La leggenda di Fred Buscaglione rivive in questo film in cui è il protagonista assoluto: in una improbabile Parigi assisterete alle avventure dell'agente dell'FBI (!) Fred Bombardone che si finge cantante di un night per scoprire chi è il gangster che semina morte. A complicare la sua missione arriva Totò nei panni del temibile Algerino con colpo di scena finale! Un cult personale che mi ha fatto diventare istantanemente un fan sfegatato del grande Fred.... Spero che, dopo, lo sarete anche voi.
MEMORABILE: Fred, circondato da belle ragazze, esclama: "Ma questo qui è il paese dei balocchi... tutte bambole!"
Avvertenza: qui si adora Fred Buscaglione. Come non amare questo torinese che (un po' un Paolo Conte della mala) portò l'Italietta del dopoguerra dritta dritta in un mondo fantastico di gangster, pupe e pallottole che però non fanno mai veramente male a nessuno? Il film è una parodia del noir francese, a cominciare dall'ambientazione. Di per sè nulla di notevole, ma Fred e i suoi Asternovas (tutti nel cast con il"chitarrista" Paolo Panelli divertente) e un cameo di Totò, temibile malavitoso in marsina, fanno bene al cuore. Per spettatori dal whisky facile.
Testamento di Fred Buscaglione e del suo rauco mondo di pupe (meglio: bambole), whisky e tabacco in una movimentata parodia dei classici del noir alla quale prendono parte un irresistibile Totò malavitoso con la sua tonta spalla (Castellani), splendide donne fatali (Sini, Gabel, Shaw), mogli gelose (Valori) e un'orchestra di poliziotti guidata dal solista Panelli. Come non citare poi il doganiere Pavese e l'imponente gangster Solaro? Il tutto non è eccezionale, ma senz'altro ben supervisionato. Giovanni Fago (allora csc) è aiuto regista.
Simpatica commedia che, facendo il verso ai noir dell'epoca, ci presenta un Fred Buscaglione nei panni di un quasi-omonimo agente di FBI che si finge jazzista per indagare su un traffico di droga. Nulla di eccezionale, per carità, ma il mondo fumoso del jazz, del whisky e dei gangster tanto caro a Buscaglione, benché in chiave parodica, è ben rappresentato e i personaggi si muovono in esso con naturalezza, seguendo un plot ben costruito e ricco di momenti divertenti. Esilarante Totò, sebbene in un ruolo minore, equilibrate le parti cantate.
Film ritagliato sulla personalità artistica di Fred Buscaglione, che con le sue canzoni e, soprattutto, interpretazioni, portò un nuovo stile canoro nel panorama italiano di allora. Questo però non basta per fare di "Noi duri" un film divertente e pieno di autoironia come si potrebbe immaginare. L'apparizione di Totò l'Algerino, con tanto di fez e il battibecco alla dogana con Luigi Pavese, porta il sorriso e il riso per una comicità ineguagliabile e senza età, che tutti conosciamo. Buone canzoni e belle ragazze per completare il quadro.
Buon ritmo ed anche bella fotografia. Fred, agente FBI con accento torinese, ha un'ottima voce quando canta ed anche quando parla, è ironico e velato da leggera malinconia. "Bambole" stupende. Spiritosa la coppia Panelli-Valori, ottimo Castellani, cammeo di Elio Pandolfi, gentiluomo spagnolo sedotto dalla Bice. E poi il Principe in fez, con un suo spazio che lascia il segno. Film leggero e divertente, anche se esile: certi numeri musicali, agli occhi di oggi, sono un po' lunghi, ma lo si guarda volentieri.
MEMORABILE: Fred sulla panchina con due fanciulle in abiti maschili; Gli esercizi ginnico-tersicorei della vicedirettrice del locale in tutina nera.
Un film di Fred Buscaglione con un cameo di Totò. Più che un film un minestrone poco saporito di generi diversi cucinato dalla regia poco brillante di Mastrocinque. C’è la parodia all'acqua di rose dei film noir francesi di Eddie Constantine, ci sono, come in un musicarello, i trascinanti numeri canori di Buscaglione interpretati con la sua calda voce rauca impastata col fumo delle sigarette e col whisky, si mostrano spogliarelli casti come nel documentaristico Europa di notte e infine ci sono gli sketch che Totò recita con il solito funambolismo.
