La neve non si scoglierà mai - Film (2008)

La neve non si scoglierà mai
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Titolo originale: Sneg tayot ne na vsegda
Anno: 2008
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "La neve non sempre si scioglie", "La neve non si scioglie più". Titolo americano: "Snow doesn't melt forever...".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/01/11 DAL BENEMERITO REBIS
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Rebis 31/01/11 19:24 - 2337 commenti

I gusti di Rebis

Docente universitaria in lingue straniere ritrova un antico romanzo giapponese identico a quello che da tempo sta cercando di scrivere... Misterioso e misconosciuto oggetto filmico che immerge le sue arti nella psiche di una donna tentando di riprodurne labirinti e analogie inconsce. Debitore di David Lynch e di molto altro cinema surrealista ma, non di meno, diverso da qualsiasi altro, il film della promettente Markina riesce a confondere realtà e sogno ma vacilla pericolosamente tra grottesco, ironia e manierismo. Il montaggio e il sonoro hanno una sorprendente fluidità tecnica. Ricercato.

Undying 15/02/11 16:11 - 3807 commenti

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Tra dialoghi alti (i soliloqui che aprono tre capitoli) e dialoghi banali e scontati si muove la tragica figura di una scrittrice apparentemente felice: sposata, con figlia, inserita nell'alta borghesia. Ma qualcosa tormenta la donna. Il film di Markina è tutto al femminile, nell'esposizione di un ambiente emotivo più che razionale (i banchetti in quella specie di bunker). Ecco perché - a lungo andare - la prolissità dei dialoghi annichilisce l'affascinante scenografia e le valide interpretazioni. Dura poco, ma vale meno e quel finale arrangiato dice tutto...
MEMORABILE: "Nell'Oceano quando c'è troppo sale i pesci impazziscono. L'amore è così: quando è troppo fa impazzire le persone..."

Mco 3/01/14 12:39 - 2327 commenti

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Quando la neve ricopre tutto intorno a noi l'isolamento è inevitabile conseguenza. E in questa situazione, prima psichica che fisica, si trova la bella scrittrice russa che cerca ispirazione per il suo libro tra reminiscenze e sogni, amore e sesso, banchetti e spaghetti. Un soggetto che strizza l'occhio al surreale ma che tange anche l'universo delle paure ancestrali (con sprazzi degni di un mystery-horror), immerso in una poesia che talvolta comunica poco e male. Per chi è in cerca di peculiarità filmiche.
MEMORABILE: La sessione a letto con l'amante-studente.

Buiomega71 29/11/14 00:45 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Bizzarro ufo che stordisce, ammalia, seduce, per poi alla fine lasciarti in un limbo insoluto di dubbi e domande (cosa voleva comunicare la Markina alla fine?). Sogno/incubo a occhi aperti, complesso (forse troppo), zeppo di simbolismi (che si fatica a cogliere), tra pantagrueliche e quasi orgiastiche cene bunueliane dove si ciancia del nulla, sprazzi da j-horror, follie femminee assortite, un inizio alla Insegnante, macabre composizioni infantili e immagini rubate ai videoclip. La Markina il talento c'è l'ha, ma il suo narrato è quantomeno astruso ed ermetico.
MEMORABILE: La posizione fetale di Lubova (sembrava Asia Argento nella Sindrome di Stendhal); L'apparizione "fantasmatica" della dama giapponese; La cena nel bunker.

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  • Curiosità Undying • 15/02/11 16:32
    Risorse umane - 7574 interventi
    Un paio di dialoghi meritano di essere ricordati, nonostanti nel complesso la troppa prolissità presente nel film ne abbia decretato il (meritato) fallimento.

    Citazione dal film

    Pensieri di Regina Myannik


    "... ero molto impegnata. Insegnavo lingue orientali all'Università e questo mi portava via molto tempo. Facevo molte traduzioni ed ero circondata da molti studenti ai quali insegnavo privatamente oltre che all'Università.
    Il tempo passava senza che io me ne rendessi conto: giorni, mesi, anni.
    Poi la carriera di mio marito prese il volo. E' un brav'uomo, bello e gentile. Mi adora.
    La scorsa primavera ho capito che la noia mi stava uccidendo, stava prendendo il sopravvento su di me. Mi attanagliava nello spirito e nel corpo, mi legava mani e piedi; non sapevo a chi chiedere aiuto.
    Fu in quel momento che tra le mani mi capitò qualcosa di magico e inquietante: era un libro, che mi entrò dentro come una lama affilata. Il suo contenuto fece vibrare le corde della mia anima. Parlava di una valle bianca, eterea, infinita... in cui le persone cercavano l'amore.
    E mentre osservavo quelle pagine il mio di amore sembrava attaccarsi al nulla che permeava il mio essere, con disperazione e tenacia.
    Scivolavo nella mischia ed era qualcosa di bello... avvolta inesorabilmente, lentamente, in qualcosa di bianco e di soffice in un'atmosfera ovattata e fatta di silenzi...
    Sprofondavo in un sonno così profondo che..."
  • Discussione Buiomega71 • 4/01/14 17:02
    Consigliere - 25998 interventi
    Zender, nel dvd Dynit il film come titolo italiano reca : La Neve non si scoglierà mai, e non La neve non si scioglie più

    A te se sostituirlo, oppure metterlo negli aka

    http://www.amazon.it/gp/product/B0080MCWPQ/ref=ox_sc_sfl_image_1?ie=UTF8&psc=1&smid=A11IL2PNWYJU7H
    Ultima modifica: 4/01/14 17:04 da Buiomega71
  • Discussione Zender • 4/01/14 17:50
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Ok, sostituito.
  • Discussione Buiomega71 • 29/11/14 00:50
    Consigliere - 25998 interventi
    Rebis, ora è tardi, ma vorrei discutere con te di questo film, perchè e una delle rare volte dove ci ho capito poco e una mazza (mi sembrava di esserci arrivato sù verso la fine, invece nada...)

