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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Figlio (Garrel) con madre (Grinberg) che pare un bel po' pazzerella (almeno a giudicare dall'incipit durante il quale, in auto, insegue in strada un'ambulanza urlando a squarciagola) si ritrova a che fare col fresco nuovo marito di lei (Zem), che la donna ha conosciuto in carcere dove tiene corsi di recitazione per i detenuti. Michel, che è sul punto di potersi considerare definitivamente libero, è pronto ad aprire una nuova vita con lei, cominciando con piccoli lavoretti e l'obiettivo di comprare in coppia un negozio di fiori.

Abel, il figlio, che fa la guida in un acquario dove come sub è impiegata anche Clémence (Merlant), collega e amica inseparabile,...Leggi tutto non si fida però dell'uomo: sua madre ha già avuto relazioni con altri detenuti prima di lui ed è sempre finita male. Michel tuttavia sembra diverso, una persona in gamba e con la testa sulle spalle. Sarà vero? Abel, nonostante il carattere amichevole e maturo di lui, comincia a spiarlo, piuttosto subdolamente, cercando nel frattempo di capire come possa evolvere il suo rapporto con Clémence, assidua frequentatrice di Tinder e con la quale spesso si scontra. Una relazione ambigua ma non troppo originale, quella tra i due.

Molto più interessante è il rapporto che s'instaura con Michel: anche quello mai completamente sincero, guardingo, destinato a cambiare progressivamente nel corso dei minuti per aprire a una seconda parte più tesa, dai tratti quasi thriller (non a caso si ripesca il celebre brano di Stelvio Cipriani usato nella POLIZIA STA A GUARDARE e già precedentemente riutilizzato in altre colonne sonore), che trasformerà il tutto in un'avventura ai confini del pulp.

Quattro protagonisti (anche se la madre resta più defilata) affidati a bravi attori diretti molto bene che permettono di godere al meglio di qualche sapido dialogo capace di far dimenticare una storia in sé piuttosto elementare, che va a concludersi senza grosse sorprese ma abile a scansare le banalità.

Incorniciato da una brutta fotografia dai colori slavati, il film regge bene anche grazie a un ritmo piacevole, mostrando come il cinema francese sappia emergere spesso grazie a una non comune cura per le sceneggiature. E' comunque Roschdy Zem la figura chiave e più sfaccettata, perfetto per come sa alternare una seriosità che spesso sdrammatizza con considerazioni semplici ma efficaci. Al netto di qualche scontatezza nel rapporto tra i due giovani, che li fa apparire talora troppo costruiti, ci si diverte moderatamente, ma quel che è importante si riesce a provare empatia per i personaggi e tutto rientra in una logica consequenziale credibile, come lo è in fondo l'intero film. Titoli di coda con Gianna Nannini ("I maschi").

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/02/23 DAL BENEMERITO REEVES POI DAVINOTTATO IL GIORNO 3/06/23
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Reeves 4/02/23 19:48 - 2214 commenti

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La madre si innamora di un detenuto, il figlio teme il peggio ma poi tira fuori tutto il suo buon cuore. Esordio alla regia per il giovane Garrel che propone un noir alla Truffaut, sospeso tra dramma e commedia e con un finale davvero interessante. Gli attori sono tutti bravissimi, la retorica è per fortuna completamente assente e non ci sono né buoni né cattivi. Davvero godibile.

Daniela 17/04/23 00:49 - 12662 commenti

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Diventato un anoressico sentimentale dopo la morte della moglie in un incidente per non rischiare di soffrire ancora, il protagonista è costretto a mettersi in gioco per proteggere la madre sposata da un pregiudicato che, una volta uscito dal carcere, sembra intenzionato a riprendere l'attività criminale... Tra thriller e commedia, un film dalla trama originale, ben scritto e ben recitato, con la preziosa capacità di sorprendere con risvolti imprevisti e di regalare un epilogo di non convenzionale romanticismo. L'opera più riuscita di un regista discontinuo ma interessante.
MEMORABILE: Le due sequenze della finta litigata tra innamorati.

Capannelle 10/06/23 10:25 - 4411 commenti

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E' un'opera che punta alla commedia, sia a carattere sentimentale che con venature da polar. In questo Garrell è bravo a mescolare i generi tenendo vivo l'interesse dello spettatore senza ricorrere a spunti troppo melodrammatici o scontati. Meno padrone del mezzo quando decide di percorrere la strada del thriller e di rievocare gli inseguimenti anni 70, utilizzando tra l'altro le musiche del Cipriani. In sintesi è un film godibile in cui gli attori si muovono a loro agio interpretando personaggi che cambiano collocazione da una fase all'altra del racconto.
MEMORABILE: Abel nascosto nell'auto viene impietosamente sgamato da Michel.

