Buggerato dal socio Carrasco dopo una rapina Janus detto il Dottore si mette alla caccia di Carrasco e dell'oro... Grande titolo, ma non c'è traccia di vedove nè di epidemie in questo grazioso western spagnolo, che va sul comico senza eccessi post-Trinitari. Merito di una sceneggiatura piacevole, e di un Craig Hill (doppiato da Barbetti) sornione e divertito. Certo di pesetas ce n'è poche - e infatti per esempio la musica è di riporto. Occhio, Pedro Maria Sanchez non è Ignazio Spalla, habituè dello spaghetti accreditato in molte filmografie.
MEMORABILE: "Carrasco passeggerebbe sul cadavere di vostra madre o su quelli della cooperativa dei vostri padri"
Qualche cadavere spunta ancora fuori e siamo lontani dalla deriva farsesca e infantile dei Tresette e dei Provvidenza, ma è certo che agli albori degli Anni Settanta una fetta del western italo-iberico aveva ormai imboccato la strada del picarismo a buon mercato e soprattutto a bassissimo costo, come dimostrano la povertà della messa in scena e le sgangherate location (le rive del Po? Prati dell'alta Brianza?). Misera la trama ma non male gli attori, soprattutto Craig Hill e la bella Claudie Lange, purtroppo vestitissima dalla prima all'ultima scena.
MEMORABILE: Sicuramente il titolo, che però non c'entra nulla con il film.
«I guess I gotta take my gun... I guess I gotta shoot someone...Bang, bang!»: con questa ilare canzoncina - invero già ascoltata in Arizona - si apre un western italo-iberico in buona parte farsesco, ambientato entro paesaggi campagnoli e marini da colonia estiva dove si raccattano persino stetoscopi e biciclette. Piuttosto avvilente, anche se per fortuna ancora lontano dalla derive triviali di certi italo-western comici coevi.
Western più spagnolo che italiano che cerca, senza riuscirvi, vie umoristiche in mezzo agli ammazzamenti. Girato male e mal recitato (i doppiatori, fra i quali Barbetti e Bellini, salvano qualcosa), ha una trama (chiamiàmola così) che fa della coincidenza il motivo principale. Le si affiancano adulti che cadono in trucchi cui resisterebbe pure un bimbo. Come se non bastasse ci sono biciclette col cambio e si intravedono dei guardrail. Da segnalare, a coronamento di edificio, dialoghi italiani sbagliati ("oro in mio potere", anziché “in mio possesso”) e l’assoluta assenza di potenziali vedove nonché di personaggi chiamati Epidemia.
Un film talmente scassato produttivamente da essere simpatico, così come è simpatico un titolo che non ha nulla a che vedere con la storia raccontata dal film. Siamo alla fine dello spaghetti western, non ci sono più idee, gli attori non son più quelli delle prime linee e la storia non ha alcuna credibilità. Se a questo aggiungiamo che le scene comiche fanno pena...
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Forse questo potrebbe avere un master migliore rispetto a quello uscito a suo tempo in edicola per la Hobby & Work... anche se, trattandosi della 01, sarà sicuramente letterbox... :-(