Persona - Film (2000)

Tra i liceali impazza il trend di portare una maschera sul viso, ma ben presto la moda si tinge di sangue. Il film parte da uno spunto quasi pirandelliano: tutti indossiamo una maschera. Bello, ma il dilagare delle maschere non è realistico e questo toglie ogni interesse al film. E’ vero che la trama ha un bel crescendo di complessità e il regista sa lavorare con le immagini (anche se un po’ alla videoclip), ma la qualità complessiva è deprimente: recitazione quasi unanimemente scarsa, snodi narrativi sballati, sequenze spesso piatte.

Non banale il simbolismo sotteso all'intera pellicola: la maschera, come adesione al conformismo, che ci permette una maggiore libertà (una metafora del Giappone postmoderno, forse). Komatsu, però, la butta in caciara annullando il messaggio sociale in una carnevalata (è il caso di dirlo) parecchio confusa in cui vengono miscelati il mondo della moda e dell'immagine, la vendetta e il conflitto intergenerazionale. Male il doppiaggio italiano.

Ennesimo film che tenta in tutti i modi di amalgamare una storia thriller all'interno di un dramma di alienazione adolescenziale. Dal buon incipit, purtroppo affossato da una narrativa ingombrante, finisce in un maelstrom senza ritmo né tensione e con personaggi di troppo che sentenziano random. Tecnicamente discreto ma senza una sola sequenza madre. Esordio cinematografico per Chiaki Kuriyama.