Sontuosa trasposizione tv del celeberrimo romanzo di Dumas Padre, grandi mezzi e cast di prim ordine, la serie racconta la storia di Edmond Dantes con senso dello spettacolo e accurata ricostruzione. Nonostante la durata ragguardevole, la sceneggiatura presenta alcune semplificazioni che non tolgono troppo alla storia. Il finale, invece, è ahimè infedele e mi costringe ad abbassare il voto. Istrionico Depardieu, molto in parte Rubini e Muti, bravi Rochefort e Arditi. Piuttosto insipidi i giovani. Prodotto di gran classe. Avercene!
MEMORABILE: Mentre progetta la ricostruzione della sua nave "Faraone", Montecristo ritorna per un attimo ad essere Dantes.
Discreto. Gerard Depardieu si dimostra un ottimo protagonista nei panni del conte di Montecristo, l'ambientazione e le scenografie sono ben curate, la sceneggiatura abbastanza. Il cast secondario offre interpretazioni pulite, abbastanza sottotono la Muti. Finale evitabile.
Trasposizione televisiva di buon livello del celebre romanzo di Dumas padre, che in quattro puntate (forse un po' troppe) illustra la storia della più celebre vendetta del mondo letterario. Buona la ricostruzione ambientale e la sceneggiatura (seppure con alcune infedeltà al testo); in grande spolvero in cast con un Depardieu calato in modo ottimale nel personaggio.
Ottimo, davvero. A volte anche le fiction tv possono regalare dei capolavori: questa è la migliore trasposizione del classico di Dumas mai realizzata, con un Gerard Depardieu mattatore in una grande prova di attore. Bene anche i comprimari, Sergio Rubini in testa, così come le musiche. L'unica pecca è il "taglio" generale, prettamente da fiction tv, della regia, ma resta un prodotto di alta qualità. Consigliato.
MEMORABILE: Montecristo, che abbatte la porta di una chiesetta e giura solennemente vendetta; la fuga dallo Chateau d'If.
Depardieu dà il volto allo sventurato Edmond, a cui viene sottratta la libertà, la fiducia, la donna amata, la famiglia. Una volta libero, è deciso a vendicarsi dei suoi carnefici in modo raffinato e inesorabile. L'attore francese offre una buona prova, impersonando Dantes e i suoi vari alter ego (Busoni, Wilmore, Montecristo), imprimendo la giusta grinta e sete di rivalsa. Come avverrà per I miserabili, anche qui il cast vede diversi volti di casa nostra (tra tutti spicca Sergio Rubini). Nonostante il minutaggio, non ci si annoia. Godibile.
MEMORABILE: Lo smacco a Mondego nella Camera dei Pari.
Non va. Non vanno la leggerezza e le forzature con cui si traspongono il romanzo di Dumas e si stravolgono i sentimenti dei suoi personaggi (ci si inventa pure la figura di Camille, amante del conte) con l’ovvio intento di compiacere il pubblico sempliciotto e buonista delle moderne soap opera. Depardieu è un Montecristo freddo ma poco raffinato, la Muti una scialba Mercedes – buona comunque l’idea di far interpretare i ruoli da giovani ai veri figli dei due attori – e Rubini un improponibile Bertuccio. Chi non conosce il romanzo di Dumas o l’eccellente serie di Fenoglio stia alla larga.
MEMORABILE: Il pugnale ricavato dal crocefisso; Montecristo che perdona Danglars (?!?!?!?!?!).
Lussuosa produzione che proprio nel suo essere sfarzosa e barocca colpisce nel segno enucleando - seppure modificandolo - lo spirito del romanzo di Dumas. Il personaggio cinico di Edmond Dantès ha un fascino invero intramontabile ben incarnato da Depardieu. Alcuni bravi italiani nel cast fra cui un Rubini indimenticabile (interpreta Bertuccio, l'aiutante del conte di Montecristo). Uno sceneggiato (mi spiace dire fiction) ben fatto, solido, intrigante. Doppiaggio italiano notevolissimo: Giannini è quasi trascendentale. Location ben scelte e calibrate.
Trasposizione televisiva di ampio respiro, al netto di qualche deviazione dal testo originale, per l'omonimo romanzo di Dumas. La durata complessiva di sei ore non pesa in modo particolare, in quanto l'attenzione è sempre rivolta alle scenografie sontuose e alla prova di Depardieu (doppiato con maestria da Giannini), ottimo sia nel ruolo del conte che in quello dei suoi alter-ego. Buono anche il cast di contorno, soprattutto Rubini nel ruolo di Bertuccio, mentre la Muti appare un po' sottotono.
