una filosofia precisa che non prevede eccessi, smussati anche da una colonna sonora delicata con tracce jazz.

Amanda Sthers dirige e scrive la sceneggiatura (tratta da un suo stesso romanzo) tratteggiando i caratteri dei protagonisti con una raffinatezza che le parole e gli ambienti comunicano immediatamente (splendide alcune location, fotografate benissimo), ma fatica a trovare un filo comune, una traccia vera che riesca a dare sostanza al racconto. Non esce dalla normalità l'Alexander di Favino, oppresso da un nonno (Reno) che lo spinge a mettersi in gioco e che per lui non sembra provare disprezzo ma nemmeno amore. I sentimenti non sfociano mai in travolgenti passioni e il protagonista pare guardare tutto dall'alto senza sentire mai la necessità di intervenire davvero per cambiare le cose. Si consola con un paio di amici - sempre gli stessi - che lo accompagneranno e lo consoleranno mostrando una semplicità d'animo che a lui pare del tutto estranea.

Ogni cosa passa, muta, si rimpasta in un percorso che il tempo spezza e ricompone. Attraverso la sposa, l'amante, una seconda famiglia, le tragedie date da una morte improvvisa, inaspettata... Favino, non nuovo a ruoli simili (l'anno prima aveva girato GLI ANNI PIU' BELLI), conferisce sempre spessore e profondità ai suoi personaggi, ma anche il resto del cast è nel complesso ben diretto. Nessuno sale sopra le righe, tutto rientra nell'ambito di un dramma soft, vissuto prima di tutto interiormente, trasmesso attraverso poche parole (l'unico a uscire dai canoni è Reno, verace e credibile nel ruolo) a conferma di un approccio d'autore che però fallisce nel coinvolgere. Tutto scorre senza lasciare grandi tracce anche sulla pelle di chi guarda, cui poco resta alla chiusura dei titoli di coda se non la sensazione di un esercizio stilistico fine a se stesso. Corretto, ben recitato, a tratti evocativo nella sua ricercatezza estetica ma terribilmente fiacco e confuso. Se si escludono Favino e la Reilly, gli altri sono figure marginali prive di reale importanza, interpretate di conseguenza.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/03/22 DAL BENEMERITO IRA72 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/09/22
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Ira72 14/03/22 12:54 - 1313 commenti

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Lei si sta per sposare, lui ha un felice matrimonio in corso. Eppure galeotto fu l'incontro alla toilette. Proprio da quel colpo di fulmine si dipana una trama alla Sliding doors in cui presente, passato e futuro del protagonista si intrecciano continuamente per l'intera durata della pellicola. Lo si potrebbe definire un film autoriale, ben interpretato e curato. Ma. Se Favino, in stato di grazia, rende onore alle varie sfaccettature e vicissitudini del suo personaggio, è altrettanto vero che i continui sbalzi temporali, a tratti caotici, rendono la trama poco fluida e distante.

Galbo 23/03/22 15:53 - 12393 commenti

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Parafrasando il titolo il film si potrebbe definire una promessa non mantenuta. La storia di una relazione amorosa desiderata ma eternamente incompiuta, raccontata con continui salti temporali, è un esercizio di stile senza sostanza. Inquadrature, ambienti raffinati, elegante colonna sonora nascondono una certa povertà di contenuti, rappresentata essenzialmente da una sceneggiatura povera e da una storia poco sviluppata, con attori mai davvero convincenti. Evitabile. 

Daniela 11/03/23 22:26 - 12662 commenti

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Un uomo sposato incontra a un festa una donna in procinto di sposarsi; tra i due scatta la scintilla ma... Da un romanzo della stessa regista, un film dalla palesi ambizioni autoriali, fitto di raffinatezze e di citazioni colte a partire da quella tratta dalla Recherche proustiana che dovrebbe fare da fil rouge in una trama spezzettata tra passato, presente e futuro. Tutto molto raffinato e tutto molto noioso per l'incapacità di coinvolgere, una carenza penalizzante soprattutto perché qui si parla di passione, nostalgia, rimpianto. Quanto a Favino, sembra Favino truccato da Favino.

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