Playboy in prova - Film (1987)

Un nerd compra per una settimana la ragazza più carina della scuola, da li comincerà la sua ascesa ad autentico playboy, fino a quando si ritroverà faccia a faccia con il suo passato. Insomma, film piuttosto carino che fa leva sui buoni sentimenti, la rivalsa dei nerds nei confronti dei belli ma cinici e così via. Patrick Dempsey interpreta il nerd protagonista, colui che poi diverrà un sex symbol con Grey's anatomy. Piacevole.

Lo ricordo con affetto, questo filmino senza pretese, piuttosto conformista nell'assunto che l'amore vero non si compra e che bisogna essere se stessi. Si, andatelo voi a spiegare al ragazzo della pizza che nessuna si fila. Così lui impegna la paghetta di un anno per convincere la cheerleader (ovviamente superficiale all'apparenza, in realtà sensibile) a fingere di fare coppia con lui. Successone, ma poi s'innamora. Gasp. Vietatissimo agli over 19 direi, però all'epoca mi è piaciuto. *** alla memoria sua e del teenager che fui.

La classica storiellina del nerd che per farsi accettare, paga la più carina della scuola per stare un mese con lui. Le conseguenze? Tutte da vedere! Più banale di così non si può, ma che ci volete fare, solo questi film sanno introiettare emozioni innocenti e sincere. Una pecca per la mancanza di canzoni all'altezza.

L'ho visto subito dopo aver letto su questo sito lo splendido approfondimento dal titolo "27 anni di teen movies". Il film, pur essendo un concentrato di luoghi comuni, scorre liscio come l'olio dall'inizio alla fine, merito di una sceneggiatura fluida e dell'ottima prova fornita dai due giovani protagonisti, davvero molto sentita. Oltretutto la protagonista femminile, Amanda Peterson, è davvero molto carina, proprio come la ragazzina della quale ci eravamo innamorati ai tempi del liceo... Che nostalgia!

Un concentrato di luoghi comuni sull'eterna disputa tra fighi e sfigati in ambito scolastico, con tanto di predicozzo finale del protagonista Patrick Dempsey e conseguente applauso dell'intera scolaresca per la lezione di vita impartita. Il film scorre con qualche momento divertente, ma la banalità la fa da padrona e il suddetto finale affossa il tutto.

Le ragazze non sono trattate molto bene, in questa commediola diretta dallo specialista Steve Rash... Dapprima la più ambita del gruppo accetta una innocente "proposta indecente" per rimediare ad un danno tutto sommato risibile, poi tutte le altre sono pronte a donarsi a quello che era considerato lo sfigato della scuola solo perchè (in virtù della proposta indecente) cambia look, diventa stupidotto e soprattutto si permette di mollare la bella del reame. Si ruba anche da Animal House, ma Big John non ha niente da spartire con John Belushi.

La storia non è il massimo dell'originalità, d'accordo, ma il film ha comunque una buona dose di simpatia che lo fa apprezzare malgrado i limiti. Un film alla fine ben diretto, con una sceneggiatura davvero ben congegnata, oltre che un interpretazione generale davvero molto apprezzabile. Bravo il giovanissimo Patrick Dempsey e davvero splendida (ma anche brava!) la protagonista femminile Amanda Peterson. Direi non male.

Certi messaggi possono essere scontati, ma ripeterli non guasta, visti i loro contenuti positivi universali - l'amicizia, la comprensione reciproca e i sentimenti sinceri contro il materialismo, l'apparenza e la ghettizzazione - che vengono continuamente disattesi; e poi, giudicando il solo aspetto cinematografico, il racconto è leggero e accattivante come il vulcanico nerd di Patrick Demspey, figura tipo delle commedie giovanilistiche anni Ottanta. La compianta Amanda Peterson era un'attrice davvero valida e il ruolo di "bella con l'anima" qui le calza a pennello.

Il messaggio promosso da questa commedia anni '80 è molto importante, ma non basta la sua importanza se poi non lo si sa mettere in scena. Il film è banale e ha una sceneggiatura troppo scontata e mal imbastita per poter essere davvero interessante e l'interesse resta solamente nella sua leggerezza e nell'ambientazione tipica del periodo. I personaggi non funzionano, né i protagonisti né gli altri. Tra l'altro, le moderne femministe inorridirebbero vedendo come la figura della donna è qui trattata in questo. Guardabile, ma di una prevedibilità non comune.

Assomiglia a tante altre commedie adolescenziali in cui i protagonisti rispondono a caratteristiche ben precise. Come se non bastasse, la narrazione segue un percorso lineare e la conclusione arriva puntuale, senza alcun sussulto. D’altronde, il segreto di queste pellicole risiede proprio in questo e guai se l’epilogo non arrivasse in quel modo perché sarebbero in molti a restarci male. Nel complesso è un’opera onesta a sufficienza per essere apprezzata che riproduce, seppur caricaturando, uno spaccato liceale di cui la Peterson rappresenta la bella di turno da sognare la notte.