Horror neozelandese di rara banalità, che cerca di sedurre gli amanti del cinema più tenebroso con colori caldi e avvolgenti, mentre sullo sfondo di una città semiabbandonata (è notte fonda, solo le insegne al neon illuminano il paesaggio) strane ombre e figure nerovestite si aggirano lente. Più lento ancora di loro è però il ritmo imposto al film dal regista Glenn Standring, che stanca e sfibra lo spettatore già dopo i primi venti minuti (nei quali pareva di assistere a un horror moderno e intrigante). Un casting completamente sballato fa il resto, con un protagonista davvero poco credibile come antropologo (come hobby si occupa di screditare...Leggi tutto sistematicamente i fenomeni demoniaci) e un presunto demone più accostabile ai classici road bikers tutti piercing, sguardi truci e ghigni supponenti. Gli effetti speciali riguardano solo qualche rada apparizione di demoni in Giger-style, l'immancabile cuore strappato, un paio di occhi mutanti… Il solito armamentario in dotazione a qualsiasi cineasta horror senza fantasia, insomma. Si nota una certa sensibilità, un gusto non comune (si fa per dire) nella messa in scena, si può anche ammirare l'accuratezza di alcuni scenari, luci, immagini, ma nel complesso è tutto fumo negli occhi: dietro un titolo tanto pretenzioso (peraltro mutuato senza errori dall'originale THE IRREFUTABLE TRUTH ABOUT DEMONS) si cela un horror noioso e privo di interesse la cui relativa notorietà resta a tutt’oggi piuttosto inspiegabile. Cinema massificato, preconfezionato.
Confezione dignitosa garantita da un uso tutt'altro che banale delle luci e degli scenari (in prevalenza notturni). Ma il budget non permette di mettere in evidenza i cosiddetti "dèmoni" ed il tutto si appiattisce su un soggetto convenzionale che sembra risentire di certe tematiche orientali (i flash back), vagamente potenziate sul piano del gore da qualche effetto rivoltante in parte efficace. Alla fine resta poco: meno di quello che il buon titolo promette...
Film che se aveva una qualche ambizione di diventare un cult (visto il titolo) ha fallito in pieno. Horror abbastanza dozzinale e prevedibile, del quale a poco tempo dalla visione già non si ricorda più nulla, se non quel forte senso di delusione per le aspettative disattese. Evitabile.
Altrettanto vera e inconfutabile è l'insuperabile mediocrità del regista, che opera pretestuoso sciacallaggio sull'abc dell'horror per un malmostoso tentativo di becerissima propaganda contro il thc. Di memorabile si segnala il momento in cui al protagonista viene versata una ciotola di blatte in volto e in bocca senza ricorrere agli f/x. Dichiarati i complimenti all'interprete per il coraggio, buttare ai rovi il resto.
L'horror, se si continua così, finirà col morire. Ne è prova lampante questa ennesima schifezza targata Nuova Zelanda. Già il titolo è comico... Il film è di una bruttura e una noia rara: gli attori sono pessimi. Eppure l'idea non è malvagia: un fumatore accanito si mette contro una setta satanica trovandosi in guai grossi... Ripeto, non sarebbe stato male, magari utilizzando attori seri e con un altro regista.
Questo "horror" neozelandese è una delle peggiori cose che abbia mai visto nel genere e sono ancora lì a chiedermi cosa mi abbia spinto ad arrivare fino alla fine. Tutto è un pasticcio, dalla trama agli effetti speciali (pochi). L'horror e le rivelazioni promesse dal titolo sono solo uno specchietto per le allodole. Non riesco a capire come certi prodotti possano essere editati in dvd. Ritengo che guardare un film non sia mai una perdita di tempo, ma questa è l'eccezione che conferma la regola. Girateci al largo.
Terribile pastrocchio senza né capo né coda in cui non c'è nulla che funziona: dalla storia che definire confusionaria è poco, passando per la regia che non regala idee, inquadrature o guizzi degni di nota, per finire agli attori quasi tutti bolsi ed impresentabili. Con queste premesse meglio non curarsi di lui e non guardare nemmeno ma passare oltre.
Un film unico. Non solo per quell'aggettivo nel titolo, ma per la resilienza a qualsivoglia tentativo di decrittazione. In altre parole: ma di che parla? Io non l'ho capito. Un'accozzaglia gratuita e insensata, recitata (male) dalle solite facce anonime. La triste parabola del genere fantastico-horror, da chiave per la comprensione della realtà a goffo trastullo.
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