Film tratto dal romanzo di Pratolini ed incentrato sulla figura del protagonista interpretato da un Massimo Ranieri che mostra buone doti di attore. Per il resto il film si segnala per la suggestiva fotografia e la buona caratterizzazione ambientale. La sceneggiatura è ben scritta per la parte riguardante la vicenda sentimentale meno per ciò che riguarda quello politico e sociale.
Abbastanza politicizzato, l'ho trovato alquanto noioso e poco interessante. Frank Wolff e Montagnani scompaiono prima che il film superi i 60 minuti, il resto del cast è ottimo ma il film è senza mordente. Consigliato solo a appassionati di cinema sindacale e politico.
Una di quelle prove registiche che offre robusta sponda critica a chi sottolinea l’ostentato calligrafismo di Bolognini. In effetti qui il suggestivo crepuscolarismo della messa in scena (la laccata fotografia “d’epoca” di Guarnieri, la cura scenografica, l’estetizzante score di Morricone) esonda e anzi entra in sgradevole attrito con quella che vorrebbe essere la passione politico-civile del racconto. La parte più riuscita risulta così essere la descrizione del voluttuoso capriccio di Ranieri/Metello per Ida/Aumont. Encomiabile e rocciosa la Piccolo.
Ammirevole per fotografia e costumi (ma nell'inquadratura compaiono elementi architettonici degli anni '70), ben interpretato da Massimo Ranieri che non adotta la recitazione teatrale di Montagnani, avrebbe dovuto essere doppiato da attori toscani e non da chi tenta infelicemente di riprodurne l'accento. Tutti, troupe a parte, sono intenzionati a esaltare forzatamente il movimento anarchico della fine '800 e per questo il risultato tutto è tranne che convincente. Ottime le musiche di Morricone, ma non bastano a fare un buon film.
MEMORABILE: "Che, sono socialisti anche loro?", "No, siamo ladri".
L'affresco di Pratolini ridotto in pellicola senza grossi difetti ma un po' scollato: le due chiavi, politica e sentimentale, danno l'impressione di comunicare poco. Lo spettatore sedotto dagli scontri sindacali se li ritrova mozzati dagli amplessi, mentre agli amanti delle liaison annoia l'impegno socialista (che poi è la parte più vigorosa). Massimo Ranieri, star canora quanto autentico proletario, sa accomodarsi nel complesso ruolo senza eccedere. La Piccolo premiata a Cannes.
MEMORABILE: Il picchetto fuori al cantiere e il tragico scontro con i crumiri
Formalmente curata tanto da sconfinare nella maniera, una trasposizione del romanzo di Pratolini sulle lotte sindacali della fine dell'Ottocento, raccontate attraverso le vicende di Metello, giovane operaio edile fiorentino, la cui maturazione politica si accompagna a quella sentimentale. Ed è proprio questa ultima parte quella meglio sviluppata nel film di Bolognini, grazie anche alla prova di Piccolo nel ruolo di Ersilia, mentre più convenzionale appare quella relativa alle lotte sindacali. Essendo doppiato, difficile valutare Ranieri attore, al di là della naturale espressività.
Splendido film di Mauro Bolognini tratto dal romanzo omonimo di Vasco Pratolini sulla gioventù, gli amori e le lotte sindacali di Metello, operaio fiorentino di inizio Novecento a Firenze. La ricostruzione scenografica e i costumi sono eccellenti e altrettanto la fotografia. Bravissimi Massimo Ranieri e Ottavia Piccolo, ottimo e struggente il commento musicale di Ennio Morricone. Uno dei migliori film degli anni '70.
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DiscussioneRaremirko • 14/08/18 21:45 Capo call center Davinotti - 3858 interventi
Lo ritengo un buon film e Bolognini realizzò comunque di molto peggio (e di molto meglio, ovviamente).
Montagnani, qui insolitamente serioso, lo si vede pochissimo e solo all'inizio, purtroppo; discreto Ranieri e, stringi stringi, il tutto si risolve nel solito conflitto proletariato/capitalismo.
Film con qualche ambizione, invecchiato bene ed ancora vedibile ed attuale.