Ufficioso e apocrifo biopic di Kaczynski liberamente ispirato all’Unabomber Manifesto. Da vero dinamitardo Toyoda lavora sulla tensione dell’attesa, in una sospesa atmosfera di edenica quiete innevata magnificamente catturata, che ben allegorizza la freddezza del Male come registica. Mentre ha luogo uno stage di spietato luddismo, l’eremita si gode il ritiro spirituale dal sistema, in odio alla tecnocrazia assoggettante l’individuo, e le vere bombe saranno ipnagogie rese con piglio di assoluto realismo. D'acchito la perplessità ha la meglio, poi entra lento in circolo come una flebo.
Unabomber nipponico: isolatosi dal mondo in una baita in alta montagna, giovane cogitabondo prepara pacchi esplosivi, fra una visita e l'altra della sorella (viva) e dei due fratelli (morti)... Visivamente molto suggestivo, sia per l'ambientazione quasi interamente avvolta nella neve che per l'aspetto in versione "mostruosa" degli spettri familiari, dal ritmo lento ed ipnotico rafforzato dalla inserti musicali della colonna sonora, il film risulta invece meno convincente sul piano dei dialoghi, inclini al didascalismo. Anche se non del tutto riuscita, un'opera ammaliante, originale.
MEMORABILE: Tutte le apparizioni spettrali: maschere semplici, "artigianali", ma estremamente efficaci
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DiscussioneDaniela • 30/07/15 09:02 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Schramm, ho fatto bene ad attendere i sub ita dei benefattori di asianworld (indispensabili, con quelli inglesi avrei arrancato) e soprattutto una eccellente qualità, dato che visivamente è un film molto affascinante. Mi hanno convinto invece meno i dialoghi, ma comunque è un film da vedere, per cui grazie della dritta :o)
PS: voto coincidente al tuo, non è che capita poi spesso - brindisi virtuale per festeggiare il lieto evento!
i dialoghi (o meglio: i soliloqui e i monologhi) sono in buona parte tratti dall'Unabomber manifesto, che è a mio avviso il trattato più spietatamente lucido, profetico, geniale e illuminante sulle sorti tecnocratiche e sulla sindrome di stoccolma che l'uomo ha sviluppato nei confronti della schiavitù tecncologica che stiamo appunto esperendo ora, stilato quando ancora l'entropia telematica e industriale era di là da venire. qua e là son fedeli, qua e là vi sono licenze poetiche.
ein prosit, dunque! a rigore con I'm flash dovremmo farne un secondo, sperando tu regga bene l'alcool...
buono a sapersi che siano fuoriusciti i sub ita, avrò modo di rinnovare la mia versione non proprio qualitativamente over the top