Che Ray Lovelock nel film interpreti un avvocato (o avvocaticchio, come lo definisce il boss Peseti/Mel Ferrer) è un dettaglio di poca importanza, visto che nel film non esercita e potrebbe pure essere un professore o un ragioniere, per quel che conta. Vive da solo col gatto come un perfetto eroe noir e come tale tende a comportarsi: sicuro di sé, sprezzante, ironico, astuto... insomma, è evidente che il film è costruito intorno alla sua figura e che il resto gli ruoti intorno senza brillare per originalità: un boss (Mel Ferrer) lo chiama per fare da mediatore in uno scambio di Gauguin con un ricco personaggio altrettanto losco (Umberto Orsini). Lui accetta (anche...Leggi tutto perché i suoi tirapiedi, in primis Gabriele Tinti, lo riempiono di botte appena cerca di andarsene dalla villa), ma decide di fare a modo suo cercando di fregare chi non deve. Comparirà all'orizzonte l'immancabile sicario privo di favella (John Steiner, calvo e senza baffetti caratteristici) e fioccheranno i morti ammazzati, il tutto sottolineato dalla colonna sonora jazzy di Ubaldo Continiello (si chiama come il gatto di Lovelock, così come Lilli Carati mantiene nella finzione il proprio cognome). Non un film inguardabile, certo diretto con poco brio e troppa monotonia. Si sprecano i pestaggi (giusto per allungare i tempi) e non c'è un solo guizzo che risollevi il film da una avvilente mediocrità. Peccato perché il cast è di primordine, e anche se Lilli Carati si vede praticamente solo negli ultimi venti minuti e mai nuda, c'è un simpatico Orazio Orlando nel ruolo del miglior amico dell'avvocaticchio.
Noir tra violenza e ironia, con il baldo Lovelock nei panni di uno squattrinato e doppiogiochista “avvocaticchio”. La regia ha ben poche soluzioni interessanti (tranne l’assassinio di Orsini), ma in compenso l'eterogenea manovalanza farà gioire i cultori del cinema di genere: il muto e glaciale Steiner, l’internazionale Ferrer, i versatili Tinti e Orlando, la dolce Carati, il sullodato Orsini, caratteristi (Cleri, Adami, Puntillo, Pagnani), sgherri (Puppo, Galimberti, Reale), fuggevoli presenze (Mingozzi)... Derivativo, ma degno di visone.
Passabile e curioso poliziottesco di Marras qui alla sua unica prova come regista. Bene il cast, in particolare Lovelock nella parte di un ambiguo avvocato. Da vedere per riscoprire un genere perduto ma che tuttora ha un suo fascino e viene apprezzato anche fuori dai nostri confini.
MEMORABILE: Steiner nella parte di un killer stranissimo.
Noir insapore come acqua tiepida. Lovelock come avvocato squattrinato e bohemienne (ha un gatto) non vanta un briciolo di credibilità; la storia (che pur si segue senza sforzi) è ai minimi sindacali. La presenza di Ferrer e il bravo Steiner, nel ruolo (muto) del killer donano qualche consistenza al tutto: peccato, però, che nel finale, semplicistico e sbrigativo, il film si sgonfi come un soufflè mal cotto.
Un noir che pur privilegiando i toni leggeri non scivola mai nella commedia o, peggio ancora, nella parodia. Regia e confezione piuttosto piatte, ma la storia è molto lineare e, tutto sommato, credibile. Cast infarcito di nomi interessanti: se Lovelock è sì bravino ma privo della necessaria ambiguità, Steiner non apre bocca, Orsini si limita a una comparsata e la Carati (stranamente tutta vestita) è puro ornamento, funzionano bene il boss Ferrer, il suo braccio destro Tinti e un simpatico Orlando. Si può vedere, senza impegno.
Modesto gangster movie di Marras (autore anche del soggetto) con Lovelock avvocato senza scrupoli avvezzo a pistole e scazzottate che si infila in una storia più grande di lui. Il film scorre piuttosto lento e anonimo, anche per la poca esperienza del regista che gestisce male un cast attoriale di ottimo livello, ridimensionato da una sceneggiatura alquanto banale nonostante si siano messi in quattro a scriverla. Le scene d'azione e alcune (poche) buone trovate ne fanno un prodotto di genere di medio livello, che piacerà agli appassionati.
Un giovane e squattrinato avvocato viene letteralmente prelevato dalla mala per un affare di quadri che solo all’apparenza sembra semplice. Ma le cose si complicano. Un gangster movie all’italiana vecchia maniera, di quelli che hanno fatto la fortuna di molti, registi e attori (estero incluso). Qui in primo piano Ray Lovelock, accompagnato da una presenza “civetta” come Mel Ferrer. Bellissima e magnetica come sempre Lilli Carati. Imperdibile per tutti, non solo per gli aficionados.
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Unico film diretto da Alberto Marras, altrimenti impegnato nel ruolo di segretario o direttore di produzione in molte commedie e polizieschi.
Il titolo di lavorazione del film, poi bocciato in fase di distribuzione, era... L'avvocaticchio!