Uno scienziato folle (Lancaster) vive su un'isola sperduta dove, convinto di liberare l'uomo dalle malattie e dalle deformità, trasforma gli animali in umanoidi creando man mano una società di mostri sulla quale domina.
Un giorno arriva un naufrago (York) e le cose iniziano a cambiare. Forse la migliore versione del classico di Wells già visto nel '33 e in tempi più recenti in quella involontaria parodia con Brando. Si prova solo pietà per questi poveri esseri e odio per il folle creatore.
Discreto adattamento del capolavoro letterario fantascientifico di Welles, il cui difetto principale è una certa mancanza di mordente e tensione narrativa. La regia è corretta, la confezione professionale, il cast di gran classe ma alla fine è una pellicola che diverte troppo poco.
La visione del film mi ha portato alla memoria The lost islands e ricordato anche la serie di film degli anni 70 dedicati al pianeta delle scimmie. Tutto sommato interessante la sceneggiatura, meno la messa in scena, soprattutto poco convincenti il trucco e le maschere degli umanoidi. Avrebbe bisogno di un remake, perché l'idea di base è valida.
Il celebre romanzo di Wells che ha per protagonista un folle scenziato che conduce esperimenti su animali in un'isola sperduta, trova un adattamento cinematografico in questo film diretto da Don Taylor. L'operazione non può dirsi completamente riuscita: la confezione è corretta con una certa cura riposta nell'ambientazione e negli effetti speciali; il film però non coinvolge sopratutto a causa della scarsa partecipazione del cast, specie di Lancaster poco adatto al ruolo.
La AIP tenta di dare corso a una pellicola di genere, ma con finalità alte, per dirla in maniera antipatica, puntante alla serie A. Come il romanzo di Welles che lo ha ispirato, anche questo remake punta più sul clima esotico e avventuroso, pur non mancando, di fatto, momenti ascrivibili all'horror. Bravo Michael York, inadatto Burt Lancaster nei panni del dottore (troppo garbato e poco incisivo), pur ottimo il make up di John Chambers: ma nel complesso il tutto appare prevedibile e, cosa non da poco, privo di un minimo di tensione. Al punto che resta preferibile la versione di Erle C. Kenton.
Adattamento cinematografico del celebre libro di H. G. Wells senza fronzoli e discretamente riuscito. Il film può contare nelle ottime interpretazioni di Lancaster e York, oltre che su un lavoro di make-up apprezzabile. Le "creature" sembrano tutti uomini lupo ma il messaggio arriva e la tensione non manca. Molto datata la pellicola, meriterebbe forse un restauro.
Lussureggiante natura piegata agli esperimenti del cinico ed autistico dottor Moreau che alla fine, inevitabilmente, avrà la meglio sulla cieca ed ottusa scienza. Genere fanta-esotico molto in voga in quegli anni, qui prende una piega opaca, scarseggiando in vivacità tensiva, nonostante la presenza di grandi attori. Selvaggia e conturbante la presenza di Barbara Carrera. Ci sono altre due versioni del romanzo, una del 1932, l'altra del 1996.
Buona trasposizione del noto romanzo, che, rispetto anche al precedente L'isola delle anime perdute, opta per alcuni interessanti aggiornamenti tematici (dalla vivisezione si passa agli esperimenti genetici; la rivolta delle creature, più che una rivalsa della natura contro la megalomania della scienza, assume i connotati di una lotta di classe). Il ritmo, un po' spento nella prima metà, recupera terreno con l'ingresso degli uomini-bestia (si nota la mano del truccatore de Il pianeta delle scimmie). Fra tutti i Moreau del cinema, quello di Lancaster è il più fedele al testo di Wells.
MEMORABILE: La bellissima Carrera; La lotta con la tigre a mani nude; La rivolta delle bestie; Il finale potenzialmente divertente ma montato in maniera confusa.
Le tematiche del racconto di Wells ci sono tutte: la folle pretesa dell'uomo di elevarsi a Dio e di essere lui stesso creatore, qui attraverso la manipolazione genetica. Bella l'ambientazione esotica, bene York, magnifica una giovanissima Carrera; Lancaster è tutto sommato efficace come razionale scienziato attraversato sottotraccia da deliri di onnipotenza, sorta di Mengele ottocentesco nei suoi folli esperimenti su cavie animali e umane. Piuttosto buono, anche se datato il trucco delle bestie-uomo. Significativo il ritorno dei "trasformati" alla loro bestialità originaria.
MEMORABILE: L'uomo-cane che si abbevera da una pozza; Le torture "mengheliane" sul povero York; La lotta tra la tigre e un uomo - cinghiale; La rivolta finale.
Adattamento di un romanzo di H. G. Wells, cui apporta alcune varianti a livello di trama rispettandone però le tematiche di fondo. Suggestiva l'ambientazione, ottimo il cast con Lancaster che conferisce al suo dottor Moreau 'affabilità, raziocinio e delirio di onnipotenza in egual misura, e prove convincenti di York, Davenport e di una splendida Carrera. Però la sceneggiatura gioca le sue carte migliori all'inizio, e quando gli umanoidi si prendono la scena sembra di trovarsi al cospetto di un pianeta delle scimmie in tono minore. Non male le musiche di Laurence Rosenthal.
Un naufrago approda su un'isola in cui trova uno strano dottore, Moreau, affabile ma con delle idee piuttosto pericolose. Film dignitoso ma invecchiato male e finito nel dimenticatoio, interpretato bene ma non del tutto ben girato, dà la sgradevole sensazione di esaurire il proprio potenziale poco dopo metà pellicola, abbandonandosi poi a una certa retorica portata avanti neanche troppo velatamente. York passionale ma il migliore resta Lancaster, abile nel tratteggiare le due anime del personaggio.
MEMORABILE: "Cosa dice la legge?".
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Fa parte di una trilogia di opere prodotte dalla American International Pictures e ispirate ai romanzi di H. G. Wells, che comprende anche i film L'impero delle termiti giganti e Il cibo degli dei.
Fonte: Wikipedia.