VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/02/15 DAL BENEMERITO COTOLA
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Aldo Lado torna dietro la macchina da presa e firma un film molto coraggioso (basti guardare il finale) e per certi versi originale. Non tanto nella storia (una bambina rapita) ma nel modo di raccontarla. Si concentra solo sulla bambina, sul suo punto di vista e sulla sua prigionia: tutto il resto è quasi bandito. Quel poco che si sa delle indagini lo si apprende da intrusioni esterne (la tv, gli elicotteri della polizia e poco altro). Insolito, specie nel panorama cinematografico italico. Per me una scommessa vinta!
La classe di Lado non è acqua. Quella che potrebbe essere una semplice pubblicità progresso si tramuta in un oggetto cinematografico a tutti gli effetti, in grado di far immedesimare lo spettatore nella reclusione blindata della bambina rapita: il realismo quotidiano (lo scantinato, suoni e rumori), un carceriere senza volto, paura, rabbia, pianti, canti e giochi improvvisati per ingannare il tempo, vane speranze e inutili stratagemmi. Epilogo senza sconti né facili consolazioni; regia sobria e pulita, scevra sia degli artefatti digitali che dei patinati preziosismi dei nuovi autori.
MEMORABILE: La finestra che dà su un mondo esterno ormai inaccessibile; "Bella ciao" con il testo della versione delle mondine; la voce della madre al TG.
Che peccato, un Autore di tale livello sceso negli abissi del vuoto, in parte dovuto a un argomento antipaticissimo e detestabile, in parte per via di una scenografia (volutamente cercata) malsana e decadente. La storia, metafora dell'abbandono e della solitudine, avrebbe tratto maggior vantaggio da un metraggio più limitato, perché 80 minuti sono spesso causa di sbadigli e imprechi generati dalla scarsità di mezzi a disposizione, deficit che rende il tutto assimilabile a un film amatoriale girato tra amici; ecco, appunto: non da distribuire...
MEMORABILE: Davide Pulici, in ruolo di prete, guida un burlesco funerale: che sia profeticamente quello del cinema di genere italiano?
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