Negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale, la storia di due famiglie nel Mississippi rurale, poveri neri e appena meno poveri bianchi, raccontata con ambizioni di affresco sociale che naufragano per la pesantezza della trasposizione letteraria (quattro o cinque le voci narranti sovrapposte) e per l'abbondanza di stereotipi nella definizione di personaggi e situazioni. Film che nasce già datato, affronta tanti (troppi) temi importanti con un approccio certo "corretto" ma privo di personalità sia dal punto di vista estetico che narrativo, sprecando il buon cast a disposizione.
Negli anni ’40, la storia di due famiglie, una bianca e l’altra nera, che vivono nel Mississippi. Una saga familiare rappresentata con grande forza e una buona caratterizzazione dei personaggi che vivono i drammi bellici, tra problemi economici e una forte tensione razziale. Resa tecnica di prim’ordine (una riuscita ambientazione e una fotografia suggestiva) che fa da sfondo ad una storia impregnata di doloroso realismo. Tra gli attori, una menzione particolare per le due protagoniste femminili, Carey Mulligan e la cantante Mary J Blige.
Grande fotografia e attori di tutto rispetto (a me la Mulligan piace sempre e qui c'è anche il Jonathan Banks di Breaking Bad/Better call Saul) per un film che ha il respiro epico di un'epopea, non stupisce, non morde ma ha i suoi momenti di tensione. I volti sono quelli giusti a rappresentare un dramma coevo alla seconda guerra mondiale e a tracciare i confini di un Mississippi piovoso e problematico con un onnipresente fango.
Pellicola targata Netflix e di catalogazione rurale, ben strutturata, anche se non mancano forzature che fanno perdere linearità alla trama. Tutto il cast risulta convincente (Mary J. Blige candidata all'Oscar), ma il modo in cui Jonathan Banks interpreta il vecchio conservatore razzista è da menzionare più di ogni cosa. Buone la regia e la fotografia, discreta la colonna sonora.
In questo film manca una solida regia che tenga assieme tutte le tematiche espresse. Il tema principale è il razzismo, tuttora radicato in certe zone rurali degli USA. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale tornano a casa due figli di due famiglie, una di bianchi e una di neri, che diventeranno amici, perché consapevoli dell'assurdità del razzismo. La prima parte è piuttosto soporifera perché non accade niente di significativo, mentre nella seconda c'è un'esplosione di violenza che risveglia dal torpore, risultando un po' stereotipata ma anche arricchita da scene coinvolgenti.
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Quattro nomination agli Oscar: attrice non protagonista (Mary J Blige), sceneggiatura, la canzone Mighty River e la direttrice della fotografia Rachel Morrison.