La terra dei figli - Film (2021)

La terra dei figli
Locandina La terra dei figli - Film (2021)
Media utenti
MMJ Davinotti jr
Anno: 2021
Genere: fantascienza (colore)

Cast completo di La terra dei figli

Note: Soggetto dall'omonima graphic novel di Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi, pubblicata nel 2016.

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La nostra recensione di La terra dei figli

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Da una graphic novel di Gipi un film cupissimo, ambientato nel solito futuro distopico in cui una gigantesca calamità ha ridotto gli uomini a vivere in minuscoli gruppi e in condizioni di indigenza immediatamente riscontrabili in abiti stracciati degni dei più classici postatomici. Ogni oggetto, luogo, persona comunica una sensazione di prossimo disfacimento: ruggine, scrostature, sporcizia diffusa...

L'azione comincia nella laguna veneta, sul delta del Po, dove vivono un uomo (Pierobon) e suo figlio (De la Vallee). Si spostano in barca sulle acque immote... Il ragazzo cattura un cane che suo padre dice di voler scambiare con tale Ringo (Ferracane) per ottenere un po' di...Leggi tutto cibo, che scarseggia drasticamente, ma l'incontro con quest'ultimo mette in scena la sgradevole ruvidezza nei rapporti interpersonali che diverrà il leitmotiv del film. Quando il padre muore, il figlio se ne parte in barca per raggiungere la strega cieca (Golino) vicino alla chiusa, elemento separatore che li divide da un mondo sconosciuto e pericoloso. Spera che la donna possa leggergli (diceva di saperlo fare toccando solo le parole sulla pagina) il diario lasciatogli da suo padre perché lui è analfabeta, come quasi tutti quelli della sua età. Quando la cosa si rivela inevitabilmente impossibile, il ragazzo varca la soglia della chiusa e si avventura nel mondo sconosciuto, dove lo attenderanno incontri con bifolchi di ogni sorta. Come i due contadini (Donadoni e Ravera) presso i quali si stabilirà per qualche giorno facendo la conoscenza di una coetanea (Roveran) che quelli tengono rinchiusa in una gabbia in attesa di poterla chissà quando scambiare con del cibo.

L'obiettivo resterà per tutto il viaggio sempre lo stesso: riuscire a farsi leggere il diario del padre per scoprirne i segreti. E’ un obiettivo singolare, in qualche modo fonte di una qualche originalità per una storia che ne ha in sé pochissima ma sfrutta con una certa intelligenza gli scenari del Polesine sottolineandone la desolazione e l'abbandono anche attraverso una fotografia plumbea e una colonna sonora che ha indubbiamente qualche buon momento. La regia di Cupellini non riesce tuttavia a dare la giusta dinamicità all'avventura e - soprattutto nella prima parte - arranca nel vano tentativo di trovare un'identità autoriale raggiunta solo in rare occasioni.

Il personaggio migliore, cui dà il volto un Mastandrea al quale manca il naso e che si copre con una maschera da sub col vetro rotto, arriva solo nella seconda parte e dà finalmente un certo senso all'operazione, fin lì autoindulgente nell'indugiare troppo sui paesaggi o i primi piani (spesso scarsamente espressivi) dei due ragazzi. Banale nella messa in scena, poco efficace nel racconto, il film non può nemmeno dire di riservare per il finale un messaggio particolarmente significativo. Restano una buona direzione del cast, il fascino di luoghi che si prestano a specchiare la povertà umana che fa da comune denominatore, la buona resa di un futuro senza scampo vissuto lontano dalle città e dal rumore.

