Una bellissima favoletta, che si basa sull'adolescenza di un giovane calciatore dotato di un grande talento ma che non crede nei propri mezzi. Sarà una anziana clochard ad infondergli fiducia facendolo diventare un vero campione. Nel film viene mostrata anche la storica rivalità tra le due squadre di Manchester: è infatti proprio lì che si svolge la storia, e il nostro protagonista si troverà di fronte ad una scelta. Robert Carlyle veste i panni dell'allenatore ed ex giocatore. Molto carino, per giovani.
Invece di magiche scarpette rosse, abbiamo qui un paio di modeste scarpe da calcio. "Jimmy Grimble" è una piacevole commedia destinata a un pubblico di bambini ma che se anche non si è tali non stucca. La trama è zeppa di buoni sentimenti e sopratutto è un inno alla fiducia in noi stessi: esser grandi e delusi ex giocatori, esser piccoli campioni in erba, non conta, ciò che serve è crederci. Godibile soccer-movie.
Ragazzo con bassa autostima riceve in regalo scarpe magiche che lo fanno diventare un campione di calcio. Grazioso film per ragazzi, costruito sulla solida tradizione inglese di lavori che indagano la vita delle persone in relazione con il disagio sociale e la crisi economica. In questo caso c’è il valore aggiunto dell’avventura quasi fiabesca che porta un ragazzo a confrontarsi con le proprie paure e i propri desideri. Piacevole.
Sulla falsariga di Billy Elliot, ma decisamente più banale e scontato (il bravo babycalciatore, timido e corretto, il figlio di papà influente, viziato e spacciato per fenomeno e l'ex calciatore caduto in disgrazia che allena sti poveracci). Il copione è piuttosto trito e, naturalmente, la giustizia trionfa. Ora, se lo si analizza come favoletta, dove il brutto anatroccolo con scarpini da calcio diventa il cigno del gol, può anche andare bene, ma se invece di "favola", leggo "commedia" nella voce "genere", allora non ci siamo. Ciò non toglie che sia comunque vedibile e, qua e là, simpatico.
MEMORABILE: Il protagonista, dopo l'ennesima volta che il suo compagno gli urla di passargli la palla, tira una bordata, colpendolo in faccia e facendolo segnare.
La storia di un ragazzino con famiglia sottosopra che tifa per la squadra povera di Manchester (fanciulli, questo non era ancora il City danaroso toccato in suerte al Mancio) e gioca a calcio nella squadra della scuola, dove tra scarpe magiche, gol incredibili e sfottò da parte dei compagni più grandi e tifosi dello United, la vita non è per nulla facile. Chiaro, tra l'ex fidanzato della madre, il mister, la signora delle scarpe filtra buonismo a nastro, ma la fantasia è fantasia. Gradevole, soprattutto in confronto ad amenità tipo Goal!.
MEMORABILE: Il goal di testa dell'arbitro in una delle prime trasferte mi ha ricordato alcune vittorie della Juventus...
La vecchietta che dona il talismano per aiutare l'eroe a trionfare sulle avversità è un luogo comune del mito, che qui si mescola ad altri luoghi comuni: quelli dell'infanzia sottoproletaria. La madre single col fidanzato eterno disoccupato, il profondo nord inglese, il bullismo, il sogno di diventare un campione nel più popolare degli sport. Tra il grigio delle case popolari e il rosa della fiaba, un amalgama felice, un film dal buon ritmo e dalle divertenti caratterizzazioni. Per ragazzi di ogni età!
Quadretto tipico inglese, condito di tutti i luoghi comuni immaginabili e per questo abbastanza credibile. Il protagonista della storia, come tradizione anglosassone, è uno "scarafone" maltrattato ed ignorato quasi da tutti, con la passione per il calcio. Buoni sentimenti, momenti divertenti (pochi), storiella da vedere con un adolescente non troppo smaliziato.
Ambientato all'epoca in cui il City era ancora calcisticamente il parente povero dello United, il film di John Hay si inserisce nella tradizione delle commedie ambientate nel proletariato metropolitano britannico, introducendo però una componente favolistica che lo rende un film per ragazzi e in qualche modo ne riduce le potenzialità artistiche. I personaggi, "costretti" in qualche modo dall'andamento della storia, risultano schematici e con poca personalità; la trama inoltre è fin troppo prevedibile. Del cast, il migliore è Ray Winstone.
Il sogno di ogni appassionato di calcio è quello di potersi esprimere ai massimi livelli. Jimmy ci riesce, dopo tante vicissitudini, traversie e sproni che paiono persino soprannaturali. Credere in se stessi sarebbe il messaggio più semplice da leggere ma quello che emerge è la forza di un retrostante contesto socio-familiare in grado di supportare appieno le scelte individuali. Qualche retorica, un po' di fiabesco e avversari che sembrano presi da Holly e Benji per quanto sono arrendevoli allo strapotere del novello campione. Ma ci si diverte.
Classico film inglese, riflette la storia di un ragazzo che prova a sfondare all’interno del mondo dal calcio (con l’aggiunta di un elemento magico, ovvero gli scarpini). A una storia abbastanza innovativa si aggiunge uno schema di personaggi abbastanza classici (il protagonista con qualche difficoltà, il figlio di papà, la ragazza, il campione decaduto, la madre con qualche difficoltà ...). Buono invece il film da un punto di vista tecnico, con una discreta regia e un’ottima scelta musicale.
John Hay HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàRaremirko • 20/11/13 00:59 Call center Davinotti - 3863 interventi
* Carlyle, per potersi meglio preparare alla parte, seguì partite a tutti i livelli al fine di poter osservare meglio l'operato di veri allenatori.
* L'allenatore che preparò i ragazzi riguardo alle scene poi filmate, disse che considera quell'operato come il migliore della sua carriera, visto che in 5/6 settimane rese capaci persone all'inizio molto mediocri