Il ritorno del gladiatore più forte del mondo - Film (1971)

Peplum fuori tempo massimo, il cui registro prevalente è quello comico-demenziale del ciclo de "I tre supermen" (uso del romanesco, padellate in testa, rutti...), sebbene non manchino ampi intervalli con le crudezze tipiche del genere, così come ligi alle regole sono i personaggi: da un lato i buoni (l'ex gladiatore Harris, l'amico fedele Rosani, il furbo Baldassarre, le fanciulle Conte e Gray), dall'altra i cattivi (il perfido Serato, la sadica Keil, il bieco Lemoine). Le scene di lotta e battaglia sono dirette con la solita competenza italiana, anche per l'impiego di storici stuntmen.

Tentativo di far rivivere il genere peplum quando anche il western è al tramonto e impazzano invece i succedanei di Trinità. Qui infatti ci sono scazzottate comiche, rutti, soldati che orinano vistosamente e ogni tanto invece situazioni tipiche del cinema mitologico, con cattivi sadici e buoni davvero tanto buoni. Molte scene di repertorio tratte da Costantino il Grande, nelle quali appare Massimo Serato visibilmente molto piu giovane (dieci anni in meno) rispetto alle sequenze girate ex novo per questo film. Volonteroso ma decisamente mediocre.

Nel 1971 i tempi gloriosi del peplum erano ormai lontani. Qui gladiatori e soldati ruttano, si scazzottano tra loro, fanno battute degne della peggior commedia sexy. La cosa più incredibile è che in mezzo a tutto questo vi sono parti "normali" anche discrete, ma che finiscono per apparire ridicole, affiancate come sono da tante insulsaggini. Il già desolante quadro è peggiorato da errori nella ricostruzione architettonica e da un montaggio pessimo. Film talmente assurdo che può quasi incuriosire. Ma è meglio lasciarlo lì, nel dimenticatoio.