Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Cosa può fare un povero gay obeso per soddisfare il suo desiderio di maternità in un paese in cui la natura, la Chiesa e lo Stato gli impediscono di avere un figlio? Si arrangia con quello che trova... Ed è proprio quello che fa il “mammo” protagonista del film (Antonio Fiorillo), stilista omosessuale che non riesce più a fare bene il proprio lavoro perché ossessionato dall'idea di accudire un figlio. Il suo partner, grasso più di lui (Lallo Circosta), prova a conosolarlo, ma non basta. E allora ecco lo stratagemma: trovato un disperato disteso in terra nella notte reduce dall'ennesima sbronza (chi poteva essere se non Ceccherini in versione...Leggi tutto “allucinata”?), il nostro ciccione se lo porta a casa, lo lega al letto, lo veste da neonato con tanto di cuffia e pannolone e comincia a trattarlo di conseguenza, minacciandolo col clistere se azzarda una reazione. E' il solito Ceccherini in versione grottesco-surreale, quello che ci conduce in questa storia dagli accenti folli e a dir poco sopra le righe per quanto riguarda il Ceccherini attore. Fiorillo invece, con la sua calma paciosa, rappresenta la parte meno scontata del film, tanto che il primo quarto d'ora, quando ancora il dramma è ristretto a lui e al suo partner, si scorge un animo quasi neorealista (per quanto rozzo e pretestuoso) che non dispiace. Carlo Monni prete che intona una lunga Ave Maria quasi chiusa in bestemmia è un simpatico intermezzo, Alessandro Paci vigile urbano che in caserma gioisce per la scomparsa del cognato idiota (Ceccherini naturalmente) sa essere ingenuamente divertente mentre la bella Cristina del Basso (ex gieffina nota per il generosissimo seno) non ha esattamente una parte memorabile come fidanzata di Ceccherini e nemmeno si spoglia... Il problema principale del film, comunque, è che si basa su un'idea sulla carta anche insolita e magari potenzialmente comica ma evolve senza regole, senza sceneggiatura, con un Ceccherini che fa e dice la prima cosa che gli viene in mente. La sua condizione di recluso nella villa del ciccione (diventerà una dolce prigionia allorquando mamma gli procurerà qualche mignotta per risolvere il suo problema di lontananza dalla fidanzata) vive su quattro trovate in tutto ripetute all'infinito, ed è inevitabile che passata un'ora si finisca col con poterne più, nonostante sia sempre da apprezzare l'anarchia totale di Ceccherini. Lui strabeve, strilla, spara volgarità a raffica come da copione, tenta la fuga, lo riprendono, clisterino... Insomma, la comparsa inattesa di Valeria Marini nel finale è quasi una liberazione, non fosse che pure a lei capita un ruolo che dire debole è pochino...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/02/13 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 21/02/13
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Skinner 21/02/13 13:00 - 592 commenti

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Sono un fan dei primi tre film di Ceccherini, quindi mi sono approcciato al film con pregiudizio sicuramente positivo verso questo "grande ritorno". Invece qui va tutto storto: il soggetto di partenza è buono al massimo per un corto, le battute vanno quasi tutte a vuoto, gli attori di mestiere (in primis Paci e Monni) vengono usati al di sotto delle loro capacità, mentre viene dato immenso spazio ad altri (Fiorillo, la Del Basso) che sarebbero più appropriati per delle recite di quartiere. Delusione.

Puppigallo 20/02/13 18:20 - 5295 commenti

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Di solito premio almeno il coraggio e la faccia di bronzo nel trasporre su pellicola qualunque cosa senza curarsi dell'altrui giudizio. Ma questa è solo una super vaccata. E' impossibile, o quantomeno arduo salvare qualcosa, anche perchè il tutto frana praticamente dopo quindici minuti, quando deflagra la voglia di maternità del super ciccione gay. E quando poi appare Ceccherini, tremendo rockettaro incontinente e ubriaco, si capisce definitivamente che il fondo verrà toccato e ancora scavato per raggiungere la profondità massima dello squallore (il "pupo"). Velo di "tristezza" sulla Ginofine.
MEMORABILE: Gli occhi spiritati del ciccione che hanno fatto scappare Mugambo; Paci, comandante dei vigili, esulta dopo aver saputo che Ceccherini è scomparso.

Uomomite 16/12/13 04:27 - 174 commenti

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Ceccherini imbastisce una folle, allegra storia di emarginati che, al di fuori di ogni schema, troveranno la felicità. A suo modo questo "La mia mamma suona il rock" è un film estremo, quasi un rigurgito di cultura punk underground anni '80. Fantastico Antonio Fiorillo nella parte della "mamma".

Gabrius79 25/02/14 21:07 - 1429 commenti

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Massimo Ceccherini confeziona una commedia che fa acqua da tutte le parti con un cast decisamente fuori forma (Ceccherini compreso) direttamente proporzionale alla sceneggiatura, fiacchissima e di una noia mortale. Anche gli appassionati di Ceccherini rimarranno delusi rispetto ai suoi precedenti.

Gigi66 12/11/14 09:11 - 12 commenti

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Il confronto con La brutta copia, girato anni prima ma uscito quasi in contemporanea, è impietoso: Ceccherini è sempre più svogliato, la butta in caciara, non sa domare il grottesco spinto, certo non aiutato da un cast di contorno terribile. Gli amanti di Ceccherini troveranno nella regressione infantile qualche segno della sua poetica, ma il risultato è obiettivamente deludente.

Markus 2/02/15 09:48 - 3695 commenti

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Che Ceccherini arranchi da un po’ di anni è cosa ormai evidente; certo è che il ritorno alla regia di un artista così surreale è, almeno sulla carta, intrigante. La vicenda - con qualche elemento di attualità - ci mostra l’attore toscano nei panni di un bebè (!) adottato da due panciuti omosessuali che danno origine a equivoci e fiacche gag. Per essere trash il film lo è, questo è indubbio, ma le risate di grana grossa devono essere sostenute da una certa vivacità registica che qua è palesemente assente.

Samuel1979 3/07/17 09:53 - 548 commenti

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Definirlo un film trash è riduttivo, se si considera che al di là di certi momenti effettivamente di dubbio gusto c'è sotto una tematica importante e attuale. Ceccherini, che qui dirige se stesso, è come un fiume in piena e sciorina tutte le sue "qualità" innate, tra l'altro già ben conosciute nei film precedenti. Molto convincente Fiorillo, il protagonista. Parti di contorno per Paci e la Marini.

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