Ennesima trasposizione di un romanzo il cui intreccio, infallibile nel suscitare empatia nello spettatore, è stato di volta in volta affrontato con scrupolo filologico o con disinvoltura. Questo sceneggiato tv purtroppo unisce i possibili risvolti negativi di entrambi gli approcci: è pesante come un'illustrazione pedissequa ma nello stesso tempo modifica snodi e personaggi in modo superficiale oppure ruffiano, come dimostra il brutto epilogo in chiave harmony. Anche il cast offre prestazioni non del tutto convincenti, a partire da Depardieu che fatica ad entrare nei panni eleganti del conte.
Rarissimo caso in cui una fiction supera non solo le precedenti trasposizioni cinematografiche ma anche il best seller da cui è tratto. Notevoli le omissioni e le varianti, ma tutto funziona a meraviglia: ritmo, dramma, humor, azione, costumi, cast, location, dialoghi, trappole macchinose, caratterizzazione dei personaggi. E poi (ultimo ma non ultimo) il grande Depardieu (doppiato da un altro big d'eccezione, Giancarlo Giannini), nel ruolo del giustiziere che lentamente si lascia coinvolgere dalle vicende private delle sue stesse vittime rivelando un'incoercibile bontà di fondo.
MEMORABILE: La sorprendente rivelazione di Caderousse al Conte.
Grande successo sia in Francia che in Italia per un prodotto che indubbiamente avvince e appassiona, ma che dal confronto con lo sceneggiato RAI del 1966 esce sconfitto per le troppe licenze rispetto al romanzo sia nella trama (e non solo per l'epilogo tanto lieto quanto forzato), sia nel disegno dei personaggi (su tutti il Bertuccio di Rubini, peraltro bravo). Ottimo comunque il cast, con Depardieu che giganteggia grazie anche al magistrale doppiaggio di Giancarlo Giannini. Merita comunque la visione, e se non si conosce la storia originale probabilmente lo si apprezzerà di più.
Trasposizione del romanzo di Dumas che rispetto al testo originale si prende troppe libertà, non sempre funzionali, sacrificando personaggi chiave e chiudendo con un finale banale. Sarebbe potuto essere un ottimo lavoro, date l'accurata messa in scena e una sceneggiatura che serve egregiamente Depardieu, forse troppo sanguigno per il ruolo, ma monumentale, senza trascurare le prove di spessore di Rochefort, Arditi e Moustaki. Il cast italiano non convince del tutto: Rubini a tratti è una buona spalla per Depardieu, mentre la leziosa Muti è qui l’anello debole del comparto femminile.
MEMORABILE: Gran parte delle battute di Depardieu, soprattutto quelle su giustizia e vendetta; Le speculazioni sballate di Danglars; Il processo a Morcerf.
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Pensa che io Depardieu lo trovo perfettamente in parte, così come Rochefort.
La Muti non si discute, si venera ;)
Il finale è indecente, sono d'accordo, ma Dumas era notoriamente molto sensibile agli argomenti commerciali, quindi avrebbe lasciato correre.
Lo sceneggiato RAI lo conosco bene, l'ho anche commentato qui. Ottimo, non c'è dubbio, ma è sostanzialmente teatro filmato, fatico a ricordare un esterno. Per dire, a me Giordana lì ricorda più Amleto che Dantes.
DiscussioneDaniela • 15/05/18 15:14 Gran Burattinaio - 5929 interventi
Vero, quello della RAI è teatro filmato, ma di altissimo livello ed anche se Giordana mi ha convinto poco - troppo statico, ani ieratico - ho adorato, oltre al venerabile Tofano/Faria, anche il settore malvagi.
Ora sono in cerca dei sub del Conte del 1934, quello con Donat: la versione originale in inglese si trova con facilità, ma per i sub nisba. Se tu dovessi trovare questi oppure la versione doppiata, fammi un fischio: pare che questa trasposizione sia una delle migliori.
In ogni caso, aspetto sempre che i francesi intuiscano il potenziale immane della trilogia dei moschettieri e si decidano a farne un Game of Thrones europeo.
Con i mezzi, gli attori e gli autori giusti, ne verrebbe fuori un capolavoro assoluto.
DiscussioneDaniela • 15/05/18 16:09 Gran Burattinaio - 5929 interventi
Tarabas ebbe a dire: Non lo conosco, lo cercherò.
In ogni caso, aspetto sempre che i francesi intuiscano il potenziale immane della trilogia dei moschettieri e si decidano a farne un Game of Thrones europeo.
Con i mezzi, gli attori e gli autori giusti, ne verrebbe fuori un capolavoro assoluto.
Idea stuzzichevole, per quanto, a distanza di tanti anni, a mio parere la trasposizione hollywoodiana con Gene Kelly D'Artagnan è destinata a restare imbattibile.
Tornando al nostro amato Conte vendicatore, hai visto anche la parodia del Quartetto Cetra?