    Trovo azzeccato l'accostamento che hai fatto con Images (anche se Altman è altro pianeta)

    Ah, il filosofo alla cena, con occhiali e cappellino (che si piglia un pugno in faccia) e che ciancia del nulla, un pò ti somiglia come fisionomia del viso

    IMDB manco lo scheda (incredibile!), e così non posso nemmeno leggere il cast tecnico e di chi e la meravigliosa fotografia (i titoli di testa, con i nomi del cast, sono in cirillico)

    Se qualcuno ne sa di più si faccia avanti (in rete non trovo nulla)
    Ultima modifica: 29/11/14 00:52 da Buiomega71
  • Discussione Buiomega71 • 29/11/14 09:54
    Consigliere - 25998 interventi
    Troppo astruso e ermetico, zeppo di simbolismi (forse anche troppi) dove il sottoscritto ha colto poco o nulla (opera che si pone a mille chiavi di lettura, complessa, magari da vedere più volte per coglierne il significato)

    Una professoressa di lingua giapponese (Regina Myannik, comunque, è da sturbo) vive in una villa lussuosa, seduce il suo allievo (spiazzante l'inizio stile L'insegnante ciceriana), tra pranzi con amici intellettualoidi, serviti da spaghetti che sembra facciano davvero schifo

    Poi gli amici spariscono di botto, la donna si ritrova sola nella grande casa. Vede una dama giapponese che pare uscita dal 1600 che la perseguita (verso la fine ci sono sprazzi addirittura dal j-horror).

    Si ritrova in una specie di bunker dove i suoi amici (e pure il marito) si scatenano come se fosse una discoteca underground (con effetto videoclipparo stridente)

    Poi silenzio, un letto a baldacchino, la dama giapponese le è sopra, poi-nello stesso letto-gioca all'amore (masticando cicca americana) con il suo virgulto studentello

    La ritroviamo ancora chiusa in casa, con la solitudine che l'attanaglia fino quasi a annientarla (emblematiche le piccole scene familiari in cucina, con il marito e la figlia sfocati accanto a lei, e che quando escono di casa dimenticano i giubbini)

    La scoperta di un manoscritto giapponese le entra nel corpo come una "lama di pugnale", mentre nel bunker i suoi amici si lasciano andare a pantagrueliche e quasi orgiastiche cene bunueliane, cianciando del nulla, circondati da manzi muratori e da operaie che lesbicano tra loro, poi si degenera, e ci si tira il cibo addosso come Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi nell'episodio dei Nuovi Mostri e che poi la "spiano" dal televisore come in uno degli sketch di Ridere per Ridere

    Forse stò cominciando a capire, la donna e preda di allucinazioni, causa la solitudine che la stà portando alla deriva delle follie femminee polanskiane e altmaniane

    Ora ci siamo, una composizione infantile che vira decisamente al macabro, che la donna trova nella cameretta della figlia, dipana l'arcano (ma sì, e così, per forza che deve essere cosi, un lutto non elaborato)

    La donna si dispera, si cosparge il corpo coi colori che usa la figlia per dipingere e si mette in posizione fetale nel lettone (identica a Asia Argento nella Sindrome di Stendhal)

    No, non e come pensavo io, credevo di esserci arrivato invece si sprofonda sempre più nell'incomprensibile, e la chiusa finale getta del tutto le mie convinzioni e ne aumenta l'incomunicabilità

    Insomma, ma che caspita voleva dire la Markina alla fine?

    Va bene il surrelismo, l'essere criptici e visionari, ma qui si esagera

    Non sono uno di quelli che cerca lo spiegone a tutti i costi (anzi), ma qui ho sentito l'odore della spocchia e dell'intellettualità fine a se stessa (o ignorante io che ciò capito una beata mazza)

    Al di là di tutto la Markina il talento c'è l'ha ed e indiscutibile (meravigliosi alcuni scorci visivi: la dama giapponese nel campo disteso con la neve, la bambina e i fogli del libro che svolazzano nel campo innevato, la donna sola in casa perseguitata dal "fantasma" della dama, il baldacchino nel bunker quasi greenawayano), ma il suo racconto si accartoccia su se stesso, lasciando storditi e molto perplessi, negando ogni tipo di partecipazione emotiva a quello che avviene sullo schermo.

    Rebis: Ti rimando al post sopra, mi piacerebbe sapere (se qualcosa ti ricordi) cosa ti ha trasmesso il film (oltre al fatto che assomigli all'intellettuale con occhiali e cappellino alla cena nel bunker)
    Ultima modifica: 11/09/16 20:52 da Buiomega71
  • Discussione Rebis • 29/11/14 14:50
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Buio purtroppo il film l'ho visto troppo tempo fa per poterne argomentare. Lo ricordo come uno scavo psicologico visionario e un po' allucinato. Non tornava tutto, sicuramente, e il film difettava soprattutto nella messa in scena, nella coerenza stilistica, con diversi azzardi non sempre efficaci. Però mi era sembrata un'opera nel complesso originale, e mi ha lasciato la voglia di vedere qualcos'altro della regista. Di più non saprei dire.

    Per la somiglianza con il tipo ho controllato: devo ammettere di sentirmi più affine al ruolo di "filosofo che ciancia del nulla" piuttosto che all'aspetto fisico :) però, sai, meglio lasciar dire agli altri in certi casi :)
    Ultima modifica: 29/11/14 14:52 da Rebis