Un killer copia gli omicidi di un celebre fumetto: è questo, in sintesi, il succo di questo thrillerino di Bruno Mattei. La polizia indaga con modi scandalosi (c'è pure l'attore feticcio di Mattei, il Mutanda dell'Isola dei Famosi!!!). Tenebre è la fonte principale a cui Mattei attinge, ma c'è anche un certo slasher americano (basta vedere il travestimento del maniaco).
L'inizio ben promette lasciando intravedere un thriller basico ma di buona efficacia popolare. Il seguito annega, ahinoi, nella povertà estrema di trovate e di una sceneggiatura che non lievita mai. E anche certe morbosità, potenzialmente intriganti, svaporano al sole della risaputezza (compreso il finale). Il mitico Zequila annaspa assai; apprezzabile, invece, la presenza della Seller/Carpaneto, graziosa e dal volto esotico: purtroppo si mostra solo castamente (si spoglicchia, diciamo).
Mattei offre il suo contributo al genere giallo rispettando tutti gli stilemi del genere, dal look nero vestito dell'omicida al movente. All'appassionato piacerà; il film infatti, pur saccheggiando da vari titoli (Tenebre) ha dei guizzi creativi e non risulta trash al contrario di molti gialli coevi. Nomi interessanti nel cast (vedi Lombardi) e discretamente recitanti (persino Zequila qui detective non è male). Da segnalare l'atmosfera sporca e malata e il primo trucido omicidio, notevolissima la parte finale.
MEMORABILE: Il primo splatteroso omicidio nell'apertura; L'omicidio nell'ufficio di notte; I 40 minuti finali; Il finale; La protagonista va in cucina e...
Thrillerino dal sapore televisivo che si rifà a Tenebre sia nell'idea di base (fumettista horror al centro di una catena di delitti) che nei singoli dettagli, dalla battuta sulla Smith & Wesson (qui Black & Decker) sino all'urlo finale del personaggio superstite. Fiacchissimo, statico, sonnolento, con un'ultima parte che, finite le idee sulla terraferma, si lancia in una trasferta barcaiola da coltello nell'acqua dei poveri. Se non altro si evita il solito sesso patinato, tanto che pure Zequila resta vestito. A sorpresa, la soluzione del whodunit non è malvagia.
Giallo all'italiana con slanci splatter, palesemente ispirato a Tenebre; Mattei dimostra dimestichezza in regia e riesce a imprimere un taglio internazionale, pur nei limiti di un B-movie a bassissimo budget. Gli SPFX sono comunque di Giannetto De Rossi e spiace quasi che non si sia spinto maggiormente sul lato gore; le musiche sembrano invece spesso di repertorio e il whodunit non è propriamente imprevedibile, mentre il cast - con tutti i limiti del caso - risulta passabile. Vecchio artigianato italico che si lascia vedere, pur con tanti déjà vu e qualche snodo narrativo grossolano.
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Un thhriller di chiara ispirazione argentiana che subisce una curiosa sorte:sei anni dopo la sua realizzazione viene editato in vhs col titolo cambiato in Occhi senza volto e soprattutto con le sequenze dei delitti tolte di peso e sostituite con alcune scene analoghe tratte da La casa con la scala nel buio.In questa occasione il nome di Mattei viene sostituito dallo pseudonimo di Herik Montgomery.Trattasi di un thriller scritto da Lorenzo De Luca con abbondanza di citazioni da Tenebre di Argento.
Fonte:Giallo e Thrilling Made in Italy di A.Bruscini e A.Tentori.
Per i collezionisti interessati segnalo che del film de quo esiste una quantomai rara VHS targata CVC.
Sulla fascetta si riporta il nom de plume di Mattei, Herik Montgomery, e quello usato dalla Seller, Carol Farres.