L'arma del delitto - Film (1956)

Un ragazzino, credendo di aver ucciso un suo coetaneo, fugge. A cercarlo ci si mettono, oltre agli sbirri, un criminale che si vuol riappropriare dell’arma utilizzata dall'imberbe e che tempo prima aveva usato per commettere un delitto. Thriller che non concede un attimo di tregua allo spettatore, tenuto costantemente sulla corda da una storia resa ancor più scabrosa dal fatto che, a essere in pericolo, è un bambino. Val Guest, alla sua miglior prova registica, garantisce ritmo e tensione, mentre il cast svolge a pieno il proprio dovere.

Un ragazzino trova tra le macerie di un palazzo di Londra una pistola che dieci anni prima è stata l’arma di un delitto e... Val Guest firma un noir inglese di un certo interesse ma senza raggiungere le altezze dell’eccellenza: ritmo veloce ma racconto superficiale, buona prova recitativa degli attori ma personaggi dall’entità epidermica, nitidezza dell’esposizione ma regia piuttosto piatta, qualche momento drammatico originale ma dialoghi con qualche punta di ridicolo. Ottima, invece, la tensione in crescendo nell’ultima mezz'ora.

Un bimbo fugge dopo aver ferito accidentalmente un compagno con una pistola sepolta fra le macerie, utilizzata dieci anni prima per un omicidio rimasto impunito... Buon spunto ma andamento piuttosto fiacco, per quanto dignitoso: non convincono molto le caratterizzazioni dei personaggi principali, in particolare quella della madre del bimbo (Scott) e del rigido militare USA (Cochran), mentre quelli secondari, come l'ispettore di Scotland Yard impersonato da Marshall, sono appena accennati ed anche l'epilogo appare piuttosto frettoloso. Vedibile ma senza troppe pretese.

Thriller che ha all'attivo diversi pregi: l'ambientazione tra le nebbie e le macerie di una Londra postbellica, una regia dinamica che garantisce una tensione adeguata, una convincente idea di partenza. Peccato che la sceneggiatura non sia particolarmente in vena di approfondimenti (va bene evitare le inutili lungaggini, ma qui si è stati fin troppo concisi), mentre il cast offre buone prove, sebbene sia la Scott (la cui carriera volgeva al termine) che la Maurey siano a forte rischio stucchevolezza.

La pistola trovata accidentalmente da un bambino tra le macerie di una Londra post-bellica era per l'appunto quella usata da un assassino rimasto impunito e, non si capisce bene come, mette in moto una serie di indagini che relegano in secondo piano lo spunto iniziale. Un thriller ben fotografato e suggestivo che però arranca nelle parte centrale, cercando di seguire e di conciliare con la stessa tensione il lato poliziesco con quello affettivo-familiare. Personaggi alquanto abbozzati (specie la madre e il militare/detective americano) per un epilogo convulso e spicciativo.

La trama è un po' esile e gli sviluppi della storia non certo imprevedibili: non ci vuole molto, ad esempio, a capire chi si nasconda dietro il vecchio delitto. Però il film si lascia guardare e non annoia mai fino all'epilogo scontato e un po' affrettato. Forse aiuta la breve durata anche perché è difficile immaginare nuovi e originali diversivi che non avrebbero fatto altro che tirare per le lunghe una storiellina così così. La regia è corretta ma senza guizzi, così come il film in generale.