Fra' Manisco cerca guai... - Film (1960)

Abbastanza tremendo. Lo si riesce a guardare fino in fondo solo perché ci sono Aldo Fabrizi e Marisa Merlini, che rischiarano con le loro veracità una pellicola scialba, diretta con piattezza. Unici attimi curiosi quelli che Croccolo crea col suo candore. Sulla storia (una specie di Don Camillo del Meridione, nel 1860, mentre i Garibaldini avanzano aiutati da un locale Robin Hood, impersonato da un inespressivo Maurizio Arena) meglio stendere un velo...

Commediola oggi decisamente datata, incerta tra la farsa e il romanzo amoroso. Fabrizi nei panni del frate manesco è simpatico e regala qualche sorriso, così come i momenti con Croccolo e Vingelli, ma quando il film cerca di farsi serioso tra rappresaglie di camorra e cenni storici a Garibaldi si fa noioso e stentato. Funziona a corrente alternata, alla fine non lascia molto allo spettatore ma si lascia guardare. Mediocre.

1860. In un paesello nel meridione d'Italia sopraggiunge un frate (detto "fra' Manisco" per i suoi modi un po' irruenti) con il suo fido aiutante. Si ritroveranno in una sorta di lotta tra alcuni malviventi locali. Si capisce sin da subito che la spina dorsale del film è Aldo Fabrizi: tutto gira attorno alla sua figura e alla sua nota simpatia un po' sorniona/romana. Ci sono anche Croccolo, Arena e la Merlini che sono segno di grande professionalità, ma il film stenta a decollare e riesce solo a strappare qualche sorriso dal sapore nostalgico.

Senza la presenza di Aldo Fabrizi, qui straordinario (e unico) mattatore, il film sarebbe stato del tutto dimenticabile. Non che sia brutto, ma la storia del tiranno che impedisce un matrimonio la conosciamo tutti bene. Inoltre, se all'inizio il film regala momenti divertenti, appena cerca di darsi un tono con delle citazioni storiche (unità d'Italia, Camorra) arriva la noia. Oltre al grande Aldo Fabrizi se la cava egregiamente anche Marisa Merlini, mentre il resto del cast è poco convincente.

Commedia bucolica ispirata vagamente a Don Camillo, nella cornice del Meridione del 1860, che si regge praticamente su due pilastri: Aldo Fabrizi, la cui arguta bonarietà compensa le battute tremende e datate di Carlo Croccolo, e Marisa Merlini, che colora la vicenda di tinte drammatiche. Il resto del cast, pur professionale, non esce dall’anonimato, con l’eccezione dell’antagonista Garrone, di Reder (in un ruolo piuttosto significativo) e soprattutto di Pisacane, in un ruolo alla Capannelle.