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La nostra recensione di La legge della giungla

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

In parte veicolo promozionale per la Guyana francese dov'è ambientato, il film di Antonin Peretjatko è un'irriverente comica che omaggia e cita come si usa fare oggi, a partire dall'incipit ripreso dalla DOLCE VITA (l'elicottero che trasporta la statua) per arrivare a una lunga scazzottata in puro stile Bud & Terence, velocizzata dal digitale e accompagnata nientemeno che dalle musiche giapponesi di ATLAS UFO ROBOT (utilizzate a piè sospinto un po' per tutto il film). Un'autentica follia che a tratti segue le tracce demenziali...Leggi tutto di Zucker Abrahams Zucker (non a caso è lunga la parentesi in aereo) avvalendosi di un'ottima recitazione complessiva non facilmente ravvisabile in prodotti simili. Un'allegria di fondo si propaga fin dalle prime scene, col protagonista Mark Châtaigne (Macaigne) stagista del "Ministero della norma" spedito in Guyana (colonia francese del sudamerica sulla costa atlantica) a seguire la costruzione di Guyaneve, una grande stazione sciistica da far sorgere in piena giungla! Si veleggia costantemente sulla china del paradosso superandola spesso e volentieri con gag talvolta sorprendentemente efficaci, anche se poi non sempre si mantiene alto il ritmo e, soprattutto nell'ultima parte, si fatica a chiudere degnamente. Ciononostante è impossibile non rimarcare la brillantezza di molte situazioni e il buon affiatamento della coppia protagonista, con la sexy Vimala Pons - nella parte dell'autista "Tarzan" – che va presto ad affiancare Châtaigne per dare il definitivo avvio all'avventura nel verde. Assaliti lungo la via da una banda di idioti che sparano decine e decine di colpi in aria senza un perché, i due si ritrovano senz'auto né aiuto alcuno. Lui prova a chiamare col cellulare, ma la risposta è raggelante: “Siete in linea con la centrale di polizia, l'attesa è di 13 ore e 55 minuti”. Incautamente, per raggiungere la base di Guyaneve, i due decidono di prendere una scorciatoia per la giungla finendo col perdersi. Tra un incontro inspiegabile e l'altro (nell'elenco pure un revisore dei conti che perseguita Châtaigne fin dall'inizio e un ufficiale giudiziario perennemente in giacca e cravatta!) i due affrontano prevedibili pericoli mentre è difficile non notare il gusto con cui Peretjatko riprende la natura circostante, valorizzando l'ambiente come negli intenti della produzione. L'approccio da imbranato ma non troppo di Macaigne è perfetto mentre la Pons si spoglia, esibisce gran fisico e atleticità dimostrandosi abile nel reggere col piglio giusto un ruolo spiritoso. Peccato per alcuni cedimenti (la partita a golf, gli intervalli cogli imprenditori che finanziano il progetto, il vermetto “musicale”...) che non permettono di dichiararsi completamente soddisfatti, per alcune fasi di stanca anche nella giungla in cui poco o niente succede, ma l'operazione è simpatica, condotta con gusto superiore alla media del genere e a volte spiazzante. A cominciare dai citati, esaltanti strumentali di Goldrake, che ai cinquantenni faranno rizzare le orecchie portandoli però a notare nel contempo la scarsa congruenza della colonna sonora (c'è pure "Oxygene" di Jarre, nella scena sulle rapide!). Una bella sorpresa!

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Tutti i commenti e le recensioni di La legge della giungla

TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/11/20 DAL DAVINOTTI
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Giufox 25/04/21 19:43 - 324 commenti

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Piccante, equatoriale e giambico, Peretjatko continua a navigare nei territori graffianti del suo cinema iper-realista, concentrandosi su un tema preciso quale l'inserimento del mondo del lavoro (qui sintetizzato dal più improbabile, ma non impossible, degli stage). Perse le stravaganze del brillante esordio, la base narrativa si fa solida e l'affondo (socio)politico arriva fluido a destinazione, portato abilmente sulle spalle - e sulle "labbra"- della versatile coppia Pons-Macaigne - lei Tarzan, lui Jane. Tra piroghe, amache e fango, una giungla di humor e intelligenza.
MEMORABILE: Il parodistico mood alla "Godard"; Il rapporto sessuale post elisir; Macaigne che rimette il serpente nel lavandino.

Puppigallo 11/06/21 10:07 - 5513 commenti

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Quando i francesi sconfinano nel demenziale non è raro che facciano accendere la spia rossa del "Non addentratevi". E qui la spia si accende un po' troppe volte, con tanto di colonna sonora di Ufo Robot. Il protagonista, con la sua faccia da impiegato, ci sta anche bene. Mentre la donna della giungla, esperta di natura, può essere simpatica per i primi trenta minuti, ma poi la tiritera è la stessa. Alla fine, il personaggio demenzialmente più riuscito è il "guerrigliero" dal grilletto facile, che spara alla giungla e usa l'arma in qualunque situazione. Vedibile e nulla più.
MEMORABILE: Il modellino "leggermente" rumoroso; "L'essere umano non è vantaggioso"; Nella palude di mangrovie e fango; Il tragico sogno con "Fin".

Cotola 14/08/21 21:56 - 9586 commenti

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Film comico francese dalla comicità demenziale, su di giri e persino cartoonesca (si pensi anche alla colonna sonora), quindi non per tutti i gusti. Se invece la si apprezza e si entra nello spirito del film ci si diverte: il film regala diversi momenti riusciti e risate, con qualche pausa di troppo però nella parte centrale. Bella satira che sa colpire i suoi bersagli, in questo caso francesi ma potrebbero essere quelli di una qualsiasi paese occidentale: politica, burocrazia, capitalismo, colonialismo e quant'altro. Buone le prove del cast.

Daniela 24/08/21 01:20 - 13330 commenti

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Volenteroso ed ingenuo stagista ministeriale viene inviato nella Guyana francese per lavorare al progetto di un parco sciistico in mezzo alla giungla... Premessa demenziale per un film pazzerello meno divertente del previsto: non tutte le battute e le allusioni vanno a segno, alcune gag sono troppo puerili oppure ripetute fino allo sfinimento, la colonna sonora cartoonistica sembra procedere per conto proprio. Nel cast, funziona abbastanza bene Vincent Macaigne con il suo aspetto impiegatizio, meno la sua partner, molto carina ma stucchevole. Così così. 

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