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Tutti i commenti e le recensioni di La terra dei figli

TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/10/21 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/03/24
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Daniela 31/10/21 18:38 - 13284 commenti

I gusti di Daniela

Dopo un'imprecisata catastrofe, i pochi superstiti sopravvivono a stento in uno stato di abbruttimento in cui ogni incontro con un altro essere umano può costituire un pericolo. Alla morte del padre, un ragazzo che non ha mai conosciuto una vita diversa cerca delle risposte... Post-apocalittico minimalista i cui pregi non vanno ricercati nei contenuti già proposti da altre pellicole simili ma nell'ambientazione inconsueta nel delta del Po, rarefatta ed inquietante pur nella sua riconoscibilità, e nella buona caratterizzazione dei pochi personaggi in campo, affidati a bravi attori. 

Capannelle 10/11/21 20:34 - 4571 commenti

I gusti di Capannelle

Un'operazione coraggiosa e sentita quella di Cupellini, che trasporta sul delta del Po una graphic novel a soggetto postatomico. Regia di personalità ma anche compassata per i ritmi che segue, musiche fotografia e ambientazioni di un certo fascino. I protagonisti si dividono tra figure riuscite e altre meno convincenti; soprattutto nel secondo tempo, quando seguiamo il giovane nella sua esplorazione del mondo esterno, ci si perde tra situazioni e personaggi appena abbozzati. Mastandrea e la Golino compaiono in due ruoli caratterizzatii ma non primari.

Cotola 27/10/22 20:39 - 9536 commenti

I gusti di Cotola

Discreto italiano post atomico - tratto da una novel graphic di Gipi - che si segnala soprattutto per la sua ambientazione sul delta del Po che si attaglia perfettamente al tipo di storia narrata. Per il resto il plot non propone nulla di nuovo, ma la sceneggiatura ha il merito di mantenersi sobria e di non strafare mai con improbabili esagerazioni, calando un po' nel finale che prevede il solito epilogo aperto - e tutto sommato buonista - che però ci può stare. Buono il cast, con facce quasi sempre azzeccate.

Frakax 10/01/23 13:21 - 23 commenti

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Esperimento interessante, encomiabile e parzialmente riuscito che va ad inscriversi nella recente tendenza del cinema italiano a tornare (finalmente!) ad esplorare il genere, in questo caso un fantastico/distopico. Suggestiva l’ambientazione della baraccopoli lagunare, azzeccati diversi personaggi e molte atmosfere. Il film si lascia guardare, anche se la sceneggiatura (a costo di discostarsi maggiormente dalla graphic novel di Gipi) avrebbe potuto riservare qualche sorpresa in più.

Buiomega71 24/08/24 00:58 - 3108 commenti

I gusti di Buiomega71

Merito a Capellini di aver realizzato uno dei post atomici più pessimisti e disperati dai tempi di The road (con cui ha parecchio in comune, in primis la plumbea e angosciosa desolazione ambientale irta di pericoli). Fattori contaminati che tengono in gabbia ragazze nude alla stregua di una cagna, la straordinaria "strega" cieca della Golino, la vasta rovina acquitrinosa tra fango, paratoie e cadaveri impiccati agli alberi. Saltano fuori, poi, i riverberi martiniani l (i figli che non nascono più) e i nuovi barbari capitanati da Tedeschi dediti al cannibalismo e allo stupro di gruppo.
MEMORABILE: La lunga fila delle carcasse di automobili; L'attacco del cane; I passi del quaderno letto da Mastandrea; I cadaveri che riemergono dal fiume.

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  • Discussione Raremirko • 30/05/23 01:13
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Decorosa sufficienza e lodevole il fatto di essersi basato originariamente su di una graphic novel (cosa ardua da portare in immagini filmiche vista la differenza di media); di contro molta ripetitività e schematicità (incontri, viaggio col motoscafo, incontri, viaggio col motoscafo, ecc.) dedicate più che altro ad un pubblico giovane.

    Desolante location alla L'uomo del giorno dopo, nella media Golino e Mastandrea in mise diverse dal solito.

