Hellbent - Film (2004)

Halloween si addice all’horror ma anche ai gay party: ecco allora nascere il primo slasher gay, in cui un diavolone decapita giovani arrapati durante la fatidica notte. La storia horror è parecchio ingenua, arbitraria, senza mordente, prevedibile: insomma, insulsa. Va meglio sul fronte della scanzonata ironia nei confronti delle dinamiche di rimorchio degli aitanti ragazzoni in cerca di divertimento e di sesso: insomma, una sorta di sgangherato teen-movie omosex con qualche trovatina buffa. Ma senza vere emozioni o gran divertimento.

Prendi Cruising, ambientalo in una fascia d'età giovanile, aggiungi gore e avrai Hellbent. Un feroce assassino decapitatore armato di falce si nasconde nei sottoboschi della città, sceglie le sue vittime tra i gay, li rimorchia e li decapita portando loro via la testa. Ambientato in una notte di Halloween, colpisce come un pugno nello stomaco per il tema trattato, la suspence e la violenza. Visionario, rosso sangue, testosteronico e originale. Molti i colpi di scena tra amplessi e falci guizzanti. Un po' Ozon, un po' Araki.

Uno slasher che abbraccia con audacia il genere, pur sovvertendone alcune convenzioni. Paul Etheredge gioca con tensione e stile, offrendo una rappresentazione queer che non è mai caricaturale, ma autentica. Non reinventa il genere (si erano già visti anche prima thriller a tema queer, come Cruising di William Friedkin), ma lo rinnova con dedizione. Violento finché uno vuole, ma anche ironico e consapevole. Un piccolo cult che andrebbe riscoperto.