La stagione è in realtà una sola (l’inverno), che con una nevicata sorprende una danzatrice all’aperto. Tolti i movimenti aggraziati della protagonista, peraltro comuni ad ogni ballerina classica che si rispetti, il cortometraggio non ha nulla di rilevante e la finta neve, sparsa in modo maldestro e non uniforme, è tutt’altro che credibile.
Delle quattro danze ispirate alle stagioni è rimasto solo l’inverno, che Alice Guy descrive come una donzella innevata (o impellicciata, non si capisce bene) che volteggia sotto la neve che cade. Nella sua solitudine, l’inverno non suscita particolare entusiasmo: forse l’intero blocco delle quattro danze avrebbe dato maggiori elementi di godimento. Tuttavia, anche così, pur nell’estrema e francescana semplicità, questo corto ha una sua personalità, marcata dall’intensità con cui l’interprete mostra di “sentire” il freddo invernale.
Una ballerina volteggia aggraziata sotto la neve che cade adagio. Questo il tema della danza invernale realizzata da Alice Guy. Brava la protagonista ma il tema in sè è alquanto mediocre sia per la scarsa carica innovativa sia per l'effetto neve realizzato in modo piuttosto maldestro.
Balletto che più o meno mi ha ricordato certe opere della grande Maya Deren, pur non bissandone la bravura. Molto basico ed essenziale, non si fa ricordare per nulla pur mostrando una valida coreografia. E' più che altro una sorta di "prova tecnica" per qualcosa di più completo (o almeno questa è l'impressione che ho ricevuto).
La cosa più notevole (ma è anche l'unica notevole di questo brano superstite delle "Quattro stagioni" di Alice Guy) è la finta neve che cade sulla protagonista, che rappresenta l'Inverno, appunto danzante sotto una leggera nevicata. Ma tolto l'effetto speciale, non è che ci sia molto da rimarcare...
Di questa danza delle stagioni di Alice Guy non ci rimane che l'inverno, che qui viene rappresentato con una fitta nevicata che avvolge una ballerina di danza classica intenta a sfoggiare tutta la sua bravura. Il cortometraggio in definitiva è tutto quie soffre della sua incompletezza. Se ne avessero girate anche le altre stagioni molto probabilmente avremmo potuto assistere a qualcosa di più accattivante, apprezzando il passaggio da un periodo all'altro. Nonostante questo l'opera è godibile e la protagonista ce la mette tutta per rendere credibile la messa in scena.
Alice Guy HA DIRETTO ANCHE...
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Zender, nella pellicola si legge Danse des saisonssenza articolo. Magari l’articolo lo si può aggiungere, ma “Danse” è femminile, e l’articolo femminile francese è “la” e non “le”. Insomma, dovrebbe essere La danse des saisons.
La cosa strana è che Imdb (e altri siti non francesi) mettano “Le”, che esce non si capisce da dove (visto che, appunto, nella pellicola non c’è), e che probabilmente nasce dall’ignoranza del primo che l’ha inserito. Oltretutto, visto che i titoli nei primi anni del cinema sono puramente descrittivi, è impossibile che la regista abbia voluto fare un titolo dadaista sgrammaticato per un qualche motivo artistico...
Quindi suggerisco, almeno qui, di ripristinare la correttezza, e togliere l’articolo come è nella pellicola, oppure mettere l’articolo giusto che è “La”. Insomma, scrivere - se fosse in italiano - “La danza delle stagioni” e non “Il danza delle stagioni”…
DiscussioneZender • 24/04/12 18:49 Capo scrivano - 48899 interventi
D'accordo Pigro, grazie della ricerca. Lasciato il titolo sbagliato nelle note in quanto hai visto mai che arriva qualche altro sgrammaticato a cercarlo...