    Cupellini ha fatto di meglio.
  • Discussione Buiomega71 • 24/08/24 10:38
    Consigliere - 27155 interventi
    Rassegna estiva:
    Postatomica-L'estate italiana del dopobomba
     

    Merito a Cupellini di aver realizzato uno dei post atomici più pessimisti, disperati e angosciosi dai tempi di The road (con cui ha parecchio in comune, in primis la plumbea, minacciosa e ansiogena desolazione ambientale irta di pericoli che deve affrontare il "figlio" messosi in cammino per cercare colui-o colei-che le legga le pagine del quaderno scritto dal padre, ritrovandosi in un mondo totalmente in rovina e abitato da esseri mostruosi) che, a dispetto dell'inizio, forse debitore a certo cinema italiano riflessivo e autoriale, si muta in un feroce e crudele "dopobomba" che sembra rinverdire i fasti del  passato, passando dall'autorialità simil ferreriana a quella prettamente di genere (i bambini che non nascono più come in 2019, la fattoria sperduta di Endgame, dove non ci sono più dei monatti ciechi ma due fratelli-tra cui un Maurizio Donadoni dalle possenti e poco rassicuranti fattezze luigimontefioresche-contadini sfigurati da quelle che appaiono come radiazioni e che tengono segregata, in una gabbia, una ragazza nuda (la Roveran, che passa la peggio odissea destinata ad una femmina in un post catastrofe) alla stregua di una cagna e i nuovi barbari capitanati da un maligno e dittatoriale Alessandro Tedeschi, dediti al cannibalismo e allo stupro di gruppo che si annidano in quel che resta di una centrale dell'Enel, tipico rifugio decadente/futuristico/medievale del filone ).

    Una lunga fila di carcasse di auto ricoperte di vegetazione e fogliame, l'attacco iniziale del cane sulle rive del fiume, la saggia "strega" cieca di una straordinaria Valeria Golino, il "boia" di Valerio Mastandrea, antieroe "madmaxiano" suo malgrado, col naso amputato, soggetto a mutilazioni da parte del leader del suo clan (Tedeshi non sfigura nel panorama dei tiranni del genere post nuke), surrogato malinconico e silente di un (im)possibile Jena Plissken, che leggerà le pagine "misteriose" del quaderno al "figlio", prima della catartica ribellione.

    Poi la vasta rovina acquitrinosa (che sembra un Waterworld andato in cancrena) e putrida tra fango, paratoie, limacciose acque di un fiume marcissimo che fa riemergere i suoi morti, cadaveri impiccati agli alberi, derelitti umani imbastarditi dalla sopravvivenza che sembrano usciti da un Tranquillo weekend di paura post olocausto (il cacciatore di Fabrizio Ferracane che umilia il padre del "figlio" ficcandole la canna del fucile in bocca).

    Suggestiva la fotografia di Gergely Poharnok, lo score perturbante di Franceso Motta, le location spettrali e deteriorate del Polesine e i pochi , ma incisivi, scoppi di violenza tra pugnalate e badilate.

    Cupellini si destreggia abilmente tra puro cinema di genere e ambiziosità autoriali, e la rassegna non poteva concludersi nel migliore dei modi, come scriveva Bad taste: "il primo film di fantascienza postapocalittico italiano da decenni a questa parte che valga la pena di sostenere e amare"


    Ultima modifica: 24/08/24 13:24 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 30/08/24 19:35
    Consigliere - 27155 interventi
    Il dvd edito dalla Eagle Pictures

    Formato: 2.39:1
    Audio: italiano
    Sottotitoli: italiano, inglese e audiodescrizione per non vedenti
    Come extra: Backstage di 4 minuti, Dalla graphic novel al film: Claudio Capellini spiega come è nato il film dalle pagine del fumetto di Gipi (1 minuto e 43 secondi).
    Durata effettiva: 1h, 56m e 17s

    Immagine al minuto 1.19.51

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images69/PDVD-383.jpg[/img]
    Ultima modifica: 31/08/24 07:16 da Zender