Sequel di un noto film del 1979, che pur non brillando per originalità ed evitando sequenze particolarmente sanguinolente, riesce a creare una buona dose di suspense (da segnalare il maniaco che penetra nella stanza dell'ospedale, l'inizio e il finale). La sceneggiatura risulta ben congegnata e gli attori (due dei quali presenti anche nel capostipite) sono piuttosto bravi, affiancati peraltro da una Jill Schoelen, efficacemente calata nel ruolo della vittima di uno stalker.
Mi ha deluso molto. Sarà che il precedente film letteralmente schiaccia con il peso della superiorità questo sequel... Alcune scene sono poi prese di peso da quello, la trovata del ventriloquio è francamente ridicola e ancora di più quella del mimetismo! Attori e regia validi, ma film resta purtroppo mediocre.
Walton ripropone personaggi e tematiche del suo film più famoso dimostrando di avere ancora una certa efficacia nella regia, seppure penalizzata dalla confezione televisiva. L'incipit è ottimo, la sceneggiatura perde qualche colpo nella parte centrale, dove si approfondisce anche poco la figura dello psicopatico (e questo gli fa perdere terreno rispetto al primo), per poi risollevarsi verso la fine con un paio di belle trovate. Durning e la Kane ancora in parte, meno efficace la Schoelen. Non male.
Walton realizza un sequel che è parzialmente anche un quasi remake (la situazione iniziale è quasi identica) del suo bell'esordio nel lungometraggio (che a sua volta era un'espansione di un suo corto). Evidentemente il tema è di quelli che mette a perfetto agio il regista, e infatti le prime sequenze sono le più riuscite, nelle quali monta una tensione davvero efficace. Pur girato per la TV, il film non presenta quei limiti che spesso accompagnano questo tipo di prodotto, e tiene avvinto lo spettatore fino alla sua conclusione. Non tutto convince al 100%, ma sostanzialmente buono.
Walton torna dopo quasi quindici anni al suo film più famoso, recuperando Carol Kane e Charles Durning nei loro vecchi ruoli. La struttura è sistematicamente simile a quella del predecessore: un lungo e tensivo incipit con babysitter spaventata e visitatore minaccioso (questa volta non particolarmente amante dei telefoni), una tranche centrale investigativa e un recupero adrenalinico nel finale in zona horror. Ciò che rende memorabile un altrimenti canonico sequel è l'impronta filo-onirica della seconda parte, che offre risposte vaghe, forse incoerenti, ma inquietanti e suggestive.
MEMORABILE: La voce al di là della porta; Il pupazzo senza faccia; Gli occhi del killer su sfondo nero (impossibile non pensare alla Calandra in Profondo rosso).
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Grazie Buio, devo dire che anche a me non è affatto dispiaciuto, se la gioca praticamente alla pari con il film del 1979.
Io l'ho recuperato grazie ad un amico che mi ha gentilmente passato il suo dvdmux, reso possibile dal dvdrip americano, mentre la traccia audio italiana è stata estrapolata dalla vhs CiC Video.
:)
Turbo ebbe a dire: Digital dove si può trovare questo film in italiano, non ce l'ha nessuno. Grazie.
PS:
Non ho idea di come si possano inviare i pm. Ciao, Turbo, dovrei averlo da qualche parte (naturalmente in italiano). Se vuoi, tra qualche giorno te lo carico.. ;-)
Per i pm, ti devi collegare al davibook..
Comunque, per qualsiasi cosa, contattami alla mail dark.h@hotmail.it .
Grazie mille per le gentili risposte, sia a Digital che a Buiomega, non avevo dubbi di aver scoperto una grande comunità di appassionati molto competenti :)
Turbo ebbe a dire: Grazie mille per le gentili risposte, sia a Digital che a Buiomega, non avevo dubbi di aver scoperto una grande comunità di appassionati molto competenti :)
PS:
Il "davibook" non so cosa sia purtroppo.
Per entrare nel Davibook devi cliccare in alto a destra (estrema destra della paginona del sito, penultimo tassello). Poi ti "fai riconoscere" con le tue stesse credenziali davinottiane e da lì inizi il girone dei carteggi dei folli (che saremmo poi noi...).
Ben arrivato Turbo!