La vita davanti a sé - Film (2020)

Sophia Loren interpreta quest'ultimo grande ruolo da protagonista della sua lunghissima carriera in modo impeccabile. Non ha timore nel mostrarsi invecchiata e senza trucco. Ne ha acquisito in fascino e credibilità. Qui recita con lo sguardo, con le espressioni del viso, con la voce. Soprattutto con il cuore. Bellissimi gli omaggi del figlio Edoardo alla carriera della madre all'interno della pellicola. Il film ha tante tematiche attuali e di spessore. La candidatura all'Oscar è assicurata e meritata! Consigliato!

Il film ha in pratica due punti di forza: il ritorno della Loren sullo schermo, invecchiata ma non doma, capace ancora di grande intensità e il suo rapporto con il piccolo Momo, interpretato da un bambino bravissimo. Per il resto Ponti non riesce a creare la giusta atmosfera e alla sceneggiatura manca quel guizzo che ci faccia entrare davvero nel dramma e nei suoi personaggi. Sa un po' di televisivo in alcuni passaggi, nonostante la buona colonna sonora e una fotografia a tratti vincente. Non male, ma in parte deludente.

Classico film infarcito di buoni sentimenti e di situazioni altamente melodrammatiche che sfociano nell'inverosimiglianza poiché, come è ben noto, il troppo stroppia. La protagonista è infatti una sopravvissuta alla Shoà, ex prostituta un po' iraconda ma, ovviamente, dal cuore d'oro tanto da ospitare in casa sua ragazzini in situazioni difficili. E questo è solo l'inizio. Insomma tutto è orchestrato per far piangere lo spettatore. Per fortuna la Loren con la sua recitazione fa ancora impallidire le tante, troppe, attrici modeste dei nostri tempi. Molto bravo anche Ibrahima Gueye. 

Una buona prova attoriale di Sofia Loren e del piccolo Gueye che viene leggermente soffocata da una sceneggiatura un po' scontata in cui a tratti prevalgono noia e lentezza. Tuttavia abbiamo una dignitosa fotografia a compensare e discrete prove del cast di contorno. Francamente manca quel guizzo, sia alla storia sia a una regia un po' sbiadita di Edoardo Ponti. Buone le musiche.

Madame Rosa come Monsieur Ibrahim, ma stavolta il rapporto intergenerazionale, interculturale e interreligioso è tra un’anziana ebrea sopravvissuta e un ragazzino musulmano migrante. Storia di differenze che si incontrano, ma anche di devianze da correggere. Film grondante facile buonismo ma inaspettatamente senza eccessi plateali, anzi con personaggi equilibrati (nonostante qualche salto affrettato di evoluzione psicologica), che aiutano a immergersi nella vicenda trasportata bene dalla Francia del romanzo all’Italia multietnica. Grande Loren.