La terra torna ad essere silenziosa, ripopolata dal mantrico io narrante ed errante di una last woman standing persa tra echi e residui di un'umanità scomparsa dalla faccia di una tomba chiamata mondo. Atmosfere illividite da una fotografia metallizzata e crepuscolare, umore limaccioso e catacombale, ritmo che privilegia la stasi e l'arrancamento; un cinema uggioso acquitrinoso e fosco, che abita l'apocalisse con l'atterrita rassegnazione di un clochard, sempre in rischioso bilico tra tedio devastante e ipnoinduzione.
Nikos Nikolaidis HA DIRETTO ANCHE...
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un altro cine-nascondino esaudito. il post-umano riempie lo schermo, ma più che un film sembra di attraversare un muro di mastice tanto il ritmo è gommoso e le atmosfere al limite della rarefazione assoluta. il fascino si fa sentire, mettendosi però in pari con sbuffi e sbadigli. siamo comunque da tutt'altra parte rispetto a un singapore sling
Schramm ebbe a dire: un altro cine-nascondino esaudito. il post-umano riempie lo schermo, ma più che un film sembra di attraversare un muro di mastice tanto il ritmo è gommoso e le atmosfere al limite della rarefazione assoluta. il fascino si fa sentire, mettendosi però in pari con sbuffi e sbadigli. siamo comunque da tutt'altra parte rispetto a un singapore sling
Bravo! Nikolaidis, per quel che ho visto, fa della rarefazione un marchio proprio: è un abile dilatatore della guaìna, un estenuante coito interrotto fatto di carezze e scazzo cumulativo sennonché il succo che ne consegue ha (regolarmente) un suo peculiare e bizzarro sapore.