Deepred89 5/07/23 13:39 - 3706 commenti

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Commedia dalle sempre più marcate tinte noir che stupisce per un equilibrio fuori dal comune e la sua ottima gestione del ritmo narrativo, perfettamente bilanciato in ogni suo frangente. I rapporti tra i vari personaggi appaiono credibili, con i conflitti che non degenerano mai della caduta mai di stile ma che, al contrario, vengono sempre risolti con la giusta ironia o con intuizioni vincenti. La scena clou del film, alla stazione di servizio, mostra come sfruttare con ironia la lezione hitchcockiana. Buon cast e azzeccati i vari ricicli - Cipriani in primis - in colonna sonora.

Jandileida 14/10/23 10:01 - 1565 commenti

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Dietro la mdp Garrel si porta dietro tutta l'eredità del padre, del nonno e anche del padrino: una successione apostolica che può essere fatta risalire fino a San François da Parigi. Stavolta ne esce fuori un film leggero, appena brunito da tinte di noir, forte di un racconto movimentato e con elementi narrativi variegati ma ben tenuti assieme. Diventa così piacevole seguire le peripezie dei protagonisti, ben interpretati, nonostante qua e là si opti per soluzioni facili di problemi sentimentali complessi. Archiviabile nel nobile cassetto dei buoni film francesi.

Kinodrop 24/10/23 18:51 - 2948 commenti

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Abel sospetta che il nuovo marito della madre, conosciuto e sposato in carcere, non sia quello stinco di santo che vorrebbe far credere e comincia a spiarlo per coglierlo in flagrante recidiva. Un noir che all'inizio sembra promettere una svolta forte ma invece si tiene ben fermo a livello di commedia tra lo psicologico e il sentimentale senza uscire né dalle problematiche familiari né dai cliché malavitosi; soprattutto il finale, in cui si aggiunge l'elemento action, si ripiega in un accomodante ritorno all'ordine con ripresa ciclica dell'inizio. Buoni il montaggio e il cast.

Paulaster 30/10/23 18:06 - 4417 commenti

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Figlio protegge la madre dalla relazione con un detenuto. Garrel dimostra di saperne di cinema e miscela vari stili passando dalla commedia al noir, senza disdegnare una vena romantica. La Merlant ha i momenti migliori e si prende la scena durante tutta la seconda parte (notevole nella catarsi al ristorante). Alcuni snodi ricadono nel film di genere poliziesco e hanno i tempi giusti. L’uso dello split screen è efficace solo in un caso. Doppiaggio così così.
MEMORABILE: Il rilevatore del cane; Le prove del dialogo; Il caviale tra i pinguini.

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  • Homevideo Caesars • 1/03/23 10:10
    Scrivano - 16810 interventi
    Bluray (e dvd) in uscita il 19/4
    https://www.dvd-store.it/Video/Blu-Ray/ID-79919/L-innocente
  • Musiche Zender • 26/05/23 10:11
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Piuttosto clamoroso il recupero di un grande classico di Stelvio Cipriani durante la scena del furto, molto tesa. Al momento clou parte (e si sente per un bel po') il pezzo più celebre di La polizia sta a guardare, come noto poi recuperato da Cipriani già in La polizia chiede aiuto e Tentacoli.

    Poco scontata anche la scelta di Gianna Nannini per i titoli di coda ("I maschi").
    Ultima modifica: 26/05/23 11:16 da Zender
  • Musiche Deepred89 • 25/06/23 02:38
    Comunicazione esterna - 1601 interventi
    Oltre al citato brano di La polizia sta a guardare, nel film di Garrel abbiamo almeno altri due recuperi da Stelvio Cipriani: il brano Maquillage da Anonimo veneziano (noto anche nella versione coverizzata dal titolo To be the one you love, presente in Pensione amore servizio completo e altri film) e Avvoltoi sulla città da Buitres sobre la ciudad.
    Anche il brano sui titoli di coda subito dopo I maschi è tratto da un film. Si tratta di The Play, tratta dal film sovietico Autumn Marathon. Questa ammetto che ho dovuto "shazammarla".