Amabilissima, soprattutto per il personaggio dell'abate Faria, impersonato da Walter Chiari come fosse il Maestro Manzi di "Non è mai troppo tardi".
Delle altre trasposizioni, ho visto recentemente quella francese del 1943, discreta, mentre un poco pacchiana mi è sembrata quella del 2002 diretta da Kevin Reynolds - anche questa con un finale stravolto e soprattutto un pre-finale alla Matarasso.
Se vedo altre cose da Dumas babbo ti avverto, se ti ricordi fai altrettanto, ok?
Daniela ebbe a dire: Tarabas ebbe a dire: Non lo conosco, lo cercherò.
In ogni caso, aspetto sempre che i francesi intuiscano il potenziale immane della trilogia dei moschettieri e si decidano a farne un Game of Thrones europeo.
Con i mezzi, gli attori e gli autori giusti, ne verrebbe fuori un capolavoro assoluto.
Idea stuzzichevole, per quanto, a distanza di tanti anni, a mio parere la trasposizione hollywoodiana con Gene Kelly D'Artagnan è destinata a restare imbattibile
Eh ma io ho progetti ben più ambiziosi, tutti e tre i romanzi, pedantemente declinati in almeno 3 stagioni da 10 puntate, cast faraonico, locations prestigiose, scene di battaglia con migliaia di comparse (v. Assedio di La Rochelle) :D
DiscussioneDaniela • 15/05/18 23:44 Gran Burattinaio - 5929 interventi
megalomane.... ;oP
per il cast, ti suggerisco Mads Mikkelsen nel ruolo di Rocheford che ha già ricoperto nella trasposizione del 2011: film bruttino ma lui tanto cattivo e sexy.
Pensa che io Depardieu lo trovo perfettamente in parte, così come Rochefort. La Muti non si discute, si venera ;)
Il finale è indecente, sono d'accordo, ma Dumas era notoriamente molto sensibile agli argomenti commerciali, quindi avrebbe lasciato correre.
Lo sceneggiato RAI lo conosco bene, l'ho anche commentato qui. Ottimo, non c'è dubbio, ma è sostanzialmente teatro filmato, fatico a ricordare un esterno. Per dire, a me Giordana lì ricorda più Amleto che Dantes.
Secondo me, Dantes rimane talmente coinvolto nelle vicende private delle sue vittime, da decidere di fare marcia indietro: io lo trovo umano, ammirevole e condivisibile (almeno per come sono fatta io :) )
DiscussioneAlex75 • 9/12/20 14:20 Call center Davinotti - 709 interventi
Daniela ebbe a dire:
Caro Tarabas, ci sono più motivi alla base della stroncatura, alcuni per così dire "collaterali". Quello strettamente legato alla trasposizione è dovuto ai cambiamenti apportati al romanzo. Non sono affatto una integralista in questo campo, anzi trovo che le trasposizioni infedeli possano talvolta essere le migliori, però qui non ho gradito i tagli e soprattutto il finale, che ho trovato davvero terribile.
Credo che la trasposizione di un romanzo-fiume come "Il conte di Montecristo" non sia un'impresa facile, e tuttavia sono rimasto anch'io parzialmente deluso. In particolare, non ho gradito il poco spazio riservato al personaggio di Haydée e soprattutto il finale (davvero risibile, se si pensa al potenziale cinematografico dell'epilogo originale). Ho trovato evitabile e artificiosa l'invenzione del personaggio di Camille (anche se molto più gradevole di quello di Mercedes, rovinato dalla Muti). E poi avrei evitato di mostrare Depardieu (peraltro bravissimo) a tavola (dove ricorda molto più Obelix che Dantès).
DiscussioneDaniela • 9/12/20 15:06 Gran Burattinaio - 5929 interventi
Alex75 ebbe a dire:
E poi avrei evitato di mostrare Depardieu (peraltro bravissimo) a tavola (dove ricorda molto più Obelix che Dantès).
Depardieu è sempre bravo, ma non ha proprio l'aria di uno che per anni è stato nutrito a pane, acqua e stenti.
DiscussioneAlex75 • 24/12/20 13:53 Call center Davinotti - 709 interventi
Daniela ebbe a dire:
Alex75 ebbe a dire:
E poi avrei evitato di mostrare Depardieu (peraltro bravissimo) a tavola (dove ricorda molto più Obelix che Dantès).
Depardieu è sempre bravo, ma non ha proprio l'aria di uno che per anni è stato nutrito a pane, acqua e stenti.
Peraltro, è anche difficile che, dopo quindici anni di pane, acqua e stenti (e ci aggiungo il buio) un detenuto si conservi sano come un pesce e riesca a mettere in atto una fuga come quella di Dantès. Ma questo è un problema del testo originale.