Melodramma tragico che svende il potente realismo dell’ambientazione nelle zolfatare – cui fa eco il canto appassionato del brano “La piccatura” - per l’accumulo dei luoghi comuni sulla Sicilia retriva e superstiziosa e per personaggi fastidiosi e stereotipati sottratti ai ben più schietti e sentiti drammi di Matarazzo. La Araya rimpiange le spiagge esotiche, Rabal è un ennesimo padre-marito-padrone più spregevole che mai, Gasparri posa rigidissimo in istantanee da fotoromanzo e la Calamai condensa passivamente movenze e sguardi delle dive del Ventennio. Scarso.
L'erotismo evocato dal titolo si rispecchia in minima parte nella bellezza della Araya, chiamata dispregiativamente "la fimmina negra", che viene sfruttata per un semplice nudo in uscita dalla vasca e niente più. La storia si incentra più sulla diatriba padre-figlio ambientata in una zolfatara sicula con contorno di lavoratori dissidenti, lupare, streghe e altre tipiche amenità del luogo, mentre il sopra menzionato erotismo latita palesemente. Ritratti paesaggistici non così male, ma mi aspettavo altro.
Il peggior film degli anni d'oro di Zeudi Araya, sprecatissima in un tritello di stereotipi davvero esemplare, a mo' di saggio ("il candidato accumuli il maggior numero di situazioni-tipo dei film di ambientazione sicula con pretese di serietà") e di disgrazie matarazziane ma senza la padronanza e la credibilità che il suddetto sapeva conferire. Rabal visibilmente poco convinto nel ruolo del padrone sempre ingrifato, Gasparri non cambia espressione manco nella fornace, si salva Ettore Manni.
MEMORABILE: La scena, davvero incredibile, della morte di Turi Santalena.
Per un'oretta non tiene male, pur dovendo fare i conti con la retorica e il prevedibile. L'ultima mezzora, destinata a sfociare in un vistoso finale, vede emergere forzature ed eccessi, cui non pongono rimedio due attori mediocri come Gasparri e la Araya (ma si doppia da sola?). Rabal conferma pure qui di essere attore sopravvalutato, mentre i migliori sono Manni e la Calamai, che sfruttano bene fisico e carisma.
Nessuna retorica né prevedibilità per quest'ultima e meglio riuscita opera di Pavoni. Ad emergere sono talune realtà della gretta provincia siciliana. Le Grand figlio di miliardari, notato dal regista per il suo carisma, se la cava dignitosamente, meglio di Gasparri, all'epoca mito dei fotoromanzi. L'ambientazione ha la meglio con le sue polverose solfatare e la Sicilia degli anni 50. Il titolo fuorviante tradisce le aspettative, offuscando un'opera che si rifà a un certo neorealismo d'autore. Da vedere.
Nella Sicilia degli anni '50 un ragazzo torna dall'Africa assieme alla sua bellissima moglie in cerca di lavoro. Il padrone delle miniere però s'invaghisce della sua consorte. Grande cast al servizio di un Pavoni particolarmente ispirato, che dirige sapientemente questo dramma destinato a consumare lentamente un'intera famiglia. C'è un forte richiamo alla superstizione e ai falsi miti che vedevano le donne straniere e di colore come fattucchiere. Bravissima la Calamai nei panni della moglie disperata.
POTRESTI TROVARE INTERESSANTI ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
HomevideoGeppo • 7/05/10 16:56 Call center Davinotti - 4356 interventi
Direttamente dalla Geppo collection: La rara fascetta VHSSSV STAR VIDEO originale del film "La peccatrice".
HomevideoXtron • 7/11/13 21:42 Servizio caffè - 2233 interventi
Il dvd Cinekult:
Audio e sottotitoli in italiano
Formato video 1.78:1 anamorfico
Durata 1h22m24s
Extra Intervista audio a Pier Ludovico Pavoni
Il dvd Cinekult ha un master che non è il massimo, ma è comunque più che sufficiente
La serigrafia del disco si riferisce erroneamente al film omonimo del 1940