Molto interessante l'idea di partenza: un console romano arriva a Gerusalemme per trovare il corpo di Gesù di Nazareth, impresa importantissima affidatagli dall'imperatore Tiberio per provare che il mito della resurrezione è una bufala e rinsaldare il suo potere nei confronti dei cristiani. Durante la sua inchiesta Tito Valerio Tauro si troverà a scontarsi con un Ponzio Pilato prima solo sospettoso e poi apertamente ostile. Purtroppo la realizzazione rimane piatta e quasi televisiva e non riesce a convincere del tutto. Comunque discreto.
Interessante Damiani in costume che, dopo una prima parte così così, ne realizza una seconda piena di spunti intriganti. Il risultato è buono e la pellicola è anche abbastanza avvincente. Riuscita, con qualche cedimento nel finale, la figura del console che deve redigere l'inchiesta. Confezione televisiva ma professionale ed in ogni caso superiore alla media.
Interessante l'idea di partenza: l'inchiesta del titolo è quella svolta dai romani per demolire il mito della resurrezione di Cristo. Su questo spunto Damiani costruisce una storia che pur formalmente all'altezza (buone ad esempio sono la ricostruzione ambientale e le prove del cast) non appare mai entusiasmante e non riesce quasi mai a nascondere il carattere di produzione televisiva.
Tito Valerio Tauro arriva in Palestina, ancora governata da Ponzio Pilato, inviato dall'imperatore Tiberio per indagare sulla scomparsa del corpo di Gesu. L'idea è originale e parte da Anatole France, trattata poi da Ennio Flaiano ed altre mani, per essere poi riscritta da Damiani stesso. L'inchiesta è soprattuto un pretesto per vedere come tutto ciò che il Cristo ha seminato cominci a dare i suoi enormi frutti, ed il pragmatismo romano è messo di fronte ad un pensiero di vita e di morte molto più potente di tutte le armate imperiali. Ben fatto.
Storia originale che parte da un fatto da tutti noi conosciuto: la resurrezione di Gesù. L'inchiesta porta alla luce ciò che il Cristo aveva predicato. Film ben diretto da Damiani (nonostante non sia il suo film migliore) e ben interpretato (nel cast c'è anche il mago Silvan!), specie da Keith Carradine.
Il film appare corretto, di quella correttezza neutra che dà il taglio televisivo. A riscattarlo sono la cura dei costumi e la credibilità delle ambientazioni; e una atmosfera malinconica e sospesa che si ritrova anche ne Gli Atti degli Apostoli di Rossellini: i cristiani sono combattuti fra il dolore per la morte del Maestro e la gioia nell'attesa del ritorno; il protagonista, inviato imperiale, tra la lealtà alla ragion di Stato e il dubbio che Roma sia ormai insidiata da un nuovo e alternativo mondo spirituale.
L'idea (una sorta di giallo a sfondo biblico) è interessante e Damiani non pecca né di presunzione né di idee, ma si scontra con una lentezza di base che sarà pure congenita del genere ma alla quale bisogna far fronte con qualche trovata. È esattamente questo che manca, perché il resto va abbastanza bene, incluso il non entusiasmante taglio televisivo. Carradine si ritaglia il suo spazio senza essere oscurato da Keitel (un po' sottotono di suo) e il resto del cast (con Infanti in testa a tutti) contribuisce efficacemente al risultato finale.
L'imperatore Tiberio invia in Guida un magistrato ad indagare sulla sparizione del corpo e sulla presunta resurrezione di un certo Gesù... Premessa storica inattendibile ma non è questo il problema: il film voleva forse essere una riflessione (laica) sul significato di un messaggio di pace e fratellanza, ma è zavorrato dall'esigenza di coniugare spettacolo ed intenti edificanti, con scelte discutibili e passaggi pesantemente didascalici a cui la prova professionale del cast pone solo parzialmente rimedio. Prima parte lentissima, seconda migliore ma nel complesso lascia per perplessi.
MEMORABILE: La sequenza in cui l'inviato, travestito da giudeo, viene scambiato per il Salvatore risorto.
Un giallo ambientato in epoca romana, un progetto che rimase a lungo nel cassetto prima di essere finalmente realizzato. Il senso finale del film è un inno alla pace e alla tolleranza e l'ambientazione storica non nasconde le tante allusioni al presente. Cast internazionale forse sprecato, però Damiano Damiani, anche se nella fase calante della sua carriera, confeziona comunque un buon prodotto.
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Il soggeto fu scritto da Ennio Flaiano e Suso Cecchi D'Amico per Franco Zeffirelli. Alla fine lo diresse Damiani che assieme a Vittorio Bonicelli (il cosceneggiatore) fece alcuni cambiamenti.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi & Canzoni della Prima Visione Tv ("Viaggio intorno all'uomo", condotto da Sergio Zavoli, venerdì 25 novembre 1988) di L'inchiesta: