Rielaborazione in chiave poveristico-televisiva del colpo alla SOLITI IGNOTI, una delle idee più sfruttate dal nostro cinema. Si prende qualche volto famoso, gli si fa fare la parte del morto di fame e si tenta la strada della commedia corale. Se però già il soggetto di Pierfrancesco Pingitore è modestissimo, la sceneggiatura e la regia (di Fabio Luigi Lionello) sono anche peggio: i nostri Soliti ignoti targati Mediaset si dibattono prigionieri di un copione incapace di uscire da situazioni di un'inconsistenza imbarazzante per una "bagaglinata" in cui davvero pare non mancare nessuno, dati i ruoli di...Leggi tutto contorno assegnati a Oreste Lionello (il barbone), Leo Gullotta (il direttore della banca), Pippo Franco ( "er Pantera", galeotto raffinato al quale Mattioli sottrarrà il piano per rapinare la banca), Martufello (un regista pubblicitario)... La femme fatale di turno è Eva Grimaldi, al top della forma e niente male, visti gli altri. I tre "big" del colpo sono invece Mattioli, Andrea e Natoli: il primo non trova mai la battuta giusta, il secondo appare stanco e svogliato, il terzo è se non altro spontaneo. Insieme progettano il classico colpo alla banca da raggiungere attraverso la rete fognaria. Non solo niente di nuovo quindi, ma un clima dimesso che riflette la convinzione che in ben pochi credessero alla riuscita del prodotto. Si vede Max Giusti confuso tra i tifosi d'un bar. Tre o quattro buone gag in tutto.
Gradevole film tv che ricalca le trame alla Soliti ignoti e alla Banda degli onesti, con il classico gruppo di ladri improvvisati che tentano il colpaccio. All'inizio si batte la fiacca, ma poi la simpatia del cast (soprattutto Gullotta, Mattioli e Natoli; Roncato appare invece stanco e imbolsito mentre Pippo Franco e Lionello si limitano a comparsate) e di alcune trovate contagia lo spettatore. Simpatico e senza pretese.
La compagnia del Bagaglino nuovamente radunata per un film televisivo che segue (ma solo nel gioco di parole) il "successo" dell'anno prima di Ladri si nasce. Il cliché dei Soliti ignoti si replica in funzione di una vicenda che per l'ennesima volta vede un gruppo di poveri ma simpatici con un "colpo" per le mani che potrebbe cambiare il destino della propria misera vita. La formula così ampiamente utilizzata nel cinema non risente degli anni, soprattutto grazie alla brillantezza degli attori al ritmo della pellicola.
Pingitore perde per strada molte delle star del capitolo precedente (in realtà un film molto diverso, con cui ha in comune solo il gioco di parole del titolo) e prova a scopiazzare canovacci classici. Ma la sceneggiatura è povera anche per una produzione tv e gli interpreti principali sembrano meno convinti, per cui il prodotto sa di già visto e suscita solo qualche rara risata. Fugaci e inutili comparsate per Franco e Lionello, con il primo palesemente fuori parte. Uno dei prodotti più fiacchi del Bagaglino, che si può tranquillamente evitare.
MEMORABILE: "Me l'hai fatto ristretto?" "Più ristretto de così te posso dà un chicco di caffè co 'na cannuccia".
Bagaglinata che prova la carta à la Soliti ignoti, ma la realizzazione è molto più vicina al colpo gobbo milanese. E la sensazione è quella di aver perso tempo. Film TV senza verve, che non diverte mai e anzi mette a dura prova la pazienza dello spettatore. Particolare la scelta di affidare una particina a Pippo Franco, togliendolo di fatto immediatamente di scena; Mattioli e co. fan quello che possono e la cosa non basta. Inutile il personaggio di Lionello.
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