Arduo seguire tutti i passaggi per chi è digiuno di banche, di borse, di movimenti finanziari, di affari con gli arabi e di compravendite di petrolio, di azioni in borsa, si rischia la noia e l'incompresione , soprttutto per chi di finanza (come il sottoscritto) non ne capisce un h.
Tabelle. continui ribassi, cinici e calcolatori banchieri (Oliver Stone, per
Wall Street, lo terrà a mente), il viaggio in arabia saudita per concludere l'affare con gli sceicchi (da segnalare la schizzinosità di Jane Fonda al banchetto dove gli arabi strappano la carne e mangiano con le mani, oppure durante la preghiera a Allah), spionaggio, bustarelle, corruzione, codici segreti, password, il potere dei soldi che non guarda in faccia nessuno, prestiti, una continua guerra di azioni e valute.
In pratica Pakula rifà
Tutti gli uomini del presidente in chiave monetaria, dove ci si sente un pò tagliati fuori dall'argomento , troppo tecnico, e per chi non ha almeno un pò di infarinatura sul mondo della borsa e sui suoi meccanismi, il tasso di incomprensibilità è piuttosto alto.
La Fonda è al massimo dello splendore ma un pò sottotono, Kristofferson un pesce fuor d'acqua e impacciatissimo nelle scene d'amore con Jane, mentre Cronin è un eccezionale magnate bancario di mesfistofelica portata.
E tra appartamenti di lusso nel centro di New York, la splendida fotografia di Giuseppe Rotunno e lo score di Michael Small che ha sonorità simili alla partitura che Ennio Morricone comporrà per
Gli intoccabili, la faccenda che scotta prosegue tra suicidi, omicidi, inganni e doppi giochi, un pò di spionaggio e feste dell'alta società.
Verso la fine salta fuori il Pakula versione thriiler (quello di
Una squillo per l'ispettore Klute e
Perchè un assassinio), con sicari travestiti da autisti dal coltello facile, e Jane Fonda in pericolo, tra sospetti, complotti e indagini.
Ma è nel finale pessimista e catastrofico che il film mette davvero i brividi (Pakula anticipa la crisi finanziaria del 2008), con un apocalittico crack finanziario su scala mondiale senza precedenti (che fà sembrare quella americana del 1929 una passeggiata, come profetizzata da Cronin), dove l'intera popolazione del pianeta rimane senza soldi, dando il via a proteste e rivoluzioni a un passo dalla guerra civile (terrificante l'annuncio dell'ecatombe monetaria al telegiornale, con le piazze di tutto il mondo in rivolta, compreso il Papa che in piazza San Pietro invita la popolazione disperata alla calma) più spaventoso di qualsiasi "disaster movie", perchè plausibile e tremendamente realistico.
E in quella chiusa disperata ci si desta dal torpore dei numeri e delle cifre, del caos della borsa e dalle amministrazioni aziendali.
Confezione di classe che non fa una grinza (pur con qualche forzatura nello script, come la Fonda che riesce a catapultarsi fuori dall'auto in corsa con le portiere bloccate), e anche se immerso nella difficoltà di capirci qualcosa sulla finanza, Pakula (da gran regista qual'è) sa creare pregevoli meccanismi "noir" nel linguaggio cifrato bancario, dove, alla fine, siamo tutti pedine nelle mani del dio denaro.
A suo modo profetico e per certi versi spaventoso (almeno in dirittura di arrivo), miscuglio di fantapolitica (non poi tanto fanta), dove bastano gli arabi a portare il mondo verso una possibile terza guerra mondiale, prosciugando, in una sola notte, tutti i risparmi dell'intero pianeta.
Di qualità eccellente la vhs della
Warner Home Video datata 1985.