Il male non esiste - Film (2023)

La possibile costruzione di un campeggio di lusso potrebbe alterare il delicato equilibrio di un villaggio immerso nella natura e porta a un complesso confronto tra i rappresentanti della società di costruzione e gli abitanti, in particolar modo il silenzioso boscaiolo Takumi, che vive, con una figlia, a servizio della comunità. Si alternano lente e poetiche inquadrature a un eccellente ritratto delle dinamiche (pubbliche e private) di contraddizione tra uomo e natura, capitalismo e conservazione, con la bellissima musica di Eiko Ishibashi, Un film profondo e notevole.

In un villaggio boschivo giapponese, l'equilibrio secolare che regna tra la comunità e la natura circostante viene messo in forse da una speculazione che vorrebbe impiantarvi un "glamping" di lusso. La comunità, interpellata, si oppone anche per bocca di Takumi, un rispettato e attivo uomo della zona. Con molta ricercatezza estetica, il regista mette in scena la moderna distonia tra capitalismo e conservazione degli equilibri naturali attraverso una storia che mescola realismo, miti e ombre ancestrali, per cui il messaggio resta sospeso anche in virtù di un finale dal sapore onirico.

Il progetto di costruzione di un campeggio di lusso rischia di compromettere il fragile equilibrio con l'ambiente naturale in cui vive una piccola comunità rurale... Film perplimente in quanto il brusco epilogo, enigmatico e aperto a varie interpretazioni, contrasta con quanto lo precede che invece è raccontato con uno stile realistico e un ritmo pacato in armonia con i cicli della natura. La difficoltà di darne una spiegazione univoca può lasciare insoddisfatti ma d'altro canto, con la sua inaspettata ambiguità, rende il film più originale, per cui il giudizio resta sospeso.