Ennesima versione, un po' leccata, del romanzo di Stevenson, questa volta in mano a un regista di hard. L'aspetto migliore è ancora la notevole prova recitativa di Anthony Perkins, a cui la vecchiaia aggiunge una maschera di allucinante inquietudine. Il film è cucito soprattutto attorno al suo personaggio, non mancando una efficace aria di malsana tensione. Potabilissimo.
Grandissima interpretazione di un Perkins al capolinea della sua vita. Il terrore negli occhi e nelle rughe di Mr. Hyde è da tramandare ai posteri ed è proprio la pellicola ad essere sottovaluta. La regia si rifà al mastondontico Derek Jarman, anche se non abbraccia la struttura atemporale di quest'ultimo.
Una Londra notturna in preda alla perdizione in cui le signore della notte spadroneggiano adescando i passanti, un Perkins favoloso alle prese con un personaggio carico di ambiguità sessuale (come pure l'intero film ne è pregno) che fa tesoro delle sue precedenti interpretazioni (una su tutte quella di Norman Bates) proponendocene però una nuova e lui, Kikoine, il Visconti francese, con le sue scenografie e una ricostruzione scenica perfetta. Una pellicola ammantata di fascino, atmosfera, mistero e libidine. La fotografia è un ulteriore marchio di garanzia.
Pessimo. Non funziona quasi nulla; il soggetto è risibile e mischia allegramente il romanzo di Stevenson con le gesta dello squartatore di Londra (e infatti cambia anche il nome di Hyde, che nell'originale letterario era Edward e qui diventa Jack). Ma non è il solo problema del film: la sua messa in scena non funziona per nulla, per dare il senso di follia si ricorre a inquadrature sghembe e a colori tendenti al blu e al rosso. La vera domanda è: chi gliel'ha fatto fare a Perkins di partecipare a un film simile?
Anthony Perkins va a nozze con le personalità multiple, per cui una sua performance nei panni dello "sdoppiato" letterario per antonomasia parrebbe una buona trovata. E lo è: il suo Jekyll (cocainomane, impotente, sadico e pervertito) è uno dei più abietti che la cinematografia ricordi. Tra il camp lussureggiante e lo squallore amorale, l'ispirata regia di Kikoïne mescola estetica e morbosità, volgarità e leggiadria, in soluzioni che non ci si aspetterebbe da un B-movie. C'è altresì da dire che il ritmo è lento e il gigionismo generale non passa sempre per virtù stilistica. Non male.
MEMORABILE: L'incubo infantile di Perkins con la prostituta imbrattata di sangue; L'operazione alla cornea in dettaglio in stile L'angoscia; Il surreale bordello.
Gérard Kikoïne HA DIRETTO ANCHE...
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L'espressionismo tedesco, la letteratura e la cronaca nera: alla base di un horror raffazzonato
Gérard Kikoïne, tentando di affrancarsi dal porno, diresse un paio di horror (l'altro è Sepolti vivi, 1989, non a caso con Ginger Lynn) decisamente poco riusciti.
Qui ibrida il tema letterario di Stevenson con la cronaca nera: ovvero con le vicende dello "Squartatore di Londra".
Kikoïne punta alto (senza arrivare troppo su) e si ispira al cinema espressionista tedesco: infatti conferisce a Perkins un look spiritato (cifr. la cover sotto), quando mutato in Hyde, ch'è simbiosi tra Iggy Pop ed il sonnambulo de Il Gabinetto del dottor Caligari.
"No, io non credo che ci sia un mister Hyde in ciascuno di noi, non credo a queste contrapposizioni nella natura umana, sono un fatto letterario.
Io credo che siamo tutti creature dell'universo e tutti, con la malvagità o con la bontà, viviamo una costante ricerca d'amore"
Fonte: Pioggia di sangue - Il cinema psycho-thriller americano (pag. 99), a cura di Fabio Giovannini e Antonio Tentori, Edizioni Falsopiano
Zender dimenticavo di aggiungere tra i momenti memorabili, assolutamente da citare:
La Londra notturna con i suoi vicoli pronti all'uso (sessuale); Il bagno turno che tanto turba Jack 'The Ripper' Hyde; La fotografia in stile Inferno in cui primeggiano il rosso e il blu.
Grazie.
Ah! la versione del personaggio stevensoniano che amo di più in assoluto (insieme a Mary Reilly e Nel Profondo Del Delirio)
Credo che Kikoine abbia fatto un lavoro sopraffino, tra perversione e momenti di una forza visiva devastante (quella nel fienile, con la ragazza che fà sesso e poi si ricopre di sangue, non si scorda più, agghiacciante e quasi russelliana)
A dimostrazione che Kikoine è autore viscerale e sanguigno (tra Borò e Russell) e ha affinato il suo stile già in nuce nei suoi hard (alcuni indispensabili) e questo è il suo assoluto paradigma
Per me un vero e proprio cult movie di squisita lascività
Notevole pellicola. Perkins al top, l'ambiguità impera, una Londra notturna mai così libertina.
Grande cura nei dettagli..
Tecnicamente pregevole.
Come vorrei vedere anche tutti gli altri film del regista...
Altro che raffazzonato...