MEMORABILE: Totò ha un buffo fez in testa e fa sempre ridire molto anche se ricalca consunti canovacci dell'avanspettacolo; Castellani inventa uno strano dialetto.
Come risaputo un film cucito addosso per Fred Buscaglione, che morì pochi giorni dopo la fine delle riprese. Le molte scene musicali riescono a non far calare il buon ritmo. Un bel cast, con ruoli cuciti molto bene, una scanzonata presa in giro dei night e dei gangster. Esilarante Totò (la scena con il doganiere è assolutamente fantastica).
Come dice Buscaglione nel film, ha inventato il genere giallo musicale nel quale è un ispettore infiltrato come chef d'orchestra. Padrona del locale dove lui si esibisce è Linda Sini, che risulterà essere immune al suo fascino, Buscaglione era considerato un bello, con qualche chiletto in più, del cinema. Mentre fa breccia in Lynn Shaw e Scilla Gabel. Totò è poco più che una macchietta con la spalla Castellani, ma con Pavese risulterà essere irresistibile alla dogana.
MEMORABILE: "Se lei ha una divisa io ci ho un paletot addosso, ha capito?" (Totò ci tiene ad affermare di essere un signore borghese davanti a Luigi Pavese doganiere).
Film disimpegnato e leggero che pretende di essere poco più di un caffè corretto dopo un lauto pasto. Buscaglione dimostra di essere spavaldo quanto basta e di avere la personalità necessaria per reggere il peso del ruolo da protagonista. Meno male che c’è Totò che dona una folata di allegria a una pellicola affetta da un’eccessiva semplicità di fondo, che si tramuta qualche volta in tedio. Gli intermezzi musicali lasciano il giusto spazio a Buscaglione, ma fanno perdere un po’ di consistenza e interesse al film.
Un film atipico per il cinema italiano dell'epoca, una sorta di mistura fra noir e commedia con molti (forse troppi) intermezzi musicali. La mano leggera di Mastrocinque e la presenza di Totò fanno subito virare il timone verso il faceto ma la vicenda non decolla mai del tutto, nonostante l'ottima prova di protagonisti e comprimari. Colpa probabilmente di una sceneggiatura poco incisiva e delle troppe canzoni che spezzettano il ritmo, non troppo elevato e di un intreccio noir piuttosto fiacco. Ottimo per scoprire Buscaglione e il suo mondo.
MEMORABILE: Le canzoni di Buscaglione, in primis quella che dà il titolo al film.
Nonostante la simpatia di Buscaglione non è un film molto riuscito. La trama non decolla mai e il ritmo è stranamente compassato, anche perché al timone c'è Mastrocinque che di solito era più svelto. Si sorride con gli sketch di Totò, specie quello alla dogana, e con il colpo alla cassaforte con bimbo appresso, ma sono più i momenti di stanca. Vale come testamento della musica di Fred e poco altro.
Film di e per Fred, il duro dal baffo tenero, col suo sodale (spesso dimenticato) Chiosso che si occupa della sceneggiatura (assieme a Verde, altro grande autore televisivo) e delle musiche. Proprio per la intrinseca autoreferenzialità del progetto, sarebbe stata probabilmente necessaria una regia più "fresca" di quella del navigato Mastrocinque. Il film ha però un suo brio e la propria personalità, con Buscaglione che regge bene il ruolo alla Costantine, Totò "algerino" che offre Fez e qualche consumato frizzo, Panelli in uno dei suoi migliori ruoli al cinema e la notevole Gabel.
MEMORABILE: La dogana.
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Quando il film usci nelle sale Buscaglione era già morto a Roma in un incidente stradale notturno.
Come conferma Graf è un film uscito postumo: Buscaglione morì a 38 anni, in un incidente stradale avvenuto a Roma all'incrocio tra via Paisiello e via Rossini, nella notte del 3 febbraio 1960 mentre il visto censura del film data 17 febbraio 1960.