Pellicola meritoriamente irrisolta, con lo straordinario Sam che pare restar in qualche modo ingabbiato dal suo stesso tentativo di costruir un poliziesco “adulto”. Così, dopo la bruciante partenza con l’omicidio della spogliarellista, il nostro consuma a fuoco lento le aspettative dello spettatore, immergendolo nell’atmosfera spaesante di un anomalo kammerspiel, avente come tematiche dominanti l’amicizia, l’amore ed il razzismo. Il trio protagonista pur credibile manca di pathos, ma a venir meno è soprattutto il congenito dinamismo del cinema di Fuller.
Pellicola parzialmente atipica, eppure i temi cari al cinema fulleriano ci sono: amicizia, "tradimento", razzismo, amore. A rendere diverso il film è il fatto che la componente noir sia relegata al folgorante inizio ed alla concitata e sbrigativa parte finale: lo sviluppo criminogeno è quasi casuale e il movente dell'omicidio è abbastanza banale e buttato lì. Per il resto si dà ampio spazio ad una tormentata storia d'amore (forse tirata un po' troppo per le lunghe), complicata dalle tematiche di cui sopra. Epilogo non del tutto compiuto. In ogni caso, un buon film.
Titolo minore, per quanto non disprezzabile, nella filmografia di Fuller. Ritroviamo alcune tematiche particolarmente care al regista (l'amicizia, il confronto tra diverse culture, l'amore interrazziale) che però relegano in secondo piano una componente poliziesca che inizia piuttosto bene ma culmina in una soluzione del caso che giunge in maniera a dir poco fortunosa. Senza infamia e senza lode i due protagonisti, meglio la graziosa Victoria Shaw di cui entrambi si innamorano. La breve durata evita almeno l'accumulo di tempi morti.
Mentre indagano sull'omicidio di una spogliarellista, due detective si innamorano entrambi della stessa donna, l'unica in grado di identificare il sospetto assassino... Poliziesco atipico in quanto le indagini occupano un ruolo piuttosto marginle e si concludono in maniera frettolosa, mentre maggior rilievo ha la rivalità sentimentale tra i ue poliziotti che mette in crisi la loro amicizia ed è complicata dal fatto che uno di loro ritiene di essere oggetto razzismo per le sue origini giapponesi. Opera apprezzabile, seppur minore all'interno di una gloriosa filmografia.
L'esordio sembra essere dei più promettenti con il fulmineo omicidio di una ballerina di striptease, ma subito la narrazione devia verso un intreccio prima di amicizia tra i due poliziotti che indagano sul caso e poi d'amore concorrenziale per una bella disegnatrice (Shaw) che fornisce l'identikit di un sospettato killer. Un film minore di Fuller che sfiora diversi aspetti estranei al focus del soggetto, ripescato solo alla fine con una soluzione frettolosa e slegata da tutto il resto. Una storia decisamente old style con un abbozzo di impegno antirazziale e una recitazione mediocre.
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