La terza parte della notte - Film (1971)

Persi moglie e figlio per mano dei nazisti, Michal trova impiego nella Varsavia occupata come cavia di un vaccino per il tifo. Sovraccarico, delirante, ossessivo, instabile, fin dall’esordio il cinema di Zulawski non concede sosta ai suoi personaggi né pause ai suoi spettatori. Antinarrativo e affabulatorio, il film si autoalimenta di un vampirismo nichilista come i pidocchi del tifo che il protagonista nutre sulla sua stessa pelle. Metamorfosi kafkiane e sosia dostojevskiani in un brulicante affresco apocalittico, visionario sì ma farneticante pure.

Al suo esordio cinematografico, Zulawski già non concede sconti allo spettatore imbrigliandolo in una ragnatela a tratti delirante ma affascinante di incubi e visioni. In una Varsavia "kafkiana" il protagonista si muove come un sonnambulo, tra sete di vendetta e rimpianti disperati per quanto gli è stato sottratto. Allucinante e affascinante.

Notevole esordio di Zulawski che mostra subito tutte le sue qualità (che per alcuni possono essere considerati difetti): in primis una visionarietà non comune che lo porta a costruire mirabilmente atmosfere plumbee e da incubo, sempre in bilico tra sogno e realtà, passato e presente. E forse proprio questa continua contrapposizione di piani temporali affattica un po' la fruizione della storia, che a tratti appare poco chiara, appesantita anche da una verbosità a tratti eccessiva. Ma è indiscussa la qualità visiva e registica che si traduce in una grande mobilità della macchina da presa.