Il principio superiore - Film (1960)

Un professore di filologia vede crollare il proprio mondo morale quando i nazisti fucilano tre suoi studenti. Un apologo contro il quietismo e l'invito a prendere posizione contro la tirannia, certamente; il regista, tuttavia, rifugge dagli schemi più facili: il mondo praghese è visto nelle viltà (i collaborazionisti) e nelle indecisioni (il preside) mentre i carnefici sono mostrati in chiaroscuro (il capo della Gestapo cita l'Iliade e ha una famiglia). Concisa e convincente la definizione dei ragazzi sorpresi nell'età di passaggio.

Non basta la lezione etica dei classici e di Tacito di fronte alla barbarie dell’occupazione nazista: la frattura tra principi morali e azione si apre quando tre studenti sono sequestrati dalla Gestapo nel microcosmo della provincia ceca. In un bellissimo bianco e nero, con una narrazione asciutta ma sostenuta da un pathos che lascia intuire una critica anche al presente della dittatura comunista, va in scena una sorta di drammatica attualizzazione dei temi della classicità improvvisamente mutati di segno, nel recinto sacro ma violato della scuola.