Bardot-dipendente e cedevole. Vadim mette in scena un romanzo di Christiane Rochefort sul contrastato amore tra una borghese seria e un intellettuale bizzoso e viveur che lei ha salvato casualmente dal suicidio. I risvolti psicologici scompaiono presto e resta solo una buona interpretazione da parte dei tre protagonisti (Bardot, Hossein, Méril), oltre alla consueta attenzione che Vadim pone nell’esibire – con giochi di vedo e non vedo – il corpo seminudo della sua musa.
MEMORABILE: Un flash-forward di certe commedie scollacciate all’italiana: Hossein che guarda la Bardot fare le pulizie di casa completamente nuda.
L'inizio del film è abbastanza stimolante, poi si appiattisce sul rapporto "amoroso" dei due protagonisti, con un Robert Hossein monocorde con un'espressione ancora più antipatica del solito e una Bardot che, nonostante l'impegno, tenta di reggere una parte non sua. Vadim sfrutta una volta di più il corpo della sua ex moglie e, all'epoca, questo meravigliava ancora, nonostante fossero nudi piuttosto casti visivamente, ma non nelle intenzioni. La parte intellettuale non è molto in sintonia con il romanzo da cui è stato tratto. Si può evitare.
Ragazza borghese prossima alle nozze perde la testa per uno pseudo-intellettuale disadattato e alcolista che ha casualmente salvato dal suicidio. Vadim dirige correttamente, ma senza estro e senza passione, 90 minuti di schermaglie amorose rese poco digeribili da dialoghi tanto pretenziosi quanto fasulli e aggravate da un mieloso e inattendibile happy end. La Bardot mostra tutto quanto era ammissibile ai tempi mentre Hossein sfodera la sua consueta e monolitica maschera di sconfitto dalla vita. Datatissimo e complessivamente piuttosto noioso.
MEMORABILE: La Bardot che fa le pulizie di casa completamente nuda.
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Durante il periodo di lavorazione del film a Fiesole (vedi segnalazione di Renato in location), oltre alla troupe, soprattutto Brigitte Bardot fu importunata più volte dalle visite di un molestatore: D.B., sedicente poeta ammiratore dell'attrice.
Una prima volta, l'8 aprile 1962, dopo aver preso alloggio nella camera d'albergo vicina a quella della Bardot, l'uomo aveva provato di notte a entrare in camera sua ma lei si era svegliata e messa a urlare. L'11 aprile D.B. ci aveva riprovato e questa volta era stato ufficialmente diffidato dai carabinieri. Il 14 aprile infine si era presentato nell'albergo all'alba, riuscendo a introdursi nella stanza della Bardot e a declamarle i suoi versi. Appena sveglia l'attrice aveva chiesto aiuto a alta voce e alcuni componenti del cast e della troupe erano accorsi in suo aiuto bloccando il molestatore e chiamando i carabinieri. Quest'ultima intrusione spinse la Bardot a denunciare D.B. che fu portato al carcere fiorentino Le Murate.
FONTE: È finito in carcere a Firenze il "poetanotturno", in Corriere d'informazione, 14-15 aprile 1962